Martedì, 13 Settembre 2016 18:21

L'opinione - Ma se invece di pensare a querelare Charlie...

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Ma se invece di pensare a querelare per diffamazione il giornale satirico francese Charlie Hebdo, il Comune di Amatrice pensasse più alle sue di responsabilità?

Non entro nel merito della satira e non sono un militante della stessa. Quella vignetta ha fatto schifo a molti ed è giusto così.

Ma la querela... è solo un gesto populista che non avrà mai nessuna ripercussione legale.

Piuttosto, l'Amministrazione pensasse alle sue responsabilità nel disastro. Come quegli adeguamenti dubbi alla scuola elementare e quel vice sindaco che con suo fratello ha costruito mezza Amatrice che poi si è sgretolata.

Certo, di fronte a una catastrofe del genere ci sono tempi e tempi per affrontare, di volta in volta, problemi diversi. Il Sindaco, ad esempio, rappresenta per mandato la comunità, ed è giusto che questa possa trovare in lui, in un momento così difficile, una figura intorno a cui farsi forza. E' giusto che quella figura, per quanto possibile, resti forte.

Eppure quel Sindaco che querela Charlie, sapeva di essere in zona sismica 1 (massimo pericolo) e non ha fatto abbastanza. Nessuno lo ha fatto. "E' colpa nostra" ci venne a dire a L'Aquila un giornalista, anche lui terremotato in Irpinia, come Antonello Caporale.
Sì è anche colpa nostra se le case cadono con i terremoti e una denuncia per una vignetta non può rimuoverla. Perché ognuno di noi poteva fare di più, poteva informarsi meglio, poteva magari contribuire a denunciare alcune scelte tecniche anacronistiche e sbagliate, applicate in passato per ristrutturare la propria casa o quelle di altri.

L'amministrazione e i suoi tecnici potevano sapere che quei tetti in cemento armato, di Amatrice come nelle frazioni di L'Aquila nel 2009, sarebbero stati letali in caso di forte scossa, ma nessuno ha fatto abbastanza.

Forse in quella vignetta un po' bislacca, tra altre discutibili cose, questo voleva dirci Charlie. Non è tanto una questione di "mafia", come forse ancor più bislaccamente il giornale ha provato poi a spiegare. Ma di ignoranza e illegalità. Ignoranza nel senso di non saper costruire in zona sismica e non voler/poter adeguarsi alle norme. Ecco, le norme. A quelle per esempio i francesi sono molto attaccati e se accadesse loro una cosa del genere, si può star certi non mancherebbero polemiche enormi sulla mancata messa in sicurezza e le responsabilità del disastro.

Ad Amatrice, come a L'Aquila e in tutte le zone sismiche d'Italia, si ha questa consapevolezza? O dobbiamo aspettare semplicemente di piangere le prossime vittime, che moriranno nella stessa maniera? Poi faremo i soccorsi e i servizi strappa lacrime alla TV, ma in fondo in fondo lo sapevamo.

Primo o poi bisognerà anche aprire gli occhi e tornare a pensare che non è il terremoto che uccide tutte quelle persone. Lo ha detto anche il Vescovo ai funerali ad Amatrice. A L'Aquila conviviamo con l'atroce fardello di essere corresponsabili per la morte di decine di giovani studenti collocati in appartamenti del centro non ristrutturati e magari affittati a nero. Loro erano giovani vite di passaggio che si sono fidate della città. Ad Amatrice, quella notte, c'erano molti turisti, amici ospiti in seconde case, anche loro non erano tenuti a sapere, si fidavano.

Pensi anche a questo l'Amministrazione di Amatrice, non a sentirsi diffamata per una vignetta stupida che non faceva altro che scherzare (in maniera più che opinabile) sulla realtà del "sisma all'italiana".

 

 

Ultima modifica il Martedì, 13 Settembre 2016 22:57

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