Venerdì, 18 Marzo 2016 17:49

Atelier di Urbanistica a Sassa: i risultati del workshop

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Si è concluso questa mattina il terzo ciclo di Atelier organizzato dal Laboratorio AnteA di UNIVAq in collaborazione con il LAURAq di INU/ANCSA, con un incontro espositivo presso la palestra della delegazione comunale.

Il workshop - ha sottolineato il Comitato Fr.Azioni Fra.Intese - incentrato sulla lettura critica del paesaggio rurale e periurbano della circoscrizione, "ha formulato proposte brillanti e perfettamente contestualizzate nel territorio di riferimento, centrando criticità, opportunità e progettualità. La collaborazione fra gli studenti della facoltà di ingegneria dell’Aquila e dell’ateneo Tecnológico de Monterrey (Messico), coordinata dai professori Fabio Andreassi, Donato Di Ludovico e Stefania Biondi, ha prodotto un lavoro di grande valore per la comunità e un rinnovato interesse sulle tematiche affrontate".

Il Comitato ripeterà l’incontro (a data da destinarsi), per approfondire le soluzioni progettuali proposte, di fondamentale interesse per tutti i residenti che, insieme al CTP, stanno affrontando il delicato tema del documento preliminare, richiesto dall’ufficio pianificazione urbanistica del Comune dell’Aquila per il nuovo PRG.

L’analisi ha interessato tre sistemi:

  • ambientale – molto presente e fortemente identitario, dal grande potenziale turistico nella componente naturalistica e produttivo e in quella agraria; 
  • infrastrutturale – la rete viaria è sovraffollata e pericolosa, degenerata dopo il sisma in una viabilità di attraversamento a scorrimento veloce che attraversa i centri abitati mandandoli in crisi;
  • servizi – sbilanciati: i centri storici svuotati, abbandonati e sovraccaricati dalle strutture provvisorie post sisma, CASE-MAP-MUSP.

Dalle opportunità è stata formulata una proposta convincente ed equilibrata secondo mobilità, verde attrezzato, bilanciamento dei servizi, esercizi di vicinato ed economia territoriale, in un’ottica strategica di permeabilità urbana. "Il lavoro dimostra che una nuova rete infrastrutturale verde, sostenibile e produttiva, può consentire ai centri storici di tornare ad essere polarità vitali, economiche e sociali, riequilibrando il rapporto uomo-natura attraverso il riconoscimento di valori identitari forti, quali l’area rurale, l’area boschiva, il percorso fluviale, i tessuti storici dei centri, il sistema naturalistico dei sentieri. Si sono riscoperte oggi le vere vocazioni di questa zona: residenza, turismo e ricettività. Auspichiamo che vengano recepite nel nuovo piano regolatore così come la progettazione partecipata ha espresso".

Attraverso l’azione dei principali attori locali, dovranno venir promossi gli elementi culturali che consentiranno l’attuazione di tutto ciò: "un patto sociale di sviluppo sull’uso del suolo, per una rinnovata economia rurale, il contratto di fiume, il distretto rurale e una rete di mobilità capace di recuperare la disastrosa situazione attuale. Ad oggi abbiamo un rapporto compromesso e dis-funzionale fra traffico-edificato-ambiente, che svilisce tutte le eccellenti potenzialità del nostro paesaggio".

 

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