Sarà il poeta cinese Yang Lian l’ospite d’onore della 17ª edizione del premio letterario internazionale intitolato a Laudomia Bonanni, la scrittrice nata all’Aquila nel 1907 e scomparsa nel 2002.
Istituito per volontà dell’allora Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, oggi Bper, e del Consiglio Regionale d’Abruzzo, il concorso - che in passato ha visto la partecipazione di alcuni tra i più importanti nomi della letteratura mondiale, tra cui Evgenij Evtusenko, Adonis, il premio Nobel Derek Walcott, Tahar Ben Jelloun e Michael Faber – si articolerà in tre sezioni: poesia edita, istituti scolastici superiori e una sezione dedicata ai componimenti dei detenuti degli istituti di pena.
Quest’ultima, unica del genere in Italia, era stata cancellata nelle ultime due edizioni per questioni di sicurezza ma è stata ripristinata grazie a una rinnovata collaborazione con il ministero di Grazia e Giustizia. Yang Lian parteciperà sia alla premiazione finale, in programma sabato 24 novembre all’Aquila all’Auditorium del Parco, sia alla cerimonia che si terrà venerdì 23 novembre all’interno del carcere Le Costarelle, alla presenza dei detenuti. A giudicare i lavori sarà una giuria tecnica – composta da Liliana Biondi, Annamaria Giancarli, Renato Minore, Francesco Sabatini, Marco Santagata e Sergio Zavoli – affiancata, per l’occasione, da una giuria di studenti.
Per il vincitore è previsto un premio in denaro di 6mila euro.
Idue appuntamenti clou sopra ricordati saranno preceduti da una giornata di studi dedicata alla figura di Laudomia Bonanni che si terrà giovedì 22. Gli studiosi Liliana Biondi, Gianfranco Giustizieri e Carlo De Matteis, autori di tre monografie sulla Bonanni pubblicate nel 2018, faranno luce su questa autrice – tre volte finalista al Premio Strega - ancora sconosciuta al grande pubblico ma unanimemente riconosciuta, ormai, come una delle più grandi scrittrici italiane del Novecento.
Nato a Berna nel 1955 da due funzionari dell’ambasciata cinese in Svizzera, Yang Lian è considerato il più grande poeta vivente del suo Paese. Dopo aver fatto ritorno, a due anni, a Pechino con la famiglia, Lian trascorse infanzia e gioventù in Cina, frequentando le scuole e assorbendo dai genitori l'amore per la letteratura, le arti e le lingue straniere. I
l suo approccio con la scrittura, risalente al 1976, fu propiziato da un’esperienza di lavoro nelle campagne e da lunghi viaggi compiuti nelle provincie più remote della Cina.
Negli anni successivi, Lian pubblicò per alcune riviste indipendenti, partecipando al vivace ambiente culturale underground della capitale. Dopo aver viaggiato a lungo in Asia e in Europa, fu critico testimone dei fatti di Piazza Tienanmen. Le denunce di quei sanguinosi avvenimenti gli valsero la “scomunica” del regime (venne dichiarato persona non grata), in seguito alla quale decise di abbandonare il Paese. Da allora Lian – vincitore, tra le altre cose, del Premio Flaiano (1999) - vive in esilio a Londra.
In Italia è conosciuto grazie a Claudia Pozzana che ne ha tradotto le poesie poi pubblicate in Dove si ferma il mare (Scheiwiller, 2004; poi Damocle Editore, 2016) e nell’antologia collettanea Nuovi poeti cinesi (Milano, Einaudi, 1996).