Martedì, 08 Dicembre 2015 23:42

Ripartire dall'agricoltura: muove i primi passi il 'Distretto rurale dell'Abruzzo interno'

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E' stato firmato stamane, nell'aula consiliare Tullio De Rubeis di Villa Gioia, il protocollo d'intesa tra gli enti che andranno a comporre il comitato promotore del nascente 'Distretto rurale dell'Abruzzo interno' e faranno, così, da apripista per enti locali e imprese interessate: soggetti privati produttivi operanti nell'ambito del distretto, associazioni di rappresentanza della cooperazione, organizzazioni professionali agricole, sindacali e ambientaliste.

Che cos'è un distretto rurale? E' un soggetto di 'governance' territoriale, una sorta di agenzia di progettazione e sviluppo con compiti prevalenti di supporto ai processi di pianificazione, crescita e stabilizzazione di una economia locale che vede nella valorizzazione multifunzionale del territorio (mediante la partecipazione delle attività produttive) la sua principale risorsa. Non solo agricoltura, insomma.

Il distretto rurale, almeno nelle intenzioni, non è un altro strumento, tra i tanti, che crea concorrenza con i Patti territoriali, con i GAL, con le associazioni dei Comuni: piuttosto, si tratta di un nuovo sistema di governo del territorio sui cui basare nel tempo la programmazione, in grado di captare e intercettare tutte le risorse disponibili, sia quelle interne al territorio che quelle esterne, divenendo quindi un punto di riferimento e di attrazione per altre forze umane ed economiche.

Nello specifico, un distretto rurale è, o dovrebbe essere, un sistema produttivo locale costituito da imprese agricole e non agricole, oltre che da enti pubblici, in grado di interagire tra loro attuando una politica distrettuale di diversificazione produttiva, integrazione economica e sociale, nel rispetto della conservazione e riproduzione degli equilibri naturali ed in grado di promuovere una qualità totale territoriale.

Il modello è quello della Toscana, dove i distretti rurali sono stati istituiti nel 2010. In Maremma, in particolare, comprende 45 comuni, anche umbri e laziali, coinvolge un settore agricolo e turistico che rappresenta il 52% dell’intera economia, interessando migliaia di aziende con 39 mila addetti.

In Abruzzo, i distretti rurali sono stati istituiti nel giugno scorso, con l'approvazione della legge regionale 93-2015. E il 'Distretto rurale dell'Abruzzo interno' è il primo, in Regione, che inizia a muovere i primi passi. Stamane, come detto, la firma sul protocco d'intesa, a margine di un convegno organizzato dall'Istituto Nazionale di Urbanistica. Una volta costituito, il comitato promotore farà da apripista al nuovo organismo che dovrà darsi un territorio di riferimento e raccogliere adesioni tra gli enti e le imprese interessate. A quel punto, si inizierà a lavorare ad un Piano di distretto che dovrà definire "i processi di coesione e correlazione tra i diversi settori produttivi, la riorganizzazione delle filiere produttive, le azioni di risparmio energetico, le proposte di interventi per l'ammodernamento e la razionalizzazione dei processi produttivi e per la valorizzazione delle produzioni del distretto privilegiando l'utilizzo in forma integrata degli strumenti finanziari disponibili".

I distretti rurali devono in sostanza nascere dal basso, sono "sistemi locali caratterizzati da identità storiche e territoriali omogenee - leggiamo dal testo di legge regionale - derivanti dall'integrazione tra attività agricole ed altre attività locali (agriturismo, turismo rurale, artigianato, valori legati all'ambiente e alla tradizione contadina, attività turistico-culturali), nonché dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con storia e vocazioni naturali del territorio".

"I veri protagonisti del distretto saranno dunque gli operatori - ha spiegato a NewsTown Pierluigi Properzi, presidente Inu Abruzzo e Molise - e il protocollo che abbiamo firmato è destinato proprio a loro. I Comuni avranno un ruolo altrettanto importante: promuovere il distretto. Ma la società di distretto, che verrà costituita una volta accreditato il distretto stesso, sarà di natura pubblico-privata ed opererà esclusivamente con capitali propri, operatori propri, per dare slancio ad un diverso sviluppo delle aree rurali".

I distretti, come detto, si finanzieranno, in particolare, con i fondi europei, con la progettazione sul nuovo PSR. A confermarlo è Lorenzo Berardinetti, presidente della Commissione regionale Agricoltura che ha lavorato alla approvazione della Legge regionale. "I primi bandi - ha promesso - arriveranno già in gennaio, e saranno destinati ai giovani che abbiano idee nuove per lo sviluppo dell'agricoltura e del mondo rurale. Gli altri bando, usciranno poi tra giugno e luglio del 2016".

Non solo. I distretti potranno contare su piani finalizzati con progetti a sportello Cipe, progetti direttamente connessi a Programmi europei, altre leggi e opportunità di livello nazionale e locale. Godranno, inoltre, di particolari agevolazioni fiscali e finanziarie: contrattazione diretta con il settore bancario per l'accesso al credito agevolato e facilitato, e una aliquota unica di distretto.

Così, le economie agricole locali potranno godere di un migliore accesso alle reti regionali e nazionali e vedranno facilitato l'accesso al mercato. "Per un operatore privato, in altre parole - ha spiegato ancora Properzi - ci sarà una struttura che permetterà un collegamento più diretto con il mercato. Non solo. Le economie agricole verranno collegate anche alla rete dell'innovazione e della ricerca: oramai, l'innovazione tecnologica in campo agricolo è sempre più profonda".

Ma come mai l'Inu si è interessata al progetto dei distretti rurali? "Non si può più pensare di governare il territorio attraverso una logica urbanocentrica", spiega Properzi. "Fino a ieri, lo sviluppo urbano era regolato essenzialmente dai piani regolatori delle città. Un modello che non esiste più. Oggi, un corretto modo per affrontare il tema del governo del territorio è proprio ripartire dal territorio, sia per gli aspetti energetici che per la regolamentazione dell'utilizzo del suolo e per la costruzione del nuovo paesaggio agrario e urbano. L'interesse dell'Istituto è, dunque, primario: il nostro compito, è appunto sostenere gli enti locali nella applicazione di una buona urbanistica".

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 10 Dicembre 2015 03:54

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