Mercoledì, 31 Gennaio 2018 17:01

Grandi eventi naturali e memoria corta: su NewsTown, appuntamento quindicinale con Antonio Moretti

di  Antonio Moretti

Inauguriamo su NewsTown un nuovo appuntamento quindicinale col professor Antonio Moretti.

L'obiettivo che ci prefiggiamo è d'informare i nostri lettori su grandi frane, eruzioni catastrofiche, disastrosi terremoti che punteggiano la geologia recente del nostro pianeta e della nostra stessa penisola, cercandone le traccia intorno a noi.

I rischi naturali esistono: l'unica maniera di proteggersi è coltivarne la memoria per assumere le giuste precauzioni.

Buona lettura!

 

Grandi eventi naturali e memoria corta

1631 - VesuvioQuando qualcuno pronuncia la parola “Vesuvio” la memoria di tutti va alla grande eruzione pliniana del 79 d.C., quella di Ercolano e Pompei per intenderci.

Roba vecchia, seppellita nelle pagine dei libri ancor più che dalle ceneri del vulcano, appartenente ad un tempo remoto che non trova più spazio nella moderna era tecnologica.

Stranamente, ben pochi ricordano l’eruzione del 17 dicembre 1631, che distrusse Torre del Greco e S.Sebastiano, causando circa 10.000 vittime. Ai danni del vulcano si aggiunsero, nelle ore e nei giorni immediatamente successivi all’eruzione, quelli dei terremoti, dei maremoti, delle alluvioni e delle colate di ceneri, tutti fenomeni conseguenti alla violenta liberazione del magma.

1760 VesuvioCosì descrivono il misero spettacolo delle campagne napoletane i funzionari del Vicerè di Napoli, inviati a verificare i danni: “… chi arso, chi secco, chi puzzolente, chi senza capo, chi senza braccia, chi senza gambe, molti stanno con li piedi all’aria, […] qua si trovava una coscia di huomo, una capra morta […] di qua un busto che non si conosceve di chi fusse, qui una testa di animale, un capo di huomo, da questa parte una capra morta, da quest’altra una coscia di huomo, una spalla, un piede sopra una gamba, un huomo morto, chi aveva levato la pelle, e carne sotto li piedi […] chi arso, chi arrostito…”.

1794 torre del grecoSono passati meno di 400 anni da quell’evento, per non parlare delle tante eruzioni successive (l’ultima grande eruzione fu nel 1944) ma già milioni di formichine umane brulicano ai piedi del gigante, costruiscono operose le loro tane, allevano con amore i propri figli proprio la dove la furia del fuoco si è scatenata più e più volte.

Possibile che la memoria umana sia così corta?

1861 Torre del GrecoSembra proprio di si, se già dopo l’eruzione del 1631, sulle mura di Portici fu esposto dalle autorità il seguente avviso: “Posteri, posteri, La cosa riguarda voi. Prendete nota. Venti volte a partire dalla creazione del Sole, se la storia non racconta favole, il Vesuvio ha bruciato, sempre causando grande distruzione a coloro che esitano. [..…] Se avrete timore della montagna, vi salverete; se la canzonerete, distruggerà lo sprovveduto e l’avido, per il quale la casa e i beni materiali sono più importanti della vita stessa. Tu, se sei saggio, ascolta la pietra che grida. Ignora la tua casa, ignora i tuoi beni, scappa senza ritardo. Antonio Suares Messia, Marchese di Vico, prefetto delle strade.” (*)

Se già dimentichiamo l’ incombente minaccia di un vulcano, pur ben visibile ed inquietante davanti agli occhi di tutti, quale memoria possiamo conservare dei cupi tremori nascosti nelle viscere del pianeta? Eppure ogni tanto il gigante si risveglia, spesso con furia molto maggiore di quanto la storia scritta si ricordi. Grandi frane, eruzioni catastrofiche, disastrosi terremoti punteggiano la geologia recente della nostro pianeta e della nostra stessa penisola. 

1944 VesuvioCi sono stati, e ci saranno nuovamente, eventi così grandi che nessuna società umana, per quanto ben attrezzata ed organizzata (e la nostra non lo è) potrà affrontare da sola. Ci sono state, e ci saranno nuovamente, frane così grandi ed improvvise che nessuna “messa in sicurezza” potrà fermare. Ci sono stati, e ci saranno nuovamente, terremoti estesi su aree così vaste che nessuna Protezione Civile avrà tende ed aiuti a sufficienza per tutti, e nessuno stato soldi abbastanza per assistere ed indennizzare le popolazioni colpite. Allora, quando la disperazione di tutti non sarà più un business per pochi, lo stato impotente ci abbandonerà a noi stessi. O forse, più semplicemente, sparirà, e ciascuno dovrà contare solo sulle proprie forze e sulla propria preparazione per aiutare se stesso e le persone e lui vicine.

2018 - VesuvioSembra lo scenario di un libro di fantascienza catastrofistica, lo so, ma le tracce di molti di questi eventi sono attorno a noi, scolpite nei fianchi delle nostre montagne o sepolte nelle cavità del sottosuolo, scritte tra le pagine ordinate dei sedimenti di antichi laghi o accatastate nel caos selvaggio delle grandi frane rocciose. Nelle prossime settimane, sulle pagine di News Town, vi accompagneremo alla ricerca delle testimonianze del nostro turbolento passato, in un viaggio attraverso una natura selvaggia e violenta, eppur così inaspettatamente familiare, vicina a noi nel tempo e nello spazio. 

(*) queste, ed altre importanti informazioni sulla dinamica del nostro Pianeta, sono state prese dal libro “Aria, acqua, terra e fuoco” di Fabio Vittorio de Blasio. Una lettura avvincente che consiglio a tutti i geocuriosi!

 

Ultima modifica il Giovedì, 01 Febbraio 2018 10:40

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