Giovedì, 23 Novembre 2017 16:42

L'Aquila, grido d'allarme del Comitato Scuole Sicure: "Non c'è programmazione"

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Edilizia scolastica, "non c'è programmazione".

A denunciarlo è Massimo Prosperocco, tra gli animatori del 'Comitato scuole sicure' dell'Aquila; l'abbiamo incontrato stamane, all'indomani del partecipato evento organizzato al Palazzetto dei Nobili sulla sicurezza scolastica, momento di discussione e confronto messo in subbuglio dalle notizie che arrivavano dal Comune dell'Aquila, con la decisione del sindaco Pierluigi Biondi - comunicata alle 20, in conferenza stampa - di chiudere la scuola primaria di Preturo e la scuola dell'infanzia di Arischia che hanno riportato un indice di vulnerabilità alle verifiche pari a 0.

"Una decisione giusta, che condividiamo" spiega Prosperocco; d'altra parte, ospite qualche mese fa dell'Università degli Studi dell'Aquila, il presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, Gaetano Manfredi, uno dei massimi esperti al mondo d'ingegneria sismica, aveva chiarito come innanzi ad indici sotto la soglia 0.3 andavano assunte "decisioni tempestive".

Così è accaduto per gli edifici di Arischia e Preturo.

Se non fosse che le scuole dell'infanzia di Pile piccola e San Benedetto di Bagno hanno riportato un indice pari a 0.22, e la scuola dell'infanzia di Pagliare di Sassa di 0.33. "Erano mesi che chiedevamo gli indici di vulnerabilità delle scuole comunali", sottolinea Prosperococco. "Ora, abbiamo i dati di quattro edifici sui dieci - 4 in muratura e 6 in calcestruzzo - individuati dalla amministrazione Cialente con le determine dirigenziali del dicembre 2016. Ci aspettiamo vengano resi noti a breve anche i risultati delle altre quattro scuole. Intanto, le procedure di verifica degli ulteriori 11 edifici comunali non sono state ancora avviate. E' gravissimo", l'affondo.

Ancor più grave se è vero che in campagna elettorale il sindaco Pierluigi Biondi aveva promesso che i ragazzi delle scuole comunali con indici di vulnerabilità non accertati sarebbero stati collocati in altri edifici, valutando situazioni architettoniche idonee con la ricognizione di spazi pubblici disponibili. Invece, mancano i dati di sei delle dieci scuole già verificate e non sono state ancora avviate le procedure d'analisi degli altri undici edifici. "Siamo davvero preoccupati dei risultati che potrebbero emergere: parliamo di scuole anche molto grandi, le più frequentate; penso alla Dante Alighieri che conta più di mille iscritti. Dovessero venir fuori indici di vulnerabilità critici, come accaduto per Arischia e Preturo, dove verrebbero trasferiti i ragazzi?".

Al momento, alla domanda non è stata fornita alcuna risposta. Tra l'altro, alcune delle scuole non ancora verificate, avendo superfici ampie, impongono il ricorso ad un bando di gara per l'affidamento dell'incarico, superando la soglia economica per l'affidamento diretto: "considerato che, si partisse oggi, ci vorrebbero almeno tre mesi per istruire il bando di gara e procedere con l'assegnazione, e i tecnici non prendono meno di 90 giorni per concludere le verifiche, saremmo fortunati ad avere i risultati entro settembre dell'anno prossimo".

Tornando all'evento organizzato ieri, al Palazzetto dei Nobili, Prosperocco sottolinea come fosse inserito nell'ambito della 'Giornata per la sicurezza scolastica' indetta dal Miur: "da Milano a Enna passando per Catanzaro, le scuole italiane hanno dedicato al tema momenti di confronto, discussione e approfondimento; lungo la dorsale appenninica però, nelle zone colpite dagli ultimi terremoti, da L'Aquila ad Ascoli Piceno passando per Amatrice, nessun istituto scolastico ha sentito di dover organizzare una iniziativa. E ci ha sorpreso molto", ha constatato amaro Prosperocco.

Che non ha mancato di sottolineare l'assenza di esponenti dell'amministrazione comunale al tavolo della discussione: "Il sindaco Biondi è stato invitato più di due settimane fa: ieri mattina ci ha comunicato la sua assenza per un impegno con i commercianti, promettendo, però, che avrebbe partecipato il vice sindaco Liris; tuttavia, gli accadimenti del pomeriggio che hanno portato alla decisione di chiudere le scuole di Arischia e Preturo non gli hanno consentito di partecipare. Capiamo; sta di fatto che l'assenza dell'amministrazione non è passata inosservata".

Presenti, invece, Fulvio Angelini per conto del vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, il consigliere provinciale delegato all'edilizia scolastica Vincenzo Calvisi, Maria Luisa Serripierro della segreteria del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il consigliere comunale d'opposizione Americo Di Benedetto, tecnici dell'Usra e dell'Usrc e la dirigente scolastica del 'Cotugno', Serenella Ottaviano

Si è parlato, ovviamente, anche delle scuole superiori di competenza della Provincia. Ebbene, "la Regione - in quanto proprietaria, tramite l'Arap, dell'edificio ex Optimes - ha chiarito che non sono state ancora istruite le verifiche di vulnerabilità sulla struttura e, di conseguenza, non sono stati avviati i lavori necessari a rendere l'ex capannone idoneo ad ospitare attività scolastiche. Tutto fermo. Ed è gravissimo: l'ex Optimes, infatti, non l'abbiamo mai pensata soltanto come soluzione provvisoria per gli studenti del Cotugno ma eravamo convinti potesse rappresentare una opzione importante per tutte le scuole; di nuovo, immaginiamo di dover chiudere la Dante Alighieri: dove spostiamo i 1200 studenti?".

Assenza di programmazione, appunto. Tra l'altro, se è vero che la Regione ha affidato la competenza sulla ex Optimes alla Provincia, è vero anche che c'è un nodo burocratico che non è stato ancora sciolto: l'Arap, infatti, sostiene di non poter concedere il comodato d'uso gratuito alla Provincia, considerato che affittava il capannone a 2 milioni di euro l'anno; dunque, andrebbe fissato un canone che, sebbene ai minimi di legge, potrebbe attestarsi a circa 400mila euro l'anno. Da giurista, però, il presidente della Provincia si è detto convinto che un Ente pubblico non debba affatto versare un affitto ad un altro Ente.

"Caruso ci ha prospettato anche un'altra ipotesi", svela Prosperocco; "si procede con la ex Optimes, intanto si potrebbe lavorare al progetto di miglioramento sismico del Cotugno con l'istallazione di isolatori sismici. Si potrebbe procedere in tempi brevi con i lavori esterni per poi realizzare i lavori in estate. Tuttavia, i tempi - a nostro avviso - sarebbero molto più lunghi, e incompatibili con le esigenze degli studenti e del personale docente".

Dell'intendimento del sindaco Biondi che, per il Cotugno, aveva prefigurato la possibilità dell'abbattimento e ricostruzione, non si è più parlato. "Tra l'altro, le ultime direttive del Miur - aggiunge Prosperococco - chiariscono che si debba procedere con l'abbattimento qualora i lavori di miglioramento sismico non dovessero portare l'edificio ad un indice di vulnerabilità pari a 1".

E sulle altre scuole di competenza provinciale, sull'Itis che ha un indice di 0.17, sullo scientifico che si attesta a 0.31? "Non hanno voluto rispondere", la risposta amara di Prosperococco.

Dunque, lo sfogo: "Abbiamo preso atto che il cambio d'amministrazione, comunale e provinciale, nonostante le promesse elettorali e gli impegni assunti a seguito del voto, non ha determinato alcun cambiamento. Ricordo che il sindaco Biondi ci ha convocato il 4 luglio, a qualche giorno dall'elezione, per parlare di sicurezza scolastica: da quel giorno, però, non ci siamo più confrontati". Ma che cosa chiede il Comitato? "Chiediamo programmazione. Siamo coscienti che per costruire una scuola non ci vuole un anno, forse tre o addirittura quattro, ma ciò che ci sorprende è l'assenza completa di programmazione. Ci confrontiamo con i Comitati nati in altri territori: ebbene, altrove c'è maggiore sensibilità che a L'Aquila, sebbene la città dovrebbe dare l'esempio". 

Manca ancora, per aggiungere un ulteriore spunto di riflessione, un piano complessivo che indichi la futura collocazione delle scuole sul territorio comunale, funzionale ad un processo urbanistico definito. "Per fare un esempio, la Provincia ha in cassa i soldi per l'abbattimento e la ricostruzione dell'ex Ipsiasar, e così per l'Istituto di viale Don Bosco: si potrebbe procedere. Il problema è che non hanno contezza di cosa fare, se spostare altrove o ricostruirle in loco. E ancora: non è compito nostro pianificare, o meno, la realizzazione di campus scolastico: è evidente, però, che non si può immaginare un centro storico senza scuole, è impensabile. Con la dematerializzazione, in futuro le scuole rappresenteranno gli unici luoghi d'aggregazione fisica; c'è ampia letteratura, in questo senso".

Una riflessione interessante che dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Novembre 2017 11:24

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