Martedì, 02 Gennaio 2018 14:05

Parco della Memoria, raccolta firme 'contro': "Piazzale Paoli resti com'è"

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Si arricchisce di un ulteriore capitolo la travagliata vicenda del Parco della Memoria che dovrebbe sorgere in piazzale Paoli; è in corso, infatti, una raccolta firme a sostegno di una petizione che, sostanzialmente, chiede il progetto venga 'cestinato', e il monumento alla memoria realizzato altrove.

Una premessa è d'obbligo: è deplorevole che il Comune dell'Aquila, in 8 anni e mezzo, non abbia ancora trovato il modo di rendere omaggio alla memoria delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009.

Ma andiamo con ordine.

Correva l'anno 2013: alla vigilia del quarto anniversario del sisma, il Comune pubblicò un bando di concorso d'idee per la realizzazione del Parco della Memoria. "Abbiamo dato seguito a una precisa volontà del Consiglio comunale, ribadita dal sindaco Cialente e della giunta – spiegò l'allora assessore alle Opere pubbliche Alfredo Moroni - la municipalità allestirà questo Parco, quale simbolo dell'eterno ricordo della tragedia rappresentata dal terremoto del 6 aprile 2009.

Il luogo scelto non era affatto casuale: piazzale Paoli, infatti, è ricompreso nell'area delimitata da via XX settembre, via Campo di Fossa, via Luigi Sturzo e dalle altre strade in cui è stato registrato il più alto numero di vittime del terremoto. "A caratterizzare il progetto – aggiunse Moroni – dovrà essere una fontana, che sarà chiusa a dicembre di ogni anno, cioè nel mese in cui, nel 2008, iniziò la sequenza sismica, e sarà riattivata il 6 aprile, quale segno di rinascita".

Un anno dopo, il 1° aprile del 2014, la commissione insediata per valutare i progetti pervenuti premiò il lavoro di Manfredo Gaeta e Annalisa Di Luzio. A dicembre 2015, il rendering del progetto venne esposto ad Eataly Roma che donò 87.500 euro per la realizzazione del Parco, su un costo totale stimato di 700mila euro che, spiegò l'allora sindaco Massimo Cialente, "saranno repertiti anche attraverso una colletta fra i cittadini aquilani".

Cialente aggiunse: "i lavori potrebbero partire già entro la fine del 2016".

A febbraio, la presentazione a L'Aquila: venne svelato che il Parco sarebbe stato articolato su tre livelli - una platea iniziale dotata di fascia verde, un livello intermedio chimato 'Piazza 6 Aprile' e infine la piazza commemorativa vera e propria con la fontana monumentale - su un'area di 7 mila e 800 metri quadri, integrata con l'area verde della Villa Comunale e col piazzale antistante il Palazzo dell'Emiciclo. "Nella piazza commemorativa, dove saranno sistemate le targhe con i nomi delle vittime" - spiegò l’ingegner Gaeta nel corso dell'incontro - "troverà posto una grande fontana monumentale. Sotto il pelo dell’acqua correranno delle radici che rappresentano le radici della città, e che andranno a convergere verso il punto dove un sorgerà un obelisco, elemento che idealmente collega la terra con il cielo".

Pochi mesi dopo, nel maggio 2016, il primo cittadino spiegò, tuttavia, che i fondi già accantonati dall'anno precedente "non potevano essere utilizzati" se non fosse stato redatto il progetto definitivo, sollecitando in questo senso i progettisti che, di rimando, risposero che avrebbero concluso il lavoro "una volta accertato l'ammontare totale dei fondi effettivamente disponibili".

Si è arrivati, così, alla fine del mandato: a margine di una conferenza stampa tenuta dall'assessorato alle Opere pubbliche, venne assicurato che il Parco della Memoria era tra i lavori che sarebbero andati in gara d'appalto entro la fine del 2017. Ad oggi, non si hanno ulteriori notizie. Con l'amarezza dei familiari delle vittime che, fin dalla presentazione del progetto ad inizio 2016, avevano giudicato l'iniziativa "tardiva e, soprattutto, non sentita né sospinta dal resto della città". "Vorrei ricordare - le parole di Vincenzo Vittorini - che la realizzazione del simbolo è tale se c’è tempistica adeguata, e se parte da una comunità di cui l’istituzione, e non c’è alcuna polemica, è la massima rappresentanza. Ritengo - aggiunse l'allora consigliere comunale - che non ci siamo affatto con la tempistica. Inoltre, il simbolo è tale se viene chiesto da tutta la comunità, non da chi ha patito il danno. La richiesta è partita non dalla città ma dai familiari delle vittime. Tante cose potevano essere fatte a costo zero per ricordare i nostri figli e quei figli che altri genitori avevano affidato a questa città. C’era bisogno di un segno, subito, un luogo che poi poteva essere migliorato".

Ed invece, è andata diversamente.

Anzi, in queste ore è stata lanciata una raccolta firme a sostegno di una petizione che chiede di preservare piazzale Paoli così com'era e d'individuare un altro luogo ove rendere il giusto tributo alla memoria delle vittime del terremoto.

Piazzale Paoli - leggiamo dalla petizione - "è un parco monumentale, realizzato negli anni '20/'30 del secolo scorso, facente parte integrante della Villa Comunale. Quando fu realizzato, si operò la piantumazione di alberi di grande qualità (Cedri, Sequoie, ecc.) ed ognuno riportava il cartello con scritto il tipo di pianta messa a dimora. Questo ci testimonia l’attenzione che i nostri padri ebbero nella realizzazione del verde cittadino", sostengono i promotori della raccolta firme. L’aspetto architettonico semicircolare ad anfiteatro e le gradinate che convergono verso il Monumento ai Caduti, orientate esattamente al centro dell’Emiciclo, "dimostrano - tra l'altro - la continuità architettonica del Parco con la Villa Comunale e gli edifici storici ad essa integrati".

Piazzale Paoli - viene ricordato - "ha visto crescere intere generazioni di giovani aquilani che, in estate, lo vivevano giocando 'a pallone' e scorrazzando nel verde: all’imbrunire, li vedevi con le fidanzate seduti sui muretti. Così sono nate tante famiglie aquilane. In inverno, i vialetti e le gradinate diventavano, con un po’ di neve, piste per le slitte. Era un piacere sentire il vociare dei tanti bambini che giocavano nella neve. Il piazzale, inoltre, ha sempre svolto la funzione di 'punto di fuga e di raccolta' in caso di qualche 'scossetta' di terremoto. Un luogo sicuro ove poter trascorrere qualche ora in macchina in caso di emergenza", viene ribadito dai promotori. Che chiariscono, tuttavia, la funzione vera che svolgeva la piazza almeno fino all'apertura del terminal di Collemaggio: un parcheggio a servizio delle attività del centro storico. "Tale parcheggio fu chiuso ed il Piazzale arredato con qualche giochino per i bambini. Questa scelta, dell’allora amministrazione Tempesta, fu presa al fine di indirizzare gli aquilani verso il nuovo Parcheggio Lorenzo Natali di Collemaggio, appena inaugurato. Tuttavia, non dette i risultati attesi: anzi, allontanò gli aquilani dal centro storico che iniziò a deperire", l'affondo dei promotori della petizione che sottolineano come, peraltro, "si riempirono di auto le strade interne del quartiere della Villa Comunale".

Ora, in piazzale Paoli si vuole realizzare il Parco della Memoria; insomma, "si persevera nell’errore", è questa l'idea che sta al cuore della petizione, con un progetto - sostengono i promotori - "promosso da un comitato di Lanciano (CH)". E' vero, tra i promotori c'è Maria Grazia Piccinini, avvocato lancianese, che è la mamma, tuttavia, di Ilaria Rambaldi, studentessa di Ingegneria morta a L'Aquila la notte del 6 aprile, nel crollo di una palazzina di via Campo di Fossa. Insomma, non è un comitato come un altro e, in questi casi, ci vorrebbe, almeno, un poco di delicatezza.

Sta di fatto che i promotori della petizione denunciano come il progetto porterebbe "all'abbattimento di numerosi alberi con la realizzazione di un non meglio definito 'giardino ascetico orientale secco' (…?); alla realizzazione di un'enorme peschiera grande quanto il piazzale (pensate alla manutenzione…) con al centro un obelisco di 18 metri d'altezza, oltre all’eliminazione di tutti i posti auto". Tale progetto - la denuncia - "è stato selezionato da una 'commissione di esperti' e deliberato dalla vecchia amministrazione senza interpellare i residenti del quartiere"; residenti cui, evidentemente non piace, e per questo "non si deve fare".

I motivi vengono ribaditi nella petizione: innanzitutto, "gli alberi sono secolari e vanno tutelati. Il verde si deve mantenere, pulire e manutenere. Chi dice che gli alberi di piazzale Paoli sono alla fine della vita vegetativa afferma il falso. Quelli che dovessero risultare malati o a fine vita andranno sostituiti previa perizia e controllo di esperti agronomi. Chi dovesse abbattere senza reale motivo questi alberi secolari si renderebbe colpevole di gravi danni alla Comunità Cittadina";inoltre, "il piazzale, semplicemente ripulito e riparato nei pochi danni ai muretti e alle panchine, con poca spesa, va mantenuto così com'è. In tal modo, si conserva la memoria del passato. La memoria per le vittime del terremoto - sostengono i promotori della raccolta firme - non si realizza distruggendo un patrimonio cittadino. Occorre trovare un modo più consono all’obiettivo prefisso: per esempio realizzando un 'Parco della Memoria delle Vittime del terremoto' in un luogo più adatto, come nel sito della ex Casa dello Studente o altrove".

E poi c'è la questione 'vera', come detto, i parcheggi: "ripristinando il parcheggio nel piazzale si possono ricreare 100 posti auto che, gestiti con disco orario di due ore, valido di giorno dalle 8 alle 20 in forma gratuita, genererebbero una rotazione di parcheggi fino a 500 auto", la presa di posizione. "La sera, il parcheggio libero fino al mattino seguente produrrebbe frequentazione dei locali in centro e comodità per tutti. I giochi per i bambini, che erano al centro del Piazzale, potrebbero tranquillamente tornare alla Villa Comunale, dove sono sempre stati. Non dimentichiamo, inoltre, che il piazzale tornerebbe ad essere un punto strategico di fuga e di raccolta in caso di scossa tellurica, senza il pericolo di ricevere un 'obelisco di 18 metri in testa'".

Per finire, soltanto in questo modo "si potrà giustificare la presenza dei parcheggi 'blu', ovvero a pagamento, in prossimità del Grand Hotel e tutt’intorno alla Villa Comunale che, al contrario, rappresenterebbero solo una 'vessazione' per i cittadini che non hanno alternative per lasciare la propria auto".

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