“Inizia in maniera encomiabile l’anno 2018 per la pediatria Universitaria dell’Aquila e per il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche”. E’ quanto afferma con molta soddisfazione il prof. Edoardo Alesse, direttore del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche (DISCAB), nel comunicare che due importanti lavori scientifici, pubblicati nel primo trimestre dell’anno, vedono tra gli autori il prof. Alberto Verrotti, professore ordinario di Pediatria presso l’Università dell’Aquila e direttore della UOSD di Pediatria presso l’ospedale San Salvatore del capoluogo.
Nel primo studio, pubblicato nel numero del 22 marzo della prestigiosa rivista Journal of Clinical Investigation è descritto il ruolo della indoleamina 2,3 diossigenasi 1 (IDO1) nella patogenesi del diabete di tipo 1, detto anche dell’età giovanile o insulino-dipendente. L’enzima IDO1 riduce i livelli dell’aminoacido triptofano e provoca la produzione di molecole immunoregolatorie chiamate chinurenine. Finora non era nota nessuna relazione tra diabete di tipo 1 e alterati livelli e/o funzione dell’enzima IDOI1. Questo studio dimostra che nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 è alterato il metabolismo del triptofano e ridotta l’attività di IDO1. L'osservazione induce a ipotizzare che il ripristino di una normale funzione dell’enzima possa avere importanti implicazioni terapeutiche interferendo con il processo autoimmunitario responsabile della distruzione delle cellule beta del pancreas e della patologia diabetica di tipo 1.
Il secondo studio pubblicato a marzo sulla rivista Nature Review Neurology a firma del prof. Verrotti e dalla dr.ssa Chiara Mazzocchetti, descrive le novità nel trattamento dello stato di male epilettico refrattario, una delle emergenze neurologiche più gravi, temibili e che necessitano di una terapia più precoce possibile. Recentemente è stato dimostrato che un ritardo nell’inizio del tratttamento superiore a 10 minuti dopo l’insorgenza delle crisi epilettiche è associato ad un aumento della morbidità e della mortalità in età pediatrica. Al contrario l’immediata somministrazione di benzodiazepine è fondamentale per una buona risposta terapeutica. Queste osservazioni sono importanti per lo sviluppo di futuri protocolli di gestione farmacologica, che tengano in conto il parametro tempo come fondamentale elemento di successo terapeutico.