Con una nota inviata ai Carabinieri forestali e alle società di gestione degli impianti di risalita sui due versanti del Gran Sasso - Centro turistico del Gran Sasso e il Gran Sasso Teramano - il direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Alfonso Calzolaio, ha comunicato che cinque vie ferrate del massiccio, sistemate l'estate scorsa, sono state finalmente collaudate e, dunque, aperte a escursionisti e alpinisti.
Si legge nel documento, svelato da Stefano Ardito su 'Il Messaggero', che il certificato di regolare esecuzione dei lavori è stato redatto a metà luglio per le ferrate Danesi e Ventricini del Corno Piccolo, per la ferrata Ricci e la via normale della vetta orientale del Corno Grande; è stato collaudato anche l'itinerario attrezzato che conduce al bivacco Bafile su cui, tuttavia, sono necessari piccoli lavori di manutenzione che, comunque, non ne pregiudicano la fruizione in sicurezza. Al contrario non è agibile la ferrata Brizio, quella, per intenderci, che collega la Sella del Brecciaio alla Sella dei Due Corni, poiché alcuni elementi installati risultano danneggiati dagli eventi atmosferici. Si dovrà attendere ancora, invece, per il sentiero del Centenario, che si snoda dal Vado di Corno a Fonte Vetica
I lavori, finanziati da Regione Abruzzo con circa 450mila euro, sono stati avviati l'estate scorsa dal Consorzio Stabile Tottea, che si è aggiudicata la gara d’appalto indetta dal Parco. "Si è aperta una stagione nuova per il turismo montano abruzzese. Per chi vuole provare l'ebbrezza della montagna in tutta la sua essenza, raggiungendo vette altrimenti inaccessibili, è possibile percorrere 'vie ferrate' che come concezione tecnica sono in linea con quanto si può trovare sulle Dolomiti, in assoluta sicurezza", aveva annunciato ad ottobre il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli.
In realtà, detto dei problemi alla ferrata Brizio, i lavori sui nuovi percorsi erano già conclusi da tempo e le ferrate, dunque, prese d'assalto da escursionisti e alpinisti già l'estate scorsa, prima del collaudo ufficiale, sebbene il Cai e le guide alpine non le avessero inserite nei loro programmi per evitare problemi. In effetti, non c'erano cartelli che informassero gli escursionisti 'privati' della situazione. Un cattivo esempio di comunicazione che si è ripetuto ora che i collaudi, invece, sono stati eseguiti.
Spiega ancora Ardito, profondo conoscitore del Gran Sasso, che la nota è giunta alle sezioni del Cai e alle guide alpine per 'vie traverse' e non è stata inviata, tra l'altro, ai rifugi, se non al Fioretti.
Si spera che si possa procedere, al più presto, con una corretta informazione e promozione delle vie ferrate che rappresentano, davvero, un potenziale straordinario per lo sviluppo turistico del Gran Sasso. D'altra parte, la Regione ha investito anche nel miglioramento di oltre mille km di sentieri di bassa e alta quota - per un totale di 2 milioni e mezzo di euro, rimodulati dai fondi Fas 2007/2013 - e i lavori sono praticamente ultimati. "È stata una scelta impegnativa - aveva sottolineato Giovanni Lolli, presentando gli interventi sul massiccio - Il Parco ha messo a disposizione il progetto preliminare per accedere al finanziamento ed è soggetto attuatore per quanto riguarda l'alta e media montagna mentre il comune di Castel del Monte è capofila per i sentieri di bassa quota con il coinvolgimento dell'associazione delle guide alpine che ha dato il suo indispensabile contributo professionale. Un investimento che si accoppia con quello previsto, pari a 22 milioni di euro, per la pista ciclabile che va da Campotosto alla Valle Subequana".
L'obiettivo è dare vita al 'Cammino del Gran Sasso', ha chiarito Lolli; "oramai, una quota sempre crescente di viaggiatori cerca prodotti diversi rispetto a quelli standardizzati e maturi; e l'alta montagna - in questo senso - offre una tipologia d'esperienza straordinaria". Non basta, ovviamente: adesso è necessaria la cartellonistica e c'è il tema della messa a disposizione di strumenti tecnologici per l'utilizzo pieno delle infrastrutture. Tuttavia, si stanno facendo importanti passi in avanti. "Le vie ferrate del Gran Sasso le abbiamo volute e finanziate io e Giovanni Lolli e sono state realizzate dal Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga grazie all'ingegner Alfonso Calzolaio", ha rivendicato il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci; "anche questa è fatta e sarà un'altra opera che sopravviverà alla nostra esistenza".