Lunedì, 22 Luglio 2013 19:09

Sanità, sciopero dei medici. Adesioni anche a L'Aquila: le ragioni dei sindacati

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Ieri, lunedì 22 luglio, giornata di sciopero nazionale nel mondo della sanità, indetto dai sindacati che rappresentano in Italia 115mila medici e veterinari del Servizio sanitario e 20mila dirigenti tra sanitari, amministratvi e tecnici. A causa dell'astensione sono saltate in tutto il Paese circa 500mila visite e 30mila interventi programmati, esclusi quelli di urgenza.

Adesioni ci sono state anche a L'Aquila, dove da giorni erano presenti cartelloni che pubblicizzavano le motivazioni dello sciopero: "Consideri che fare sciopero in ospedale non è facile - premette ai microfoni di NewsTown Annarita Gabriele, dirigente medico di pronto soccorso e responsabile provinciale Cgil per il personale medico - perché chiaramente bisogna garantire una serie di servizi, ma anche a L'Aquila c'è stata un'adesione sulla firma on line dell'appello che domani presenteremo al Ministro dell'Economia. Lo sciopero a livello nazionale è per il blocco del contratto di lavoro della dirigenza medica fermo al 2009 e il blocco delle assunzioni".

"Per quanto riguarda il blocco del contratto del 2009 - spiega ancora la dottoressa Gabriele - voglio fare un esempio: se si passa davanti l'ex distributore di benzina della villa Comunale a L'Aquila, ci sono i prezzi di quattro anni fa: il nostro contratto è fermo ad allora ma è cambiato sensibilmente in nostro potere di acquisto".

Un altro problema a livello nazionale, e sentito fortemente anche a livello locale, è stato il cosiddetto blocco del turnover: "molti colleghi sono andati in pensione e di conseguenza, senza poter fare sostituzioni, c'è un carico di lavoro maggiore che crea delle liste d'attesa lunghissime che portano le persone a rivolgersi al privato" ci tiene a specificare la sindacalista Cgil nel giorno della condanna all'ex Governatore Del Turco per bustarelle alla sanità privata. "Poi come per un circolo vizioso - continua - questo comporta anche l'aumento degli errori che dovrebbero essere assicurati e invece ricadono su di noi. L'azienda infatti assicura per contratto solo le colpe lievi mentre noi paghiamo la colpa grave".
A subire questi carichi di lavoro ci sono anche precari storici "anche se molti altri sono stati sanati ultimamente daòl' Asl 1, tramite concorsi".

Questione tutta aquilana riguarda invece la libera attività medica: "Con il Ministro Balduzzi c'è stata una regolarizzazione dell'attività libero professionale dei medici che però prevede che questa sia svolta all'interno le mura dell'ospedale. L'Aquila fa eccezione in quanto l'ospedale non è ancora attivo al 100% ". Solo a settembre infatti, a distanza di quattro anni e mezzo dal sisma che le ha distrutte, dovrebbero essere riqualificate le mura del "delta chirurgico" mentre ancora non iniziano i lavori per quanto riguarda l'altro "delta", quello medico.

A L'Aquila questo sciopero si vive in concomitanza con le polemiche riguardo la chiusura dell'unità complessa di medicina ospedaliera: " La chiusura del reparto - spiega il suo punto di vista la responsabile Cgil - in realtà non è una chiusura, c'è stato un accorpamento all'unità semplice di medicina universitaria. Prima c'erano due primari ora uno solo, quello universitario con il prof. Claudio Ferri. I posti letto non sono diminuiti".

Il tutto spiega Gabriele fa parte del "taglio sui primariati, tradotto di unità complesse, per la spending review e purtroppo la medicina è rientrata in questo. Noi come Cgil provinciale invece molto ci siamo spesi sul taglio dell'Unità di malattie infettive ad Avezzano che era unica. Diciamo che quando è uscito l'atto aziendale abbiamo parlato di un principio di intercambiabilità per gli ospedali di L'Aquila, Avezzano e Sulmona".

A L'Aquila la Asl ha fatto un discorso sulle convenzioni universitarie. La stessa cosa che è successa a medicina infatti è accaduta a ostetrica, ginecologia e neurologia, prima unità ospedaliere ed universitarie ,ora solo universitarie. Abbiamo una facoltà di medicina e questi sono reparti molto importanti per loro. La chirurgia invece è restata sia unità ospedaliera che universitaria".

Altra polemica in relazione alla chiusura dell'unità di medicina ospedaliera è stata quella sull'utilità del reparto di pre dimissioni: "E' un'unità semplice e non complessa - continua la dottoressa - nata per favorire le dimissioni dei pazienti non più acuti. Per la mia attività medica, e qui parlo solo come dottoressa, sta servendo molto perché altrimenti non sapremmo dove collocare alcuni pazienti del pronto soccorso per carenza di posti letto".
Un utilizzo che non corrisponde esattamente al motivo per cui è stato creata ma piuttosto restituisce la drammatica carenza di posti letto dell'ospedale dell'Aquila.

Ultima modifica il Martedì, 23 Luglio 2013 09:56

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