Studentesse e studenti delle scuole e delle università abruzzesi, generazione che non ha mai visto applicati i principi costituzionali di democrazia e uguaglianza: "è per questo voteremo NO alla riforma costituzionale, perché si tratta di un progetto autoritario che renderà più semplice l'attacco ai nostri diritti".
Si legge in un appello diffuso da Studenti per il NO, Unione Degli Studenti Abruzzo, Studenti per il NO - L'Aquila, Link - Studenti indipendenti L'Aquila, UdS L'Aquila, Collettivo Studentesco Pescara, Collettivo Studentesco Sulmona, Collettivo Studentesco Lanciano. "La riforma costituzionale - denunciano gli studenti abruzzesi - aumenterà il potere del Governo, che potrà addirittura imporre al Parlamento i tempi della discussione. Inoltre la stessa rappresentanza parlamentare, a causa della legge elettorale Italicum, sarà distorta e toglierà ulteriori contrappesi istituzionali al dominio del Governo. Infatti il partito che vincerà le elezioni, anche prendendo solo una minoranza dei voti totali, avrà la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, quindi la possibilità di eleggere i membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura e i giudici della Corte Costituzionale. Il Senato non verrà abolito mentre verrà abolito il diritto dei cittadini di eleggere i senatori: saranno infatti eletti dagli stessi politici che siedono nei Consigli regionali".
Questa riforma è anti democratica - l'affondo - "ma soprattutto non risolve i veri problemi della popolazione".
Ci tolgono il diritto allo studio a causa delle politiche di austerità volute dai grandi poteri economici e finanziari. "Si è scelto di salvaguardare i bilanci delle banche mentre sempre più giovani hanno dovuto rinunciare agli studi per motivi economici. La Buona Scuola ci rende sottomessi ad un preside-manager, mentre l'alternanza Scuola-Lavoro trasforma gli studenti in lavoratori a costo zero per le imprese, senza tutele e spesso senza alcuna reale formazione al lavoro. Le università pubbliche in cui studiamo ricevono sempre meno finanziamenti, con un peggioramento della qualità dell'offerta formativa. Per questo riteniamo fondamentale attivarci in Regione per una nuova legge regionale sul diritto allo studio, e crediamo che questo percorso debba essere sostenuto da quanti più soggetti possibile. Una legge che vada a interpretare e mettere in atto tutti i progressi nel campo dei diritti ottenuti attraverso la lotta studentesca. Abbiamo di fronte una legge obsoleta in tutti i suoi aspetti, da proposte per investimenti e iniziative ormai anacronistiche, a vere e proprie mancanze, non si contemplano infatti problemi come il welfare studentesco,l'immigrazione, i diritti dei ragazzi disabili, o più banalmente non ci sono garanzie per tenere le strutture al passo con i tempi, dotandole dei necessari strumenti tecnologici".
Ci tolgono il diritto ad un lavoro dignitoso, costringendoci ad emigrare per trovare un posto dove i nostri studi e le nostre capacità vengano valorizzati. "Nella nostra provincia la disoccupazione è un dramma che colpisce tutti, giovani e meno giovani. Il Jobs Act ci impone un futuro da precari a causa del contratto a tutele crescenti e della sostanziale abolizione dell'art. 18, ma non ci vengono garantiti gli ammortizzatori sociali per tutelare noi e le nostre famiglie. Non avremo una pensione dignitosa perché ci viene imposto un sistema previdenziale ingiusto, mentre tante e tanti hanno visto sfumare il proprio diritto alla pensione a causa della Legge Fornero".
Ci tolgono i luoghi di aggregazione sociale per dare spazio al profitto privato e alla speculazione. "Così muore una comunità che non ha più occasione di incontrarsi, discutere e decidere collettivamente del proprio futuro, lasciando ad altri il potere di decidere dall'alto".
Ci tolgono il diritto all'autogoverno del territorio delegando alle decisioni del governo il futuro delle nostre terre riguardo il modello di sviluppo. "Collegando riforma Costituzionale e revisione del titolo V le Regioni vengono di fatto esautorate dalla loro funzione di garanzia dei bisogni delle collettività locali, mentre lo Sblocca Italia apre la strada alla devastazione di un territorio già martoriato. Fermare la riforma costituzionale non è sufficiente per avere una democrazia reale, perché la Costituzione non può essere applicata senza la partecipazione popolare".
Per questo, gli studenti abruzzesi hanno deciso di mobilitarsi "per poter decidere le nostre vite nei nostri territori. A partire dalla 'Biciclettata per il NO' a Pescara di venerdì 21, passando per le tante assemblee, iniziative, volantinaggi in tutta la Regione, per l'incontro a Loreto Aprutino (PE) di venerdì 28, verso ed oltre il 29 ottobre. Speriamo che quante più realtà accolgano il nostro appello alla mobilitazione verso ed oltre il 29 Ottobre, per costruire tante piazze per il NO in tutto l'Abruzzo".