"Avrei preferito non organizzare questa conferenza stampa che, inevitabilmente, assumerà una vena polemica, di critica all'amministrazione comunale, ma è arrivato il momento di mettere in chiaro le cose".
Clamoroso, e per certi versi inatteso, sfogo del presidente della 'Società aquilana dei Concerti Barattelli' Giorgio Battistelli che, sabato mattina, ha convocato soci, abbonati e semplici cittadini per raccontare la sua verità sul mancato affidamento dell'Auditorium del Parco all'Istituzione culturale, "tra le più importanti in Italia - ha rivendicato - per offerta e tradizione".
Battistelli ha sottolineato come l'Auditorium sia nato da un'intuizione della 'Società dei Concerti', non certo per iniziativa dell'amministrazione comunale: "Ricordo ancora il concerto che il Maestro Claudio Abbado tenne non lontano da qui, subito dopo il terremoto dell'aprile 2009; in quell'occasione, gli chiesi di tornare a L'Aquila, dissi al Maestro che la città ne aveva bisogno. 'Torno quando riuscirai a costruire un Auditorium' mi rispose Abbado e, dunque, lo invitai ad aiutarci, a parlarne a Renzo Piano. E' così che nacque l'idea dell'Auditorium".
La struttura avrebbe dovuto sostituire temporaneamente l'auditorium del Castello che la 'Società dei Concerti Barattelli' aveva in gestione, "seppure le porte fossero sempre aperte alle esigenze delle altre Istituzioni culturali", ha ribadito Battistelli. "E sarebbe stato così anche con l'Auditorium del Parco". Invece, l'amministrazione comunale non ha mai formalizzato la convenzione con l'Istituzione culturale per l'affidamento, sebbene fosse stata approvata una delibera, in questo senso, già nel giugno 2013. Da allora, sono seguite altre due delibere di Giunta: la prima del febbraio 2014, ad approntare lo schema di disciplina per attivare la convenzione, l'altra dell'agosto 2014, a stabilire le tariffe per la subconcessione dell'Auditorium a terzi. Eppure, la convenzione non è stata mai attivata.
"Guardavo giusto stamane all'impressionante elenco di lettere e mail che abbiamo inviato all'amministrazione sin dal 2013, senza ricevere alcuna risposta: consentitemi di dire che non lo merita la 'Società aquilana dei Concerti', non lo merito io, e non lo merita neppure la città".
Ad oggi, l'Auditorium è gestito direttamente dal Comune dell'Aquila che si accolla i costi annuali che sfiorano i 90mila euro e che, però, non riesce ad occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura che versa in condizioni sempre peggiori. "Pensate che c'era bisogno di alcuni aggiustamenti per ottenere la piena agibilità, parliamo di una spesa relativa, tr i 15 e i 20 mila euro: ebbene, col vicepresidente Leonardo Nardis che da architetto aveva seguito i lavori di realizzazione, avevamo già interessato lo studio di professionisti che ha collaborato con Renzo Piano ed erano pronti ad approntare le modifiche necessarie. Invece, gli uffici comunali - in malo modo - ci hanno risposto che se ne sarebbero occupati loro: sono passati anni, è rimasto tutto così com'era. Ecco il senso dell'incontro che abbiamo convocato stamane: spiegare ai soci, agli abbonati, alla città che non abbiamo la possibilità di occuparci dell'Auditorium, che lo stato fatiscente della struttura non è nostra responsabilità".
E' colpa dell'amministrazione, a farla breve: "Giusto qualche giorno fa, su Rai 3, ho ascoltato le belle parole del sindaco Massimo Cialente che spiegava come la ricostruzione non potesse limitarsi al mattone ma che fosse necessario, piuttosto, lavorare alla ripresa del tessuto economico e culturale della città. Condivisibile certo, mi chiedo però: rispetto alle belle parole, quali sono i fatti concreti?". Un vero e proprio affondo, quello di Battistelli. Che ha poi proseguito: "Ad una televisione locale, il primo cittadino ha persino dichiarato che non è possibile affidare la gestione dell'Auditorium alla Barattelli perché le nostre richieste sarebbero troppo esose. Così, ha detto il falso: come accennato, il tariffario per la sublocazione è stato fissato con una delibera di Giunta, nel 2014. Ci occupiamo con sforzi enormi di produrre cultura per amore della città, e non possiamo essere trattati così", le parole del presidente della 'Società dei Concerti'.
"L'Auditorium avrebbe dovuto contribuire a ricostruire l'identità culturale dell'Aquila, invece oramai ci 'buttano' dentro di tutto, dalle iniziative politiche ai matrimoni. Per quel che ci riguarda, non avremmo certo voluto speculare sulla struttura; anzi, ci eravamo impegnati a riconoscere al Comune dell'Aquila eventuali guadagni, una volta coperte le spese vive per la manutenzione dell'Auditorium e la produzione degli spettacoli. Avremmo potuto gestire anche il bar, seppure non fossimo affatto contrari ad un affidamento a 'terzi': insomma, avremmo potuto prenderci cura della meravigliosa struttura, avremmo potuto dargli una identità. E invece, il risultato delle scelte dell'amministrazione è sotto gli occhi di tutti".
Battistelli non risparmia una 'stilettata' anche alla città: "L'Aquila non è stata capace fino ad ora di custodire un oggetto così straordinario; spero davvero ci sia la volontà di difenderlo. Per questo, chiediamo oggi l'attiva partecipazione dei soci, degli abbonati e dei cittadini perché la mancata gestione dell'Auditorium non è un problema della 'Barattelli' ma di tutta la città". Intanto, la conferenza stampa verrà ripetuta, nei prossimi giorni, a Milano e Trento (la Provincia Autonoma ha finanziato i lavori di costruzione dell'Auditorium, ndr): "Renzo Piano è decisamente avvilito", ha sottolineato Battistelli, "e la 'Società dei Concerti' intende rendere pienamente trasparente il suo operato con lui e con coloro che hanno deciso di regalare alla città un tale gioiello".
L'Istituzione culturale non intende gettare la spugna, anzi è ancora interessata a gestire l'Auditorium, "ne abbiamo bisogno - ha ribadito Battistelli - altrimenti dovremmo smettere di organizzare concerti"; eppure, in città "sentiamo parlare di un possibile affidamento ad un imprenditore, ad un privato, e non capiamo davvero il senso di quanto sta accadendo". Forse, "siamo scomodi perché operiamo in piena trasparenza - l'ultimo affondo - senza familismi amorali: la nostra attività è puramente culturale, senz'altro intento se non offrire alla città un'attività di altissimo livello. Per questo, è incomprensibile ci si ritrovi in questa situazione, con la 'Società dei Concerti' che sta vivendo un momento di grande prestigio, e i musicisti che si esibiscono per noi stanno lì a dimostrarlo, seppure le attività si svolgano nella precarietà più assoluta, seppure non ci siano spazi che si possano utilizzare per organizzare al meglio le nostre attività".