Venerdì, 01 Settembre 2017 22:27

Incendi, Mazzocca: "Si torna alla normalità: interrogarsi su ragioni disastro"

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Stamane, WWF e Legambiente Abruzzo hanno promosso un sit-in a Pescara, in piazza Santa Croce, per dire basta ai roghi che, da giorni stanno flagellando la Regione, con la volontà di testimoniare la gratitudine a chi sta concretamente operando contro le fiamme ma anche per chiedere vengano corretti gli errori e si rendano impossibili in futuro le repliche di un simile immane disastro.

Nel 2017, anno caratterizzato da temperature massime elevate e lunghi periodi siccitosi, è stato registrato in Italia uno spaventoso aumento degli incendi, sia nel numero complessivo sia per quanto riguarda la superficie percorsa dal fuoco: secondo i dati European Forest Fire Information (EFFIS), diffusi da ISPRA, l'aumento da gennaio a metà agosto rispetto alla media del decennio precedente sarebbe del 260%! Un dato impressionante, cui dovranno essere aggiunti i più recenti incendi abruzzesi, a cominciare dal Morrone, che arde da un paio di settimane.

Accanto ai cittadini, per chiedere scelte precise e coerenti a livello nazionale e locale, e che la politica impari dai propri errori e sia capace quando occorre di correggere decisioni sbagliate, diverse associazioni: WWF e Legambiente appunto, che hanno lanciato l'iniziativa, il CAI Abruzzo, che ha visto sparire sotto il fuoco una delle montagne simbolo della regione, Libera Abruzzo, la cui lotta contro tutte le mafie sarà testimoniata anche in questa occasione, Federparchi, principale vittima di quelli che vanno senza esitazione considerati attentanti incendiari. E ancora: il Comitato Cittadino di Chieti che raccoglie ben 80 associazioni e organizzazioni di categoria del capoluogo teatino, il FAI Abruzzo e Molise, stanco di vedere un prezioso patrimonio, artistico e naturale, alle mercé di pochi malfattori, Mountain Wilderness, la Lega del Cane di Pescara che fa del proprio impegno in favore degli animali una bandiera, Acqua e Beni Comuni Chieti, "Gli amici di Peppino" di Moscufo (PE), il C.P. Club per l'Unesco di Chieti, l'associazione Noi del G.B.Vico, l'associazione turistica "Parco Majella Costa dei Trabocchi".

"Dal maltempo di gennaio agli incendi boschivi delle ultime settimane, si sono evidenziate le criticità di una Regione che non si è dimostrata pronta ad affrontare gli accadimenti che l'hanno sconvolta", ha sottolineato a NewsTown Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo. "Occorreva un momento di riflessione: ci siamo ritrovati a Pescara perché l'argomento deve interessare l'intera Regione, dobbiamo smetterla di ragionare su luoghi e territori come se fossero realtà distanti tra loro. L'Abruzzo non può sopportare l'onta di una fragilità così evidente nella risposta alle emergenze, deve affrontare un tema complesso ed entrare nel merito delle difficoltà evidenziate".

Per Di Marco, l'accorpamento del Corpo Forestale nei Carabinieri "ha generato la perdita di un patrimonio importante di conoscenza, in particolare nell'azione di spegnimento che caratterizza l'anticendio boschivo. Dobbiamo capire come recuperare le giuste sinergie, e possiamo farcela disponendo di una realtà di Protezione civile, a livello regionale, di alto livello. Troppo spesso, però, ci si dimentica che queste battaglie si vincono soprattutto facendo prevenzione: la carenza di risorse, mezzi e coordinamento, in questo senso, mettono a rischio l'intero patrimonio naturalistico e turistico della regione verde d'Europa". Alla Regione, gli ambientali chiedono "maggiore sinergia tra gli assessorati: l'azione di difesa delle aree Natura 2000, per esempio, parte da una corretta gestione del patrimonio boschivo; non possiamo pensare di vincere gli incendi senza gestire il patrimonio boschivo. Invece, spesso ci sono interventi di taglio che contrastano con l'impostazione che la Regione ha dato per la gestione delle aree protette. Ci vuole un livello un poco più alto di elaborazione, che non può che passare dalla istituzione di tavolo capace di far dialogare i diversi soggetti interessati. E ciascun livello di responsabilità deve assumere fino in fondo le proprie responsabilità".

Sulle ragioni che sottendono agli eventi dolosi che hanno sconvolto l'Abruzzo, Di Marco non ha taciuto su "una realtà malavitosa che si muove per interessi di vario genere: dalla gestione dei pascoli alla volontà di cementificare o, comunque, indebolire le aree protette per far cadere alcuni vincoli. Ma crescendo nella cultura della prevenzione e nell'efficacia del coordinamento, le azioni criminose potranno essere marginalizzate.

Le prime richieste definite nell'incontro di stamane possono riassumersi per punti:

  • ai Carabinieri Forestali e alla Magistratura di impegnarsi ancor più di quanto sempre fanno per stanare e punire questi criminali incendiari e gli eventuali loro mandanti;
  • ai Parchi e alle aree protette di centuplicare gli sforzi in difesa della Natura e di adottare misure di prevenzione adeguate;
  • alla Regione di dotarsi di un efficiente piano di sorveglianza e di intervento anti-incendi e di programmare il futuro ascoltando non solo chi ha interesse a lavori in appalto, ma esperti indipendenti che indichino la strada giusta da percorrere;
  • ai cittadini tutti di segnalare tutto quanto vengono a sapere in merito a comportamenti scorretti o illegali che possano aiutare le forze dell'ordine a svolgere le indagini trasformandosi in attivi difensori del proprio territorio.

Ad ascolare le ragioni delle associazioni anche il mondo della politica, rappresentato dai partiti che hanno inviato la propria adesione: Sinistra Italiana e Art. 1 MDP Abruzzo. In piazza, il sottosegretario regionale con delega all'ambiente, Mario Mazzocca. "Oggi, si sta finalmente profilando la normalizzazione degli eventi nefasti che, in queste settimane, hanno flagellato la nostra Regione; una situazione alimentata anche dalla concomitanza di situazioni microclimatiche particolarmente sfavorevoli", ha spiegato Mazzocca ai microfoni di NewsTown. "Sul Morrone, si sta procedendo, oramai, con le bonifiche, compresa l'ultima risacca di Roccacasale laddove, comunque, era già operativa da ieri la definitiva linea tagliafuoco con la messa in sicurezza dell'abitato".

Ora, "come rappresentanti istituzionali dobbiamo porci una serie di interrogativi, al pari delle autorità giudiziarie, sul disegno che ha prodotto gli ultimi accadimenti", ha aggiunto. "Si tratta di questioni di livello nazionale, in alcune Regioni la situazione è ancor più difficile che in Abruzzo, oltre che locale; certo è che la situazione va fronteggiata con mezzi straordinari, e lo andiamo ripetendo da tempo al Governo con la richiesta di riordino, di ripensamento radicale dei sistemi di Protezione civile regionali che sono passati dalla mano militare voluta da Bertolaso al moschetto in mano a Curcio e, oggi, a Borrelli. E' necessario che la struttura si riallinei alle esigenze dei territori, dell'ambiente naturale e delle popolazioni". Sulle ragioni del disastro, "ho diverse ipotesi che, in quanto tali, potrebbero rivelarsi sbagliate", ha riconosciuto Mazzocca: "certo è che, parlando di livello nazionale, non mi riferisco soltanto alle situazioni che stanno vivendo altre Regioni, ma al concepimento di alcuni sistemi di appiccamento degli incendi che non erano assolutamente tipici, non erano - per intenderci - le micce di fiammiferi cui eravamo abituati, ma che rappresentano, piuttosto, meccanismi ben più elaborati. Evidentemente, c'è qualcosa di più e su questo bisogna riflettere".

Dunque, Mazzocca non ha mancato una stoccata al Governo: "la Riforma Madia è stata una iattura, e personalmente l'ho sempre detto; ora, si scopre che - probabilmente - era meglio non dismettere il Corpo Forestale dello Stato: nell'aprile 2015, però, con Melilla, Sottanelli e pochi altri sottoscrivemmo una petizione affinché il Governo recedesse dai propri passi e non furono in molti a seguirci. Adesso, si sta finalmente capendo che c'è stata una sottovalutazione estrema dei possibili effetti della riforma sul tema degli incendi boschivi e, soprattutto, della prevenzione". Sulle responsabilità della Regione, invece, il sottosegretario gioca in difesa: "Abbiamo fatto di necessità virtù: la Regione non può far altro che fare pressione nelle sedi opportune, e - sul punto - ci stiamo muovendo con altri rappresentanti regionali, persino con chi ha una maggiore assonanza col Governo, per rimettere mano alla riorganizzazione del sistema di prevenzione e tutela del territorio"

Ultima modifica il Domenica, 03 Settembre 2017 13:44

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