Venerdì, 20 Gennaio 2017 20:30

Abruzzo, i Comuni del teramano in ginocchio: le voci della disperazione

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"Ho pensato che saremmo morti come topi nella trappola": queste le parole con cui è iniziata la nostra conversazione telefonica con una cittadina di Scorrano, frazione di circa 70 abitanti nel Comune di Cellino Attanasio (TE), che preferisce restare anonima. All'inizio della settimana, una coltre di 2 metri di neve aveva coperto le case, e martedì 17 era andata anche via la luce a causa della caduta di alcuni pali. Questo non sarebbe stato un grosso problema da affrontare: con il camino acceso e le candele, "speri che non succeda che qualcuno si senta male e vai avanti". Ma con il terremoto no.

E' stato proprio il concatenarsi di neve e terremoto a mettere in ginocchio moltissimi paesi della provincia di Teramo.

Francesca, la chiameremo così, era riuscita pian piano a farsi strada, nei 2 metri di neve accumulati innanzi la porta di casa, della grandezza di una pala, per poter prendere la legna accatastata vicino la casa. "Ma dopo le scosse di terremoto, in cui l'istinto e la paura tendono a farti uscire di casa, ci siamo sentiti in trappola, con un muro di neve fuori, senza elettricità e linee telefoniche per chiedere aiuto, con anziani, malati e disabili nelle case che ci imploravano di essere portati fuori".

I mezzi comunali, qui come altrove, non erano assolutamente in grado di poter pulire i 2 metri di neve e liberare così i cittadini. Così, l'amministrazione ha effettuato numerose segnalazioni alle autorità competenti, a tutti i livelli, senza avere risposta. Il Presidente della Regione aveva comunicato che sarebbe arrivato l'esercito, nel teramano così come nella zona di Chieti, ma qui non è arrivato nessuno: o meglio, è arrivata una camionetta con 4 soldati che nulla hanno potuto fare davanti al drammatico scenario del territorio.

A quel punto il sindaco si è attivato chiamando ditte private per noleggiare mezzi e provvedere autonomamente alla pulizia delle strade, ma molte ditte erano già impegnate nei lavori di ripristino della viabilità nelle strade statali. Fortunatamente tramite una conoscenza è stata trovata una ditta privata - che dovrà ovviamente essere pagata - per pulire le strade.

Così, sui circa 70 abitanti di Scorrano oggi ne sono andati via più della metà, ospitati da amici e parenti sulla costa adriatica: sono rimasti in 30. Finalmente oggi è arrivato anche un gruppo di operatori - da Venezia - che sta lavorando per ENEL; anche per loro, però, non è facile: non conoscono le strade, si perdono nelle frazioni e nelle campagne, e gli abitanti devono aiutarli anche accompagnandoli. A Scorrano l'elettricità tornerà forse stasera, ma nelle altre frazioni non si sa quando. Il comune al momento ha bisogno di generatori, così da poter per creare anche un'area di coordinamento dei lavori e di riparo per le persone con difficoltà. 

La situazione è ancora critica e ne è un esempio il caso della Fattoria Gioia, azienda situata nel punto più alto del territorio comunale di Cellino Attanasio, al confine con comune di Bisenti, già gravemente danneggiata tempo fa da una grossa frana. Una pesante coltre di 4 metri di neve sta facendo crollare il tetto della stalla, e si spera di riuscire a spostare gli animai, anche se non si sa ancora dove. 

Nei comuni vicini la situazione non è diversa, anzi: tante sono le stalle crollate per il peso della neve, con gli animali morti, e tanti sono i capannoni crollati con al di sotto trattori che potevano essere utilizzati per pulire la neve. Cermignano, Bisenti, Penna S. Andrea, Basciano sono comuni in cui, soprattutto le frazioni, sono ancora completamente isolate dalla neve e senza elettricità. In questo momento a Poggio delle Rose, nel comune di Cermignano, degli elicotteri sono arrivati a prelevare alcune persone in difficoltà da giorni.

A Bisenti un altro allevatore raggiunge ogni giorno i propri animali facendo 3 km a piedi con le ciaspole. I mezzi comunali anche lì non sono sufficienti, e finora non si sono viste turbine. Francesca ci racconta che c'è stato un morto ieri, e hanno pulito solo il pezzo di strada per poter portar via la salma. "Capiamo che tutti gli aiuti siano stati convogliati nelle zone di Campotosto, Montereale e Farindola. Ma noi ci siamo sentiti abbandonati, e quanto abbiamo fatto è stato possibile solo grazie alle nostre forze, senza l'aiuto di nessuno".

"Oggi iniziamo il quarto giorno senza corrente elettrica", si legge in una lettera aperta inviata da un cittadino di Cellino Attanasio al governatore Luciano D'Alfonso (la lettera è stata pubblicata su Cityrumors, ndr). "Abbiamo in casa bambini e anziani ultra ottantenni, in molti casi invalidi e malati impossibilitati a deambulare e allettati. Ora, una gestione più oculata della fornitura dell'energia elettrica è quello e solo quello che si chiede. Sì, i fronti sono tanti lo capisco (lo capiamo non siamo così stolti) ma ridare la fornitura tramite generatori o ponti anche solo per un paio di ore (giusto il tempo di far risalire un po’ le temperature in casa) penso non sia un’impresa epica ma il minimo che si dovrebbe garantire in questi casi. Due ore solo due ore per zona", l'appello disperato. "Manca la volontà o la capacità gestionale, questo è il vero dramma. So che si sta facendo carico delle problematiche in questione: a questo punto, però, credo sia arrivato il momento di tirar fuori le unghie e mettere del pepe sotto al culo di qualche dirigente Enel che, sinceramente, non vorrei più veder seduto al suo posto. Oggi da libero cittadino assumendomi tutte le responsabilità nel mio piccolo inizierò la mia guerra. Voglio far sapere al mondo intero la nostra situazione attuale. Voglio che tutti sappiano che forse chi sta al vertice di certe istituzioni, forse e dico forse, sarebbe meglio stesse in mezzo alla strada a spalar neve. Sempre che abbia le capacità almeno per quello.

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