Potrebbe nascere all’Aquila il Centro nazionale sui terremoti e il clima che, dal 2021, sfrutterà il supercalcolo di Leonardo.
Lo scrive, stamane, il Corriere della Sera nelle pagine dedicate all’Innovazione, riportando le parole di Paola Inverardi, scienziata, rappresentante italiana della Impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni, già rettrice dell’Università degli studi dell’Aquila.
L’Italia è stata selezionata per ospitare uno dei supercomputer del futuro, in grado di raggiungere una potenza di calcolo nell’ordine dei 200 milioni di miliardi di operazioni al secondo; ‘Leonardo’, questo il nome, è al Cineca di Bologna.
Ebbene, l’obiettivo è di creare attorno all’hub di Bologna una rete di centri di competenze che associno università, istituti di ricerca e imprese per molteplici applicazioni. Fra gli altri, è stata definita l’istituzione di un centro d’eccellenza che supporti le decisioni di allerta e mitigazione dell’impatto relativamente a quelle che sono situazioni di rischio. Prevalentemente rischio sismico, ma anche cambiamento climatico e gestione di quelle che possono essere situazioni di fragilità sanitaria, come la pandemia da covid-19.
“Su stimolo della Commissione europea, il Miur ha cercato di promuovere la nascita di centri d’eccellenza, con specifiche applicative differenti, localizzati in territori che in qualche modo sono sensibili nell’ambito applicativo”, ha spiegato Inverardi al Corriere della Sera. “A bordo del progetto a cui stiamo lavorando a tempo pieno, ci sono Cnr, Istituto nazionale di Fisica Nucleare e le maggiori università del Centro Italia; una collaborazione di lunga data – ha aggiunto la ex rettrice di Univaq – nata a seguito del sisma del 6 aprile 2009. Questa ‘apertura’ nel lavorare insieme è la dote che ci è rimasta e che stiamo attuando”.
Con Leonardo ci sarà la possibilità di modellare gli effetti accoppiati di diversi fenomeni e di costruire dei modelli numerici che sono in grado di elaborare le interazioni e le conseguenze degli eventi. Ed il centro, potrebbe nascere proprio all’Aquila. “Non è ancora deciso – tiene a precisare Inverardi – è molto probabile che ci sarà una localizzazione diffusa di queste competenze, magari con livelli diversi. Per ora siamo una comunità accademica con la volontà comune di coinvolgere i territori e convincerli a lavorare in un’ottica nazionale”.