Scorrano. Una piccola frazione di un piccolo comune.
Siamo nel teramano, a Cellino Attanasio, un paese di poco più di duemila abitanti segnato profondamente dalla nevicata e dal terremoto del gennaio 2017. Scorrano è una sua frazione che, per alcuni giorni, si è trasformata nel set di un cortometraggio dal titolo evocativo: Supersantos.
Si tratta di un racconto che ci riporta dritti negli anni '90, in cui tra innovazioni tecnologiche e modi nuovi di apprendere e giocare gli adolescenti crescevano con walkman e Tamagotchi, Converse e Invicta, Crash Bandicoot e Kick Off. Una delle immagini iconografiche di quegli anni è proprio il pallone Supersantos - chi non ne ha avuti? - che sarà il filo conduttore della storia di due fratelli, Michele e Matteo, di 12 e 10 anni.
Un'atmosfera nostalgica dunque, per una storia di cui non vogliamo svelare i dettagli ma che vedrà i due protagonisti affrontare il loro primo distacco.
Abbiamo raggiunto al telefono Lorenzo Pallotta, regista del cortometraggio insieme con lo sceneggiatore Gabriele Genovese. La prima domanda è di rito: tra i tantissimi borghi del nostro Abruzzo, come siete arrivati a scegliere Scorrano?
"Il piccolo borgo è stato scelto un po' per caso: stavamo girando per l'Abruzzo alla ricerca di location adatte per un altro lavoro in cui saremo impegnati ad agosto. Arrivati a Scorrano, abbiamo sentito un'atmosfera magica: incantevoli panorami che spaziano dal mare alla montagna, un piccolo paese in cui abbiamo sentito di dover girare qualcosa. Lo sceneggiatore Genovese aveva scritto per me un soggetto, Supersantos, quando ero in Spagna, che doveva essere ambientato lì. In realtà, il lavoro è diventato un documentario e Scorrano era perfetta per realizzare la sceneggiatura, rimasta nel cassetto.
Gli anni '90, il filo conduttore del calcio: quanto c'è di autobiografico nel cortometraggio?
Quando abbiamo visto Scorrano abbiamo deciso di far entrare il soggetto, che era molto semplice, in contatto con la nostra pelle e i ricordi della nostra adolescenza negli anni '90: la play station 1, il calcio, i giochi all'aria aperta e in campagna che nei paesi erano tutto per noi. Io sono di Collevecchio (Montorio al Vomano), un borgo di 200 abitanti, e la nostra vita di bambini e poi adolescenti è stata questo. Di autobiografico c'è l'atmosfera di noia e allo stesso tempo di attesa, aspettativa verso qualcosa di nuovo che accade solitamente quando, per un qualche motivo, si lascia il paese. E' quello che accadrà ad uno dei due protagonisti, che si trasferirà nella capitale... Ed è quello che in effetti è successo anche a noi: il nostro gruppo di lavoro è formato da professionisti che provengono da tutta Italia e che sono andati via dal proprio luogo di origine.
Il Comune di Cellino Attanasio sta portato avanti numerose iniziative di aggregazione sociale e di microeconomia per il territorio. Le riprese sono terminate qualche giorno fa. Come vi ha accolto la comunità di Scorrano?
La comunità di Scorrano ci ha supportato dal punto di vista economico, logistico, in tutto. L'amministrazione comunale è stata fin da subito bendisposta e disponibile, e i cittadini ci hanno sostenuto e aiutato anche nel risparmiare su alcuni aspetti della produzione, cosa non da poco dovendo girare con un budget ristretto. Fondamentale è stato l'apporto dei ragazzi di Scorrano, che ci hanno guidato alla scoperta di angoli del paese e scorci di campagna che si sono rivelati preziosi per il cortometraggio. La gente di Scorrano ci ha dato fiducia, ed è una caratteristica che differenzia questo paese - e ne fa un esempio da seguire - da tanti altri dove anche siamo stati per dei sopralluoghi e dove c'era molta diffidenza nei confronti di noi giovani e del nostro lavoro nel cinema.
E' il primo lavoro che decidi di girare nella tua terra?
No, è la terza volta che giriamo in Abruzzo, ma è la prima volta che chiediamo un aiuto, sia al paese in cui abbiamo deciso di lavorare sia attraverso il crowdfunding. Le altre volte avevamo mezzi di livello inferiore, perché non è facile lavorare non avendo una Film Commission. Abbiamo girato sia nella zona di Roseto sia nel Parco Nazionale d'Abruzzo avendo iniziato, negli ultimi anni, a rendermi conto del potenziale che la nostra regione può avere anche nel settore cinematografico.
All'estero il crowdfunding è un metodo che funziona tantissimo: persino molte opere prime vengono realizzate con questa forma di sostegno economico. Come sta andando il vostro crowdfunding, da dove stanno arrivandole donazioni?
Diciamo che non sta andando secondo le nostre aspettative: amici e familiari stanno sostenendo il cortometraggio, ma mi aspettavo che ci fossero più giovani. Probabilmente il nostro lavoro non è ben compreso, o meglio, non è riconosciuto. In generale forse, ma nel nostro caro Abruzzo ancor di più, c'è un approccio culturale caratterizzato da sfiducia, da poca voglia di mettersi in gioco e rischiare per una cosa come l'arte. In realtà, quando la nostra gente si impegna mostra non solo forza d'animo ma anche spessore artistico: ti confido che a Scorrano, e in Abruzzo in generale, ho avuto occasione di lavorare con ragazzi molto più bravi a livello attoriale di tanti loro colleghi visti a Roma o a Milano.
Salutiamo Lorenzo, facendogli il nostro in bocca al lupo per questo e per i prossimi progetti. Vivere e lavorare in Abruzzo è sempre più un'azione di resilienza. Che in un qualche modo questa volta ha legato con un filo rosso la piccola ma viva comunità di Scorrano ad un regista abruzzese che, pur avendo dovuto lasciare Collevecchio per lavorare, crede fortemente nelle potenzialità del suo territorio. Ricordiamo che è possibile dare il proprio contributo alla realizzazione del cortometraggio Supersantos attraverso il crowdfunding che è quasi a metà del budget necessario e che sarà aperto probabilmente ancora per un mese.
Pagina fb: Supersantos
Crowdfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/supersantos/