Una mozione che invita il sindaco ed il Consiglio comunale a prendere "una netta presa di distanza da qualsiasi simbologia che rinneghi le radici antifasciste della città dell'Aquila" e a "riconoscersi nei valori democratici e fondanti della nostra Costituzione, violati dalla superficialità, inaccettabile, con cui sono stati utilizzati simboli incostituzionali per argomenti di pubblico interesse".
A presentarla, il capogruppo di Articolo 1 Giustino Masciocco: ora, il presidente Roberto Tinari dovrà inserirla all'ordine del giorno del primo Consiglio utile.
"Ho presentato la mozione in riferimento alla vicenda della simbologia di stampo fascista, riconducibile alla Repubblica di Salò, che figura quale immagine del profilo whatsapp di una chat dei capigruppo di maggioranza", ha spiegato Masciocco che ha voluto ricordare come la Costituzione italiana vieti la ricostituzione del partito fascista" e che la legge numero 645 del 1952 (Legge Scelba) punisce "chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo oppure le sue finalità antidemocratiche".
Fatta questa doverosa premessa, i fatti sono noti. Da notizie di stampa "abbiamo appreso che i capigruppo di maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale ed il sindaco Pierluigi Biondi partecipano ed interagiscono attivamente in una chat su whatsApp, mezzo di comunicazione diffusissimo, esponendo come immagine del profilo del gruppo la bandiera della Repubblica sociale italiana, detta anche Repubblica di Salò, con il fascio littorio, simbolo di guerra dell'Antica Roma e principio rappresentante inequivocabilmente la simbologia fascista, rimandando all'ideologia politica del ventennio, espressamente vietata dalla Costituzione italiana. La città dell'Aquila perse 86 concittadini sotto la Repubblica di Salò, pagando inoltre un durissimo tributo all'occupazione nazifascista, con l'esecuzione dei 9 martiri aquilani, fucilati il 23 settembre 1943, con la strage nazista di Filetto (7 giugno 1944) e quella di Onna (11 giugno 1944); una città, la nostra, che si riconosce nella Costituzione italiana e nei valori dell'antifascismo, i quali sono stati, invece, vilipesi dall'immagine del fascio littorio, diffusa pubblicamente da esponenti di un'amministrazione civica e democratica che dovrebbero, come tali, rispettare i principi fondanti della Repubblica italiana".
Il sindaco Pierluigi Biondi, che non ha ritenuto di dover prendere parte alle celebrazioni del 25 aprile per l'Anniversario della Liberazione del Paese dal nazifascismo, "né di doverne spiegare le ragioni alla cittadinanza - l'affondo di Masciocco - sotto la bandiera illegale del fascio littorio e della Repubblica di Salò è intervenuto nella chat su fatti riguardanti l'amministrazione civica, diffondendo ragioni pubbliche e amministrative sotto quel simbolo, non ritenendolo, evidentemente, oltraggioso ed irrispettoso dei valori repubblicani e democratici".
Dunque, la mozione che il Consiglio dovrà discutere a breve: sarà interessante capire come si muoverà la maggioranza di centrodestra.