Martedì, 12 Dicembre 2017 12:28

La storia dell'Aquila tra Sei e Settecento: presentazione del libro "San Filippo Neri e gli Oratoriani"

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Venerdì 15 dicembre, alle ore 17, all'Aquila, a Palazzo Fibbioni, si terrà la presentazione del libro San Filippo Neri e gli Oratoriani dell’Aquila (Roma, Aracne 2017) di Stefano Boero, ricercatore in Storia moderna all’Università degli Studi dell’Aquila.

Oltre alla presenza dell'autore, sono previsti interventi di Silvia Mantini, professoressa di Storia moderna all'Università dell'Aquila; Flavio Rurale, dell'Università di Udine, e di Vittoria Fiorelli, dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

L'evento è il primo appuntamento del progetto “Ricostruire luoghi, restituire memorie”, coordinato da Silvia Mantini, che proseguirà con la collaborazione con la ricerca di Ateneo Incipict.

Alla presentazione parteciperanno anche l'assessore comunale alla Cultura Sabrina Di Cosimo, la rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi, il direttore del Dipartimento di Scienze Umane Simone Gozzano, il presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani e Antonio Massena, direttore artistico dei Cantieri dell'Immaginario.

Pubblichiamo, di seguito, uno scritto della professoressa Mantini sul volume di Boero e sulla recente riapertura della chiesa/ex teatro di San Filippo.

La Storia rientra negli edifici ristrutturati all’Aquila: San Filippo Neri e gli Oratoriani

Di Silvia Mantini - In questi mesi, e nei prossimi, sempre più la ricostruzione di palazzi e chiese del centro storico dell’Aquila restituisce allo stupore della collettività bellezze rimaste a lungo sommerse dalle fratture del tempo e della terra.

Generazioni rimaste estranee ad antiche architetture, in una città puntellata che ha segnato la loro crescita, rientrano in luoghi spesso mai conosciuti prima, mentre la comunità adulta tenta di ripercorrere identità sbiadite dall’assenza di tracce troppo a lungo silenziose.

Così un po’ alla volta la Storia rientra nei luoghi restaurati, restituendo spesso alfabeti di un linguaggio sconosciuto anche fino al 5 aprile 2009, con nuovi archi, porte, affreschi che spuntano per ricollegare tempi che non si erano mai incontrati.

Nell’imminenza della riapertura alla cittadinanza della Chiesa di San Filippo Neri, il volume di Stefano Boero (Università degli Studi dell’Aquila) San Filippo Neri e gli Oratoriani dell’Aquila (Roma, Aracne 2017) riporta la Storia nella Chiesa filippina, nel Convento, nella Congregazione, nell’Oratorio, in quell’area dove, nel Seicento, si costruiva all’Aquila il polo spirituale e culturale più importante della città, in una evidente tensione intellettuale, e non solo, rispetto a quella dei Gesuiti, insediati nel 1596.

Il libro di Stefano Boero ripercorre la storia della Congregazione, fondamentale nel suo ruolo religioso, artistico, musicale e assistenziale tra Sei e Settecento, nel quadro di una rete internazionale di relazioni che coinvolgeva le varie case filippine della penisola e la corte romana.

La ricerca di Boero, rigorosa e frutto di uno studio di molti anni di indagini condotte nelle Biblioteche e negli Archivi nazionali e internazionali, pone L’Aquila, con i suoi personaggi come De Nardis, Magnante e poi Centi, fondatori degli Oratoriani, al centro di reti di relazioni molto intense nel Regno di Napoli, nella corte di Roma, nella Penisola.

Inoltre il libro riflette su quella capacità di costruzione di una forte comunicazione tra istituzioni e società,  che i membri della Congregazione, prevalentemente laici, dimostrarono con pratiche e atteggiamenti spirituali e politici.  

“Il linguaggio della comunicazione nell’Europa del Seicento e del Settecento”, come sottolinea Silvia Mantini nella presentazione, condivisa con Samuel Ditchfild dell’Università di York, “aveva un alfabeto complesso, con i suoi molteplici livelli di percezione dei messaggi e con quel misto di etica, politica, cultura delle arti, impegno sociale, che racchiudeva la visione religiosa del mondo e intuiva l’arrivo di nuove configurazioni del reale.

La Congregazione comprese l’importanza della costruzione di questo linguaggio e della comunicazione di una nuova dimensione di spiritualità. La capacità degli uomini di San Filippo di introdurre uno stretto rapporto tra devozione e carità consentì loro di disegnare una relazione intensissima tra l’istituzione religiosa e la società, che fu il carattere distintivo del ruolo degli Oratoriani nella penisola e in Europa tra i secoli XVII e XVIII.

La Congregazione dell’Aquila, fondata nel 1607, si distinse per l'impegno nella cultura artistica e musicale, per l'assistenza a donne "pericolanti", a malati, a orfani; i suoi membri aderirono alle più importanti Accademie aquilane, note anche per le produzioni teatrali, quasi anticipando la vocazione dei locali interni alla Chiesa, gioiello di raffinato barocco.

I Filippini, al pari dei Gesuiti, costruirono una rete internazionale di relazioni che coinvolgeva le varie case oratoriane della penisola e, in particolare, la corte romana”.

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