Andreas D'Amico è un giovane ingegnere aquilano,ex Presidente dell'Associazione di Promozione Sociale Giovine L'Aquila, membro della Consulta Giovanile ed ex membro dell'Urban Center; D'Amico lavora a Milano per MIC - Mobility in chain che si occupa di migliorare la qualità delle città grazie ad una profonda comprensione del fenonemo della mobilità, elemento chiave che influenza le nostre vite e il modo in cui viviamo.
Ebbene, l'ingegnere ha voluto inviare una lettera aperta alla città per esporre alcune considerazioni sul processo che sta portando l'amministrazione comunale all’adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile che, con Deliberazione di Giunta Comunale n° 327 del 16 Luglio 2018, viene pubblicato nel suo stato dell’arte con il Quadro Conoscitivo del territorio.
"Non è questa la sede opportuna per commentare i valori chiave di questo strumento di pianificazione - chiarisce D'Amico - ma vorrei porre l’accento sul merito e sul metodo del lavoro che, fino ad ora, è stato condotto dal team incaricato. Nella mia vita professionale ho avuto la possibilità di collaborare alla redazione di questo tipo di piani in diverse città italiane ed europee sviluppando una piccola ma significativa esperienza in tale campo, pertanto vorrei sottolineare, come primo elemento, la scarsa diffusione e promozione del processo".
Un errore, in una città che ha subìto, nel post-sisma, una serie di scelte strutturali calate - per non dire ‘forzate’ - dall’alto che hanno provocato, nel bene e nel male, una situazione di difficile gestione. "Sarebbero perciò necessari processi partecipativi largamente condivisi o, quantomeno, andrebbe sviluppata una politica di promozione dell’operato dell’amministrazione altamente efficiente. Il fatto che ciò non sia avvenuto è reso evidente non solo dalle tematiche trattate nel quadro Conoscitivo, che seppur giuste non hanno realmente toccato i veri tasti dolenti del nostro territorio, ma soprattutto dagli stessi membri del team che ammettono di non aver ricevuto alcun feedback (letteralmente, zero questionari) dai rappresentanti delle attività commerciali, sintomo di scarsissima credibilità dell’intero processo".
Andando in ordine con l’esposizione del Quadro, "il primo elemento che personalmente mi suscita grande scetticismo è il Parcheggio Multipiano da realizzare a San Bernardino. È chiaro che l’iter legislativo dell’opera è consolidato ormai da 20 anni (e già questo fa capire di come si stia considerando un progetto antistorico) ma è auspicabile che, come la legge permette, si possa rivedere ed adeguare la progettazione definitiva, congelata a causa del sisma, all’insegna di progetti evidentemente più funzionali allo scopo, senza perciò incorrere in more contrattuali con la Società incaricata. È assolutamente anti intuitivo ciò che viene affermato dall’ Assessore Carla Mannetti - spiega D'Amico - la quale confonde visibilmente la teoria dei parcheggi ‘Park&Ride’ o comunemente 'di attestamento' con 'parcheggi strategici a servizio del centro storico' i quali hanno poco di strategico nel deturpare un borgo quattrocentesco per un misero bottino di 200 stalli".
Entrando nello specifico nella disciplina dei parcheggi, l'ingegnere aquilano ribadisce come sia "assurdo promuovere la costruzione di nuove strutture dedicate ai mezzi privati, perlopiù in centro storico"; mentre tutto il resto del mondo si muove verso la totale decarbonizzazione negli spostamenti, "promuovendo, in particolare in queste aree, policies di pedonalizzazione integrale, i nostri rappresentanti si muovono in direzione opposta".
Proseguendo nell’analisi della documentazione "ci si potrebbe agilmente accorgere della totale assenza, nei capitoli dedicati al trasporto merci, della gestione della raccolta differenziata, in particolar modo in un centro storico ipoteticamente a pieno regime. Inoltre, è a dir poco curioso come lo studio del trasporto pubblico si basi sui ritardi comunicati dalla stessa Ama: nel merito parliamo di 666 corse in ritardo su 250.000 e ciò vuol dire che il 99,98% delle corse annuali è puntuale. Vi sfido a dimostrarlo".
Ed ancora, nelle cartine, ancora in formato IGM, tutt’altro che recenti, "non sono identificate le nuove strutture né i nuovi quartieri C.A.S.E. e M.A.P. e M.U.S.P.".
Eppure, "vorrei servirmi di queste ultime righe per spiegare ciò che veramente mi rende diffidente nei confronti di questo studio, ossia i tasti dolenti di cui vi parlavo nelle prime battute:
- non c’è nessuna analisi riguardante lo spazio pubblico, molto insolito in una città che vanta innumerevoli parchi, aree di verdi oltre le famose ‘99’ piazze; è inconsueto ignorare completamente la gestione di questi spazi che possono essere considerati come volano della tanto annunciata ricostruzione del tessuto sociale;
- non si trova nessun rimando alla situazione trasportisticamente vergognosa dell’ormai Autostazione del Motel Amiternum; in effetti non si capisce come possiamo presentare questo ignobile biglietto da visita a coloro i quali si trovano a transitare per il nodo e neanche porsi il problema;
- non è possibile cogliere nessun focus sulle nuove centralità della città (Piazza del Mercato, nuovi uffici comunali, gli stessi progetti C.A.S.E., solo per citarne alcuni); a dimostrazione del fatto che si tratta di un approccio basato su scenari ormai superati senza sporcarsi le mani entrando nel merito dei veri problemi del territorio".
Questi sono i temi di cui si dovrebbe parlare, discutere, dibattere. "Temi certamente complessi - riconosce D'Amico - ma che hanno bisogno di essere affrontati in maniera responsabile e matura non solo dal punto di vista professionale ma anche da quello politico, cercando, attraverso la dialettica civica, una soluzione comune per venire a capo di una situazione odierna che potrebbe risultare fatale per tutti noi e per le generazioni a venire. Il mio appello è quindi rivolto non solo agli addetti ai lavori che si stanno preoccupando del processo di redazione del PUMS ma anche a tutti noi affinché si possa instaurare un sano contraddittorio sull’argomento con il solo scopo di cooperare per un fine comune, il benessere collettivo".