Si terrà oggi a Napoli la manifestazione nazionale "Stop Biocidio #fiume in piena” organizzata da comitati e associazioni campane per denunciare il biocidio che sta sconvolgendo la cosiddetta ‘Terra dei Fuochi’ e l’intera regione provocando centinaia di morti per tumori e gravi patologie. Ma il problema non riguarda solo la Campania perché in Italia vi sono almeno 15.000 siti inquinati, e numerosi sono anche in Abruzzo, costantemente esposto a rischi ambientali.
Due casi esemplari: Bussi, storia lunga, e Ombrina Mare, storia dell’ultim’ora.
Nella provincia di Pescara mezzo milione di persone ha bevuto per decenni l'acqua avvelenata di Bussi, dove enormi discariche scoperte nel 2007 e un sito industriale ad oggi ancora non bonificati incombono sulla vallata del fiume Pescara, inquinata fino alla foce. Due milioni di tonnellate di materiale contaminato che per ora è stato semplicemente coperto e che aspetta di essere bonificato ma per cui ancora non sono state trovate soluzioni e soprattutto fondi. Inoltre a Bussi e Popoli diverse sono le persone che lavoravano nello stabilimento colpite poi da leucemia e tumori.
A sette mesi dalla grande manifestazione regionale con cui 40.000 persone hanno detto il no dell’Abruzzo al progetto di Ombrina Mare presso Ortona, sulla Costa dei Trabocchi, il rischio di nuove perforazioni a terra o in mare non è completamente sventato. Per di più, le recenti copiose precipitazioni hanno letteralmente spazzato via un pezzo della costa che dovrebbe essere invece trasformata in area naturalistica protetta.
Con queste motivazioni oggi un autobus partirà da Pescara al fine di unire la voce dell’Abruzzo alla manifestazione in Campania; tanti cittadini, uniti a gruppi quali Zona22 di San Vito Chietino, il WWF e l’Abruzzo Social Forum, da anni impegnato in difesa dell’ambiente, incontreranno a Napoli associazioni e comitati impegnati nella dura lotta contro i rifiuti e la devastazione ambientale.
“Mancano le risorse economiche” è la risposta che ci si sente dare il più delle volte: ma gli abruzzesi, come altri movimenti italiani, continuano con insistenza a chiedere un’inversione di tendenza nel modello di sviluppo da perseguire; i fondi in questi anni destinati all'acquisto degli F35 o alla realizzazione di grandi opere come il TAV in Val di Susa o il ponte sullo stretto a Messina sarebbero sufficienti per mettere in sicurezza l’intero territorio, abruzzese e italiano, al fine di evitare nuove frane, alluvioni, terremoti.
La salvaguardia del territorio sarà anche il tema della prossima edizione della Fiera della Domenica, manifestazione itinerante sul territorio regionale che questa domenica avrà luogo proprio nel comune di Bussi sul Tirino. Si parlerà chiaramente di Bussi e della sua storia industriale chimica fino all'odierno stabilimento Solvay; oltre al mercato dei produttori agricoli e artigianali ci sarà, nel pomeriggio, un’assemblea pubblica nella quale interverranno Giovanni Damiani (Università della Tuscia), Edwige Ricci (Associazione Bussiciriguarda), Federica Piccoli (ricercatrice MarioNegriSud), Francesco Rizzo (Unione Sindacale di Base dell'ILVA di Taranto). Marcello Benegiamo (Archivio di Stato di Chieti, Università D'Annunzio) presenterà, in anteprima nazionale, il suo libro "Bussi: la storia industriale". Appuntamento alle 10, nelle stanze del Comune, e fino a sera.