Giovedì, 27 Aprile 2017 13:39

Daniele Kihlgren, l'ideatore della rinascita di S. Stefano di Sessanio, si racconta in un libro

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Venerdì 28 aprile, alle 18, nella sala meeting della Locanda sotto gli archi, a S. Stefano di Sessanio, ci sarà la presentazione del libro I tormenti del giovane Kihlgren scritto da Daniele Kihlgren, l'imprenditore italo svedese che, una ventina di anni fa, decise di investire nel recupero del paese ricavando, da vecchie case ristrutturate seguendo un criterio filologico, un albergo diffuso. Un progetto che ha rilanciato l'economia del piccolo borgo, divenuto in poco tempo una meta turistica conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Durante la presentazione del libro si alterneranno letture sceniche di brani tratti dal libro ad interventi di Daniele Kihlgren, amici e relatori.

I diritti d’autore derivanti dalla vendita del volume saranno interamente devoluti al Progetto “Assistenza per tutti”, per offrire l’assistenza sanitaria agli indigenti del Rwanda.

A seguire, aperitivo con l'autore e degustazione di vini della cantina Praesidium al Cantinone di Sextantio Albergo Difffuso.

E’ necessaria la prenotazione.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.   - tel. +39 0862 899112 - www.sextantio.it

Il libro

Si tratta del il primo libro di Daniele Kihlgren, l'imprenditore italo-svedese che alla fine degli anni Novanta ha deciso di recuperare l'antico borgo di Santo Stefano di Sessanio (AQ), trasformando l'intero paese in un albergo diffuso di straordinaria qualità, riscoprendo e valorizzando la cultura materiale del luogo.

Un libro che non lascia indifferenti, un testo molto intimo, una narrazione estremamente originale, nella quale rileggere una vita intera, tra racconti, testimonianze, memorie, intuizioni, emozioni….

"Tanti anni fa - scrive Daniele nel suo libro - arrivai per caso in un borgo quasi integralmente abbandonato della terra d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio; mi ero perso per le vie sterrate intorno al castello medioevale di Rocca Calascio e, vagando per quei territori, giunsi per caso in una strada che risaliva la montagna verso l’altipiano di Campo Imperatore, finché apparve d’improvviso il borgo incastellato lambito da un piccolo lago creato da una fonte sorgiva naturale. Nel borgo antico e nel paesaggio agrario circostante non vi era segno alcuno del ventesimo secolo… Tutto si era fermato al tempo passato. Solo il borgo di pietra che si fondeva con un paesaggio rurale ricco di segni di antiche pratiche di sussistenza ormai quasi in disuso. Erano anni che cercavo luoghi dove ancora non si era corrotto un paesaggio storicamente così identificante il nostro paese fino a diventarne uno stereotipo dell’immaginario: borghi incastellati eretti sulla sommità delle colline, circondati dal territorio campestre…".

Ultima modifica il Giovedì, 27 Aprile 2017 13:47

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