"Egregio Sindaco,
se la poteva proprio risparmiare l'infelice uscita sul Festival della Partecipazione riportata dalla stampa: 'Al netto della qualità degli eventi e dei dibattiti inseriti in programma, di cui non discuto, attendo ancora di conoscere, in termini di dati e cifre reali, quali siano i vantaggi che il Festival della Partecipazione reca al territorio'".
Inizia così la lettera aperta che Giovanni Cialone di Slow Food L'Aquila ha inteso inviare al primo cittadino, all'indomani del durissimo affondo di Pierluigi Biondi che, in un botta e risposta col segretario nazionale di ActionAid Marco De Ponte [qui], ha messo in dubbio il senso stesso del Festival in un città in ricostruzione.
"Io non so cosa lei pensava che dovesse portare a questa città un evento, per carità perfettibile, ma pur sempre di respiro nazionale su temi che ovunque sono all’ordine del giorno e che ha visto protagonisti personaggi importanti ed anche suoi semplici concittadini, a cominciare dai tanti giovani volontari", si è domandato Cialone; "certo, per i partiti e per i 'decisori' la partecipazione è un tema pruriginoso: semplicemente, non la praticano. Troppo scomodo, troppo lungo".
Cialone ha richiamato l'ultimo comma dell'art. 118 della Costituzione: 'Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarieta'. "Il professor Cotturri, nell’evento iniziale del festival, a proposito della Carta costituzionale, ha sottolineato come occorra "espandere la consapevolezza del potere dei cittadini, dare nuove forme per attuare quanto dice la Costituzione; rispondere alla protesta ed il disamore per la politica negli ultimi decenni proponendo emendamenti che non tocchino i principi fondamentali ma agiscano sulle forme. Si vivono tempi bui, purtroppo anche per la qualità della rappresentanza politica, ma stiamo assistendo alla nascita di movimenti di cittadini organizzati che vengono fuori dalla società civile e sono espressioni, checché se ne dica, della Politica con la P maiuscola", le parole di Giovanni Cialone.
"La delega a governare non è assoluta e la cittadinanza non si fa solo col voto. Bisogna farsene una ragione e bisogna riflettere sui numeri. Mentre in Italia la partecipazione al voto diminuisce ad ogni tornata elettorale, sempre più cittadini si organizzano (se ne stimano più di dieci milioni) nelle forme più diverse per fare attività di volontariato e solidarietà. Questi cittadini fanno 'politica attiva' ed i dati dovrebbero far riflettere".
Tornando alla terza edizione del Festival, "voleva sapere di cosa si è parlato? Si è parlato di terremoti, di sanità, di aree interne, dei bisogni di servizi collettivi e soggettivi, di beni comuni e via dicendo. Tutti temi che potevano essere utili al governo della città di cui Lei è sindaco, magari con semplici operazioni di 'copiato' delle esperienze maturate altrove dalle amministrazioni o dalle associazioni, esperienze virtuose che funzionano e portano benefici alla collettività. Decine di associazioni locali hanno partecipato attivamente su argomenti generali e su questioni del territorio". In particolare. tre temi sono stati selezionati dopo alcune assemblee pre-festival: "il tema del riuso della ex biblioteca convitto, il tema dei tratturi come elemento demo antropologico ma anche come collegamento per una vasta area del centro sud ed il tema della foresta modello che tiene dentro tutta la problematica delle aree interne fragili. Le sembrerà poco ma anche qui credo che qualche spunto poteva esserle utile".
Probabilmente, il prossimo anno il Festival della Partecipazione si trasferirà su lidi più ospitali (Parma e Bergamo già tre anni fa mordevano alle caviglie per strapparcelo), la constatazione amara di Cialone. "La sua presa di posizione non aiuta. Anzi. Questa città sarà più isolata e sempre più provinciale. Si seguiterà a distribuire panem et circenses ai cittadini sudditi sostenendo feste, sagre e carnascialate e pensando di essere sempre l’ombelico del mondo.
Saluti cordiali, Giovanni Cialone".
Che aggiunge un post scriptum: "E’ dura e difficile perseguire la partecipazione, ci vuole metodo e ci vogliono regole altrimenti si scivola nella consultazione (cosa ben diversa). La partecipazione non è né di destra né di sinistra. Ma conviene a tutti. Serve a moderare i conflitti, a fare la cosa migliore. I metodi delle scelte dall’alto non pagano. Due esempi vicini: questa citta ha bisogno dei collegamenti extra urbani, l’Anas ha progettato tre bretelle in aree 'sensibili', cittadini e comitati si oppongono giustamente e la viabilità non si realizza. Ed ancora: ogni giorno si apprendono dalla stampa nuove e 'fantasiose' localizzazioni di parcheggi senza una lettura complessiva e scelte strategiche (la pedonalizzazione, ad esempio). Se su questi argomenti non si prova a coinvolgere i cittadini si aspetti Sindaco, come già successo per il parcheggio di San Bernardino, una forte opposizione".