Oggi siamo a Santo Stefano di Sessanio, terzultima tappa del nostro viaggio virtuale.
Come abbiamo già raccontato nelle prime interviste, quella di oggi è la tappa associata al presidio Slow Food della Lenticchia di Santo Stefano; un eccellente prodotto sul quale torneremo con un’intervista ad hoc per la particolare condizione di coltivazione e produzione: assai dura e difficoltosa per molte e complesse ragioni.
Incontriamo Rita Maione, presidente di Legambiente Abruzzo Beni Culturali.
Ciao Rita! C’è una riflessione di Jane Jacobs che ti ha sollecitato particolarmente rispetto a questo nostro inusuale peregrinare?
Nel suo libro “L’economia delle città” Jane Jacobs sostiene che la richiesta delle città ha portato alle innovazioni nel settore dell’agricoltura. Se applichiamo ad oggi questa teoria, sappiamo bene che le realtà rurali sono custodi di conoscenze nel campo agro ecologico, ma sono soprattutto coloro che vivono in città a spronare i mutamenti agricoli creando la domanda del prodotto. Questo rende fondamentale conoscere i borghi che circondano la nostra città e i prodotti ad essi collegati.
Cosa ci dici allora di Santo Stefano?
Santo Stefano di Sessanio è arroccato su una collina a 1,251 metri ed è considerato tra i borghi più belli d’Italia per il decoro architettonico risalente all’epoca medievale ancora in parte visibile, anche se colpito dal sisma del 2009. È situato nel Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.
In questa edizione della JW abbiamo parlato di sussidiarietà e biodiversità. Qual è l’aspetto più importante secondo te, riguardo questi temi e questo borgo?
Gli ecosistemi! Essi di fatto si reggono su di un equilibrio di cui ogni essere vivente è parte integrante. Questo ad esempio è uno dei motivi per cui il nostro Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali da anni è impegnato nel tramandare i valori legati alla terra e al territorio, in particolare alle nuove generazioni, che saranno gli uomini e le donne di domani.
Ad esempio?
Molte delle campagne nazionali di Legambiente si svolgono grazie alla partecipazione di bambini e ragazzi e dei loro insegnanti come ad esempio per Puliamo il Mondo o la Festa dell’Albero. Per il periodo estivo invece organizziamo campi scuola o campi di volontariato monotematici in cui coinvolgere ragazzi proveniente da diverse parti d’Italia o d’Europa (campi internazionali), in modo da insegnargli la condivisione e stimolare la socialità tra ragazzi che non si conoscono prima.
E avete fatto qualcosa di questo genere anche qui?
A Santo Stefano di Sessanio in particolare abbiamo realizzato uno dei campi di volontariato rivolto ai ragazzi Under 18 che aveva come tema i Sentieri dell’Abruzzo Medioevale che collegano Santo Stefano a Calascio e le biodiversità del Parco.
In cosa consisteva?
I ragazzi sono stati quindi coinvolti in interventi di ripristino sentieri, pulizia/manutenzione delle aree verdi e della segnaletica del sentiero della salute, un sentiero che consente di fare attività fisica all'aperto non solo camminando o correndo, ma utilizzando particolari attrezzi che sono distribuiti lungo il percorso.
Quale scopo avete raggiunto?
Grazie alla collaborazione con il Comune di Santo Stefano di Sessanio, i volontari e le volontarie, hanno potuto soggiornare nel borgo e raggiungere così lo scopo principale dei campi che è la conoscenza e valorizzazione del territorio che li ospita potendo incontrare e dialogare con i produttori e gli abitanti.
Cosa hanno visto del territorio e del paesaggio i ragazzi e le ragazze?
Sono stati accompagnati dai nostri volontari anche a Rocca Calascio e in una visita guidata della città dell’Aquila e durante il campo ovviamente i pranzi e le cene erano occasione per assaporare i prodotti locali e di stagione, in particolare la lenticchia di santo Stefano e i prodotti caseari, tutto a km0.
A questo proposito, cosa fa Legambiente sulla biodiversità?
La biodiversità è un patrimonio prezioso minacciato oggi da inquinamento, desertificazione, consumo di suolo e mutamenti climatici e infatti ogni anno Legambiente pubblica ogni anno un Dossier Biodiversità sulla condizione degli habitat e delle specie nel nostro Paese in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, il 22 maggio. Quest’anno doveva essere l’anno in cui si verificavano le azioni messe in atto per rispettare il Piano Strategico mondiale per le biodiversità sottoscritto nel 2010, ma anche se ancora non abbiamo i dati ufficiali possiamo dire che pochissimi degli obiettivi sono stati raggiunti nel nostro Paese.
Cosa sta succedendo?
Distruggendo le biodiversità viene alterata la capacità degli ecosistemi sani di fornirci beni come acqua, aria, cibo e materie prime e questo è uno dei problemi ambientali più grandi che l’umanità si trova ad affrontare anche se poco percepito dal grande pubblico e da alcuni decisori politici. La perdita dell’habitat, l’inquinamento diffuso, l’eccessivo sfruttamento del suolo e delle risorse e i cambiamenti climatici sono i fattori chiave della perdita delle specie.
E allora?
Dunque, per mantenere il Pianeta in equilibrio e proteggere le biodiversità occorre essere più responsabili nell’utilizzo delle risorse naturali fondamentali e nel fruire in maniera più sostenibile della natura che ci circonda. Ecco perchè per noi è stato molto importante durante il campo insegnare le buone pratiche volte alla riduzione dei rifiuti e alla protezione e valorizzazione del territorio.
Quali valori ritenete imprescindibili, quali azioni?
Crediamo che dobbiamo puntare con forza e determinazione sull’agroecologia: avremo così la certezza di operare una scelta lungimirante per rivitalizzare il settore soprattutto oggi che l’emergenza Coronavirus sta in parte modificando anche i nostri consumi.
E cioè?
Eviteremmo così l’abbandono delle terre, favorendo la permanenza dei presidi territoriali come la Lenticchia di Santo Stefano e salvaguardando l’ambiente, in particolare in area Parco. Ora, dopo questa emergenza che sta mettendo a dura prova molte delle piccole e medie imprese del territorio, il nostro auspicio è che ci sia anche dal governo sempre maggior attenzione al settore dell’agricoltura, non è più il tempo di rimandare a domani ciò che dobbiamo e possiamo fare oggi!
Grazie Rita!