Maria Josè e il suo compagno Maurizio hanno una fattoria, e la passione per il loro lavoro è già scritta nel nome che hanno scelto: Fattoria Gioia.
Sono in Contrada Valviano, il punto più alto del comune di Cellino Attanasio (TE): vivono qui, con due bimbi di 12 e 8 anni e con 50 capre, 6 maiali, 3 mucche e 20 famiglie di api. Ogni sabato vanno a vendere i loro prodotti al Mercato Contadino di Teramo e, in più, hanno come clienti numerosi Gruppi d'Acquisto Solidale di tutta l'Italia. Può sembrare l'inizio di una favola, manca solo il "c'era una volta"; invece, quella di Maria José e della sua fattoria è una storia che, in alcuni tratti, ha proprio l'aria di un percorso a ostacoli, quasi un calvario.
Tutto inizia ormai quasi due anni fa, il 5 marzo 2015, quando una nevicata rilevante seguita da abbondanti piogge provoca una grossa frana che rompe le tubature della rete idrica e blocca l'unica strada di accesso all'azienda, che così resta isolata e anche senza acqua. "Non è stato facile, ci aveva detto Maria José al tempo, perché gli animali hanno bisogno di bere tanto e spesso e le autobotti per portare l'acqua non possono raggiungerci".
ll Comune di Cellino Attanasio non aveva potuto far nulla, allora la Protezione Civile approntò un intervento d'emergenza, oggi ancora in attesa di consolidamento, e sulla Fattoria Gioia tornò il sereno.
Abbiamo raggiunto Maria José al telefono: oggi, la sua fattoria è al tredicesimo giorno senza elettricità. Qui, a Valviano di Cellino Attanasio, l'emergenza non è affatto superata: la maestosa nevicata delle scorse settimane, unita alle scosse di terremoto, ha provocato nuovamente l'ostruzione della strada, oltre al crollo di due porticati e, probabilmente, dei pannelli fotovoltaici. Anche la sala mungitura è crollata: quindi, la prima cosa che Maria Josè e Maurizio hanno dovuto fare è stata mettere al sicuro gli animali che si trovavano lì e portar via anche le attrezzature utili, come la pompa per la mungitura.
Al momento, la fattoria ha due mucche in mungitura, "e non si può non mungere le mucche 2 volte al giorno", ci spiega Maria José, "si munge non solo per vendere il latte ma perché la mucca può andare incontro ad un problema che si chiama mastite". Fortunatamente la famiglia, proprio per evitare disagi in caso di mancanza d'elettricità, aveva un gruppo elettrogeno che è stato provvidenziale, e non solo per loro: a 4 km dalla Fattoria Gioia vive una famiglia che, nella serata di venerdì scorso, stremata dal freddo per la mancanza di elettricità, ha momentaneamente trovato rifugio da Maria Josè.
"Ci siamo trovati in profonda difficoltà, e abbiamo avuto paura, anche per la nostra attività. In quei giorni qualcuno ci diceva di stare tranquilli, che ci sarebbero stati risarcimenti; le stesse autorità non capivano che c'era un'emergenza in corso, con persone e animali in pericolo di vita. Dopo il terremoto, seguendo l'istinto siamo usciti fuori casa, a piedi avremmo potuto andare via, ma non potevamo abbandonare gli animali. Le emergenze erano e sono talmente tante sul territorio che i bisogni degli allevatori vengono messi da parte".
Non è la prima volta che sentiamo queste parole: molto si è parlato di questo importante e viscerale rapporto tra gli allevatori e i propri animali anche in occasione del terremoto che ha colpito la zona di Amatrice e, parlando a lungo con Maria José, capiamo che, per noi, è difficile comprendere questo legame, che trattiene tante persone nelle nostre zone montane anche in momenti di pericolo.
Probabilmente, la stufa in terra cruda è stata utile a far sciogliere in fretta la neve sul tetto, e dunque non ci sono stati problemi di stabilità, né crolli nell'abitazione o danni al caseificio. Sull'unica strada che porta alla fattoria è stato aperto un varco nella neve solo sabato pomeriggio dal Comune, schiacciato dall'emergenza nelle diverse frazioni e - come altrove - senza i mezzi necessari per affrontare la situazione, e nei giorni successivi volontari del CAI e del Circolo ARCI di Teramo si sono alternati, pale alla mano, ai volontari delle Brigate della Solidarietà Attiva contattati tramite i Gruppi d'Acquisto Solidale e la rete. "L'aiuto di tutti, arrivati da noi a piedi con le pale, è stato fondamentale, ma soprattutto ci ha risollevato l'umore, abbiamo capito che non eravamo completamente soli. Ancora una volta le relazioni umane e la solidarietà sono arrivate lì dove le istituzioni non sono riuscite."
Chiediamo a Maria Josè com'è la situazione oggi, e quali sono i suoi programmi per i prossimi giorni. I bambini, che solitamente frequentano la scuola a Montefino, sono stati "prelevati" domenica, da amici di famiglia, per essere portati a Montesilvano da una cugina, fino a data da destinarsi. Al momento sono ancora nove le famiglie senza corrente, con bambini, anziani e animali. Ci sono molti pali ancora a terra: "abbiamo chiamato l'Enel", spiegano, "ma rispondono che la corrente nella nostra zona c'è; abbiamo il sospetto, e il timore, che la situazione non sarà risolta a breve. Adesso viviamo un giorno alla volta, aspettiamo che si sciolga la neve, il rischio di frane c'è ancora, per le strade ma anche per l'intera collina, per il quantitativo di neve accumulato. Ancora una volta speriamo che le istituzioni facciano qualcosa, perché noi - e le reti di solidarietà che si sono attivate per aiutarci - su questo non possiamo far nulla. In realtà, è questo che ci frena, almeno per ora, nel decidere di far tornare i bambini qui, a casa nostra".