Da un mese ormai, i 1200 studenti del Liceo Cotugno - oltre a tutto il personale docente e scolastico - sono costretti a vivere in una situazione difficilissima, facendo turni pomeridiani che penalizzano la didattica, senza tempo per lo studio, le attività extrascolastiche, lo sport, la socialità.
Trenta giorni durante i quali la Provincia avrebbe dovuto approfondire le verifiche sulla sede di via Leonardo da Vinci e trovare eventualmente soluzioni per riprendere le lezioni in orario mattutino. "Cosa è stato fatto in questo tempo?", si chiedono gli studenti; "Poco o nulla", la risposta. "In ogni caso, non c'è stata nessuna comunicazione dalle Istituzioni. E dopo i proclami iniziali, scarsissima trasparenza".
Gli studenti non sono disposti però a restare ancora in silenzio: "Nessuno di noi - scrivono - vuole continuare a subire le inadempienze di una classe politica assente, che non è stata in grado di dare risposte. La situazione del Cotugno è preoccupante non solo per la chiusura dell'anno scolastico a giugno, ma anche per la ripresa a settembre".
E' per questo che hanno deciso di scendere in piazza, "per far sentire la nostra voce senza più attendere una risposta ma iniziando a pretenderla! Chiediamo a genitori e insegnati del Cotugno di essere con noi, e facciamo appello alla solidarietà di tutta la cittadinanza affinché ci sia accanto in una battaglia per il diritto allo studio e alla sicurezza, problema che oggi in città ci riguarda tutti".
L'appuntamento è fissato per venerdì prossimo, 10 marzo; alle 15:30, ci si ritroverà a Colle Sapone per muoversi in corteo verso il piazzale dell'Auditorium del Castello, passando per via Acquasanta, via Panella, viale Gran Sasso. Arrivati in Auditorium si terrà un sit-in cui sono invitate anche le Istituzioni, per un confronto tra genitori, corpo docente e genitori.
All'appello degli studenti del 'Cotugno' ha risposto anche il nascente comitato 'Scuole sicure' che - si legge in una nota - "aderisce e supporta la manifestazione perché solidale con il disagio del Liceo Cotugno ma soprattutto perché esso è conseguenza di una inspiegabile noncuranza delle verifiche di vulnerabilità effettuate nel 2013 e più in generale (e grave) dei principi di Prevenzione e Sicurezza a partire dalle scuole, in una città ad altissimo rischio sismico che dal terremoto del 2009 e dalla distruzione che ne è conseguita avrebbe dovuto e dovrebbe ancor di più 8 anni dopo aver imparato che la Sicurezza non è frutto delle rassicurazioni ma di un agire convinto e coerente.
Il problema della sicurezza riguarda tutte le scuole dell’Aquila - si ricorda - di qualunque ordine e grado, e riguarda l’intera città, di oggi e di domani, "per questo il Comitato con l’adesione alla manifestazione chiede e ribadisce l’importanza e l’urgenza di mettere in sicurezza tutte le scuole della città e ancor prima di tutti gli alunni e gli studenti che le frequentano".