A lanciare l'idea sono state tre giornaliste freelance, impegnate da anni a raccontare le infinite declinazioni del femminicidio – Barbara Romagnoli, Adriana Terzo e Tiziana Dal Pra – che il 14 giugno scorso, all'indomani della barbara uccisione della sedicenne Fabiana Luzzi, accoltellata e data alle fiamme dal fidanzato a Corigliano Calabro, hanno diffuso un appello dal titolo “Scioperiamo per fermare la cultura della violenza”.
Una lettera aperta indirizzata a Laura Boldrini, Susanna Camusso e alla viceministra con delega alle Pari Opportunità Maria Cecilia Guerra: “Chiediamo che la parola femminicidio non venga più sottovalutata, svilita, criticata. Perché racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda”. E poi: “Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perché sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c’è società che tenga. Perché la rabbia e il dolore, lo sconforto e l’indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte”.
Fermarsi per 24 ore, uno sciopero contro la violenza. Una iniziativa finora inedita che, in questi mesi, ha raccolto centinaia di firme di sostegno provenienti non soltanto da personaggi noti come Riccardo Iacona e Loredana Lipperini ma anche dalle migliaia di donne quotidianamente impegnate nell'arginare gli abusi di genere: sindacaliste della Cgil e della Fiom, responsabili di centri antiviolenza ormai senza una lira, attiviste di Amnesty International, scrittrici, intellettuali, giornaliste della rete Giulia e inoltre decine e decine di professioniste, casalinghe, insegnanti, madri, direttrici di banca, consigliere comunali, amministratrici e impiegate.
Tanto che si è arrivati a fissare la data dello sciopero, il 25 novembre, in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza di genere. Per alcune basterà indossare la maglietta con la scritta “Sciopero non basta”, altre smetteranno di lavorare per quindici minuti, altre ancora aderiranno a cortei cittadini, e coloro che invece rimangono a casa potranno sventolare dal balcone un drappo rosso.
Sono molte le modalità che le organizzatrici dello Sciopero delle Donne consigliano e che potete trovare al sito internet www.scioperodelledonne.it, dove troverete le iniziative organizzate, fino ad ora, nelle città italiane.