“L’associazione Gran Sasso Anno Zero pensi ad organizzare il festival, non perda tempo ad inviare comunicati stampa strampalati”.
Così il sindaco Pierluigi Biondi ha replicato agli ideatori del Festival della Montagna che, nei giorni scorsi, avevano inviato una nota chiedendo all’amministrazione se fosse ancora interessata a salvare l’edizione 2018, con la proposta di una “Winter Edition” da realizzarsi in concomitanza col periodo natalizio [qui, la nota completa]. “Le Istituzioni tutte credono ancora in questa iniziativa?”, si sono chiesti i ragazzi di Gran Sasso Anno Zero, ricostruendo le vicissitudini che hanno impedito la realizzazione dell’edizione 2017, dopo le fortunate edizioni degli anni precedenti. Per il 2018 i fondi ci sarebbero, “sono stati stanziati con una delibera, ma non sono sufficienti". L'aspetto più preoccupante della situazione non è tuttavia quello economico, "bensì la lentezza e la scarsa dinamicità e concretezza della macchina comunale nei confronti delle esigenze organizzative del Festival. Preoccupante soprattutto - hanno aggiunto gli organizzatori - è la scarsa comprensione da parte dell'interlocutore del senso e dell'importanza di questa manifestazione per la nostra città”.
Biondi – interrogato sul punto dal consigliere comunale Paolo Romano – ha colto l’occasione per replicare abbastanza duramente: “L’interrogazione mi offre l’opportunità di parlare di una delle tante vicende singolari che si siamo ritrovati ad affrontare”, le sue parole. Il primo cittadino è tornato al 2016, all’istituzionalizzazione dell’evento con la definizione di un comitato organizzatore: “presidente era l’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, vice il suo capo di gabinetto Mauro Marchetti, e tra i componenti spiccava la dirigente al settore che si occupava di gestire i fondi ReStart. Ebbene, il festival 2016 è stato realizzato sulla base di un finanziamento presunto di 85 mila euro: il bando, infatti, è stato istruito soltanto 5 mesi dopo, nel marzo 2017. E che cosa è successo? Al Festival sono stati assegnati 57 mila euro, e non 85 come previsto, per una singolare interpretazione dei punteggi dati in graduatoria. Dunque, ci si è ritrovati con un buco in bilancio di 28 mila euro”.
Piuttosto singolare, in effetti, che il Comune dell’Aquila, elargendo i fondi del 4%, non abbia corrisposto alle esigenze di un evento il cui comitato organizzatore era presieduto dal sindaco e dal suo capo di gabinetto, e che vedeva tra i componenti la dirigente che aveva istruito il bando. “Tra l’altro, nel 2017 si è riusciti nell’impresa incredibile – ha aggiunto Biondi – di escludere il Festival della Montagna dal finanziamento. In sostanza, hanno bocciato la loro stessa domanda di contributo”.
Col cambio d'amministrazione, Biondi – messo al corrente della vicenda – ha avviato un’opera di moral suasion verso le altre associazioni in graduatoria, affinché cedessero una quota parte del finanziamento ottenuto per l’organizzazione in favore del Festival della Montagna: “così, anche all’esito della rinuncia al contributo dell’associazione ‘Downing Street’ [aveva proposto l’organizzazione del primo festival di Youtube in Italia, ndr] si è creato lo spazio finanziario sufficiente”.
A quel punto, tuttavia, gli organizzatori “sono venuti da me dicendomi che non avevano i soldi per pagare i fornitori dell’edizione 2016: che cosa potevo fare, ho risposto che avrebbero dovuto risolvere il problema. Se avete autorizzato spese non dovute, ho detto loro, non è certo una questione che attiene all’amministrazione. Noi, la nostra parte l’abbiamo fatta”.
Tra l’altro, c’era un cofinanziamento della Regione di 19mila euro che, tuttavia, non si è potuto spendere, essendo a valere sul 2017.
Sta di fatto che “il comitato organizzatore – parliamo ancora del comitato 2016 – mi ha portato il bilancio consuntivo della manifestazione soltanto il 20 dicembre 2017: veniva evidenziato, ancora, il disavanzo di gestione che, d’altra parte, non so se è stato ripianato e come. Ho suggerito, dunque, di posticipare il festival, saltato nel 2017, nella sessione primaverile e, in questo senso, abbiamo approvato una delibera di Giunta in cui sono stati posticipati i termini per la realizzazione dell’evento al 30 giugno 2018. Tuttavia, si è restati nell’indeterminatezza per la mancata copertura del buco di bilancio”.
Intanto, sono state assegnate le risorse ReStart per il 2018 “e, di nuovo, ci sono le risorse per il Festival della Montagna; è stato costituito un comitato, sul modello degli anni precedenti, con la differenza che il vice presidente e i componenti sono stati scelti sostanzialmente all’esterno dell’amministrazione comunale [sebbene, proprio il sindaco Biondi sia presidente e l’assessore alla cultura Sabrina Di Cosimo è parte del comitato, pur non gestendo direttamente la partita dei fondi del 4% che il sindaco ha tenuto per sé, ndr]; nella compagine figurano anche il legale rappresentante di Gran Sasso Anno Zero e altri esponenti dell’associazione”, ha aggiunto il primo cittadino, “proprio per dimostrare la buona volontà dell’amministrazione. Dunque, dovrebbero lamentarsi soltanto con se stessi per le lentezze considerato che il legale rappresentante siede nel comitato organizzatore. Lui stesso avrebbe potuto e dovuto sollecitare una maggiore attività; l’amministrazione ha messo a disposizione tutto ciò che poteva, pur non intervenendo direttamente per evitare gli errori del passato”.