Partirà dalla prossima settimana il progetto educativo per la diffusione della cultura di Protezione Civile, rivolto a tutte le scuole aquilane di ogni ordine e grado.
Il progetto è promosso dalla Protezione Civile del Comune dell’Aquila, in collaborazione con il Laboratorio di geologia e radioprotezione del Dipartimento MESVA dell’Università; è stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in Comune alla quale hanno preso parte il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il consigliere delegato alla Protezione civile, Giuliano Di Nicola, i funzionari del Comune Fabio Frullo e Daniela Ronconi, la prof.ssa Antonella Calcagni in rappresentanza dell’Ufficio scolastico regionale, i professori Antonio Moretti e Gianluca Ferrini per l’Università dell’Aquila.
Nel corso degli incontri saranno affrontati i temi di rischio e sicurezza, coinvolgendo gli alunni su tematiche in grado di far fronteggiare eventuali situazioni di pericolo ed emergenziali. In particolare si parlerà del rischio legato ai terremoti, di autoprotezione a casa e a scuola in caso di calamità naturali, si daranno informazioni sul comportamento da avere durante e dopo la scossa, del piano emergenziale del comune e in generale si daranno informazioni anche sulla figura del volontario di Protezione civile.
"Si tratta di una scelta culturale", ha sottolineato Cialente. "La prevenzione passa, anche e soprattutto, dall'informazione dei cittadini. Per questo, abbiamo deciso di andare a scuola, dai ragazzi, così da formare cittadini più attenti, più capaci di affrontare calamità naturali. Un passo, tra gli altri: come Comune dell'Aquila siamo anche capofila per la sottoscrizione dei sindaci italiani di un documento che chieda finalmente l'avvio di opere per la messa in sicurezza del territorio". Sin dall'approvazione del piano comunale di Protezione civile - ha aggiunto Di Nicola - "abbiamo avviato un'opera di divulgazione sul territorio e la risposta dei più giovani è stata straordinaria: al contrario, nei due incontri organizzati con i Ctp - ce ne sarà un terzo, settimana prossima, a Sassa - abbiamo dovuto riscontrare una scarsa risposta dei cittadini adulti".
In totale, gli alunni aquilani coinvolti saranno 1804: partirà con gli studenti delle quinte classi superiori (767), per proseguire con i ragazzi di terza media (539) e di quinta elementare (498). "L'Ufficio scolastico regionale crede molto in questa iniziativa", ha sottolineato la prof.ssa Calcagni. "E possiamo dirci più che soddisfatti dell'ampia adesione che abbiamo ricevuto dalle scuole. Come Ufficio, abbiamo già organizzato corsi di sicurezza rivolti al corpo docente - sono oramai una realtà di routine, negli istituti abruzzesi - e vengono eseguite regolarmente esercitazioni di evacuazione. La sinergia col Comune e con l'Università, in questo senso, non può che costituire un arricchimento". Certo è, ha ricordato Calcagni, "le difficoltà sono notevoli, se è vero che, ancora oggi, la maggior parte delle scuole è ospitata nei Musp".
I corsi, tenuti dal personale di protezione Civile del Comune e da esperti del MESVA, partiranno il 17 e 18 gennaio al 'Cotugno', il 24 e 25 gennaio proseguiranno con gli alunni del 'Bafile', il 31 gennaio e 1 febbraio i corsi si terranno all’Istituto 'Da Vinci- Colecchi' e il 7 febbraio all’Istituto 'Amedeo D’Aosta'. "Abbiamo aderito con convinzione al progetto, per tanti motivi", ha chiarito Ferrini. "D'altra parte, dagli istituti superiori arrivano ragazzi che, troppo spesso, non hanno la minima conoscenza del rischio, che non conoscono quanti modi ci sono per farsi male".
Nel corso degli incontri, il MESVA distribuirà anche alcuni questionari per monitorare e raccogliere informazioni sui fenomeni precursori di eventi sismici. "Quali che siano i fenomeni precursori - un particolare comportamento di un animale, fenomeni di tipo geologico - tramandati dalla storia sismica o dalla tradizione orale, è evidente che un loro corretto utilizzo deve passare necessariamente per una validazione scientifica attraverso la puntuale raccolta di osservazioni e dati il più ampia possibile, nel tempo e nello spazio", ha concluso il prof. Moretti. Dunque, il lavoro nelle scuole sarà la prima fase di una sperimentazione che verrà poi 'allargata' a livello nazionale, "perché vengano segnalate quante più informazioni possibili sui fenomeni notati prima di un terremoto o, viceversa, nella vita di tutti i giorni".