In questi ultimi sette anni abbiamo imparato che della ricostruzione si può parlare da varie angolature.
C'è una Ricostruzione ufficiale, con la “r” maiuscola, ed è quella che si decide nei tavoli tecnici e nei vertici istituzionali, negli uffici legislativi e sulle scrivanie ministeriali, nelle stanze dei Comuni o sui banchi dei parlamentari. E' una ricostruzione, per così dire, “fredda”, incolore, fatta di atti, procedure, provvedimenti, circolari, carte bollate.
E poi c'è un'altra ricostruzione - con la “r” minuscola – ed è quella che si fa e si porta avanti tutti i giorni nei cantieri, mattone dopo mattone, tra le gru, le carrucole, i ponteggi, che ci sia freddo, pioggia oppure sole. E questa non è una ricostruzione formale o impersonale, ma, al contrario, è una vicenda molto appassionante, perché fatta di carne, sangue, volti, fatica, sudore.
Della prima si parla e si dibatte molto, a volte anche troppo. Della seconda, invece, si sa poco o nulla. Eppure è quest'ultima a muovere, ogni giorno, per le strade della città, migliaia di lavoratori - tra operai, tecnici e ingegneri, protagonisti silenziosi che stanno materialmente e concretamente rifacendo L'Aquila del futuro.
Le loro storie ci sono quasi del tutto sconosciute. Per questo il Comitato Ance Giovani della provincia dell'Aquila ha deciso di raccontarle e raccoglierle in un volume, dotato di un ricco apparato fotografico.
Il libro - intitolato all'Opera. Volti e storie dai cantieri della ricostruzione aquilana – è stato curato dall'associazione L'Aquila che cambia e dallo studio Comunico (che si è occupato della parte grafica e dell'impaginazione), con il prezioso apporto di Luca Bucci per le foto, ed è stato presentato stamane all'auditorium della sede Ance dell'Aquila, in via Alcide De Gasperi 60.
Sono intervenuti il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, il presidente di Ance L'Aquila Gianni Frattale, il presidente del Comitato di Ance Giovani L'Aquila Pierluigi Frezza e gli autori del libro.
“Mai come nel cratere sismico aquilano” si legge nella prefazione di Pierluigi Frezza “si era visto, a popolare le vie di una città storica, un tale esercito di imprese, con le sue maestranze, i suoni, i mezzi meccanici, le voci, la polvere. Chi si incammina oggi, nella fase più viva della sfida, vede tra pochi palazzi tornati a nuova vita, una città fasciata da veli e impalcature, dove tutto brulica e vive al di fuori dello sguardo. Una città invisibile che potrebbe essere stata inventata da Calvino. In questa città transitoria i protagonisti, le ombre che si muovono dietro i teli delle impalcature, rischiano di restare sconosciuti. Come per il teatro, dove resta in mente il nome del regista e degli attori, mai del macchinista, dell’attrezzista o del capocomico. Per questo abbiamo deciso di alzare il sipario e presentarvi alcune delle facce e delle storie scelti nel campionario variegato di chi ci mette ingegno e sudore per restituire normalità e bellezza alle nostre vite”.
“Quella di realizzare un libro sull’aspetto più sconosciuto della ricostruzione, quello umano” afferma il presidente preovinciale Ance, Gianni Frattale “è un'iniziativa che ci ha conquistato subito. Un progetto realizzato con entusiasmo ed una lungimiranza che guarda ad un presente che già si fa storia”.