Giusto una settimana fa, è stato presentato il progetto selezionato a valle del concorso di idee indetto dall'Università dell'Aquila per la riqualificazione del sito dove sorgeva la Casa dello Studente, lungo via XX Settembre; ad elaborarlo Lorenzo Micarelli, Francesco Gabriele, Marco Paolucci e Davide Massimo, laureandi iscritti al Diceaa (Dipartimento di Ingegneria civile, edile-architettura e ambientale): l’opera, liberamente ispirata al Memoriale dell’Olocausto che si trova a Berlino, consisterà in un grande ambiente sotterraneo diviso in due parti distinte e chiuse - una sala del ricordo vera e propria e un luogo polifunzionale che ospiterà, tra le altre cose, una sala studio – messe, però, in comunicazione tra loro da uno spazio esterno comune, che sarà circondato da alte mura di calcestruzzo.
Si è concluso, così, un lungo percorso avviato nel 2016, a seguito di un atto d'intesa tra Università e Comune dell'Aquila.
Per la realizzazione del memoriale, però, ci vorrà ancora tempo. A sottolinearlo è stato Pietro Di Stefano, assessore alla ricostruzione del governo Cialente, che, ripercorrendo la vicenda, ha denuciato come si sia sostanzialmente fermi "all'anno zero".
"L’immobile, o quel che ne restava - ha ricostruito Di Stefano - è stato a lungo posto sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria e solo il 10 agosto 2016 è stato restituito alla proprietà, l’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari (ADSU) dell’Aquila. Il 14 ottobre dunque, con delibera 425, la Giunta Comunale ha approvato uno schema di protocollo da sottoscrivere con l’ADSU, teso a una permuta tra il Centro Polivalente (donato dal Governo Canadese) e Casale Marinangeli da trasferire in proprietà all’ADSU, con il sito della Casa dello Studente che sarebbe stato acquisito alla proprietà del Comune, sia per farne un luogo pubblico di memoria, sia per demolire quanto rimasto".
L’abbattimento era necessario per evitare che quell’area divenisse pericolosa per la viabilità di Via XX Settembre e per le famiglie che aspettavano di rientrare nelle abitazioni recuperate dietro la Casa dello studente. Tuttavia, "l’ADSU non volle sottoscrivere il protocollo - ha tenuto a ricordare Di Stefano - chiedendo al Comune di impegnarsi a ricostruire la Casa dello Studente in centro. A nulla servirono le molteplici riunioni tese a chiarire che il protocollo mirava a sistemare questioni di proprietà reciproca e mettere in condizioni l’autorità pubblica di intervenire sul sito, mentre la successiva ricostruzione della Casa dello studente, obiettivo di certo condiviso dall’Amministrazione Comunale, avrebbe trovato spazio nei finanziamenti sul sisma con il concorso della Regione di cui l’ADSU è promanazione benché autonoma".
Acclarate le resistenze dell’Adsu, non è rimasto altro da fare che procedere con l’emissione di un’ordinanza sindacale (la n° 67 del 01/01/2017) che, di fatto, ha intimato all’ADSU di rimuovere il pericolo pubblico; "decorsi infruttuosamente i termini, il Comune si è sostituito, con il ristoro delle spese sostenute. Parallelamente, però, era stato raggiunto e sottoscritto l’accordo con l’Università per un concorso di idee tra gli studenti dell’Ateneo affinché fossero loro ad immaginare il futuro di quel luogo". Come detto, si è arrivati a premiare il progetto vincitore.
Sta di fatto che, ad oggi, il sito è ancora nella proprietà dell’ADSU "poiché in questo anno e mezzo - l'affondo di Di Stefano - nulla è stato fatto affinché il Comune ne diventasse proprietario attraverso la permuta ipotizzata nel protocollo non sottoscritto a suo tempo dall’ADSU. Fin tanto che questo non sarà fatto, nessun intervento pubblico sarà possibile poiché il Comune non ha alcun titolo ad intervenire. Esiste l’istituto della permuta, come esiste quello dell’esproprio, ma perché spendere fondi pubblici quando sono possibili delle compensazioni immobiliari?", si è chiesto l'ex assessore comunale.
"Il Comune ha il dovere - come da legge - di chiedere all’ADSU il ristoro di € 748.839,32 (magari depurate del ribasso d’asta) quali spese sostenute per la demolizione dell’immobile. Tuttavia, voglio sempre sperare che venga sottoscritto il protocollo allegato alla delibera n° 425/2016 affinché quel progetto, risultato vincitore, possa presto trasformarsi in realtà".
A Di Stefano ha replicato il sindaco Pierluigi Biondi, sulle colonne del Messaggero. "Riprenderemo il discorso con l'ADSU per la definizione della convenzione", ha assicurato il primo cittadino. "Ogni volta che si porta a casa un progetto che la passata maggioranza aveva lasciato in sospeso - la stilettata di Biondi - trovano degli elementi da criticare. Mi sembra che, come al solito, quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito".
Parole che non sono piaciute affatto all'ex assessore: "il sindaco avrebbe fatto meglio a tacere, mettendosi celermente al lavoro; va sottoscritta un'intesa primaria con l'ADSU, cui far seguire gli atti di permuta, ed era pronta da firmare già al suo insediamento, una delle eredità lasciate all'atto conclusivo dalla precedente amministrazione, così come l’accordo con l’Università che ha dato il via al concorso di progettazione, ora concluso, di cui Biondi si fregia in conferenza stampa. A distanza di oltre un anno e mezzo, speravo di sbagliarmi, nulla è stato fatto e oggi sarebbe stato necessario fare le permute piuttosto che le intese preliminari".
Dunque, Di Stefano ha ribadito che non è stato chiesto ancora il ristoro delle somme spese dal Comune per la demolizione: "i revisori dei conti o l’opposizione nulla hanno da dire?"; quindi, un'altra stoccata: "l'amministrazione è ancora al palo, nonostante le benevolenze della Regione tramite i rappresentati locali, cosa di cui io, stranamente, non ho potuto mai disporre". Un attacco piuttosto esplicito.
Oltre le polemiche, comunque, resta l'impasse dell'amministrazione che non ha ancora provveduto a risolvere il contenzioso con l'Azienda per il diritto allo studio: la speranza è che si possa procedere velocemente, così da avviare il progetto di memoriale alla Casa dello Studente, atteso dalla città a dieci anni dal terremoto.