Domenica, 10 Marzo 2019 16:27

'Global Strike For Future': il 15 marzo anche a L'Aquila lo sciopero globale per il clima

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Appuntamento fissato per venerdì 15 marzo, alle 13, a San Bernardino. 

Anche a L'Aquila, come in centinaia di città nel mondo - 40 in Italia - si scenderà in piazza per il primo sciopero mondiale sul clima. 

Un evento storico, il culmine di una mobilitazione globale che è cresciuta di sciopero in sciopero, di venerdì in venerdì: "Fridays For Future" lo slogan, un hashtag che è diventato movimento mondiale, completamente indipendente, che si occupa di ambientalismo diretto. Un movimento animato soprattutto da giovani - ma non mancano gli adulti, ovviamente - con idee piuttosto chiare: "Vogliamo un impegno concreto contro il cambiamento climatico! E lo vogliamo subito", la sfida; nata sulla scia della protesta di Greta Thunberg, la quindicenne svedese che per sensibilizzare il proprio governo dal 20 agosto ha manifestato ogni venerdì di fronte al Riksdag, il parlamento svedese, ad oggi la mobilitazione conta migliaia di attivisti che emulano i suoi flash mob in tutto il mondo.

I primi a partecipare alle proteste sono stati gli studenti australiani, che lo scorso 30 novembre sono scesi in piazza a migliaia per protestare contro le politiche inadeguate del governo sul clima. In seguito, ad accogliere l’invito di Thunberg sono stati gli studenti svizzeri, che il 14 dicembre sono scesi in piazza in 500. Dopo una settimana sono diventati 4mila, mentre a gennaio avevano già superato i 20mila partecipanti. Un altro paese che ha risposto prontamente all’appello di Greta è stata la Germania, dove il 1° febbraio scorso oltre 30mila persone hanno protestato in 50 città diverse per chiedere al governo di ridurre la dipendenza dal carbone. Il 31 gennaio, invece, per la quarta settimana di fila migliaia di studenti belgi hanno marinato la scuola per partecipare a proteste contro il cambiamento climatico; più di 30.000 ragazze e ragazzi hanno marciato per le vie di alcune delle città più popolose del Belgio, da Liegi e Bruxelles. A supporto dei ragazzi che hanno deciso di scendere per le strade, 3.450 scienziati belgi hanno firmato una lettera aperta di sostegno. In seguito alle manifestazioni, il ministro dell'ambiente belga Joke Schauvliege è stato costretto a dimettersi dopo aver falsamente affermato che i servizi di intelligence del paese avrebbero dimostrato che i ragazzi che saltano la scuola per dimostrare sono eterodiretti da fantomatici 'poteri ostili' al governo.

In Italia il coinvolgimento è stato tardivo, ma già da qualche settimana decine di ragazzi si danno appuntamento nelle più importanti piazze italiane armati di cartelloni e megafoni. E in oltre 40 città si stanno tenendo eventi di preparazione allo sciopero globale del 15 marzo prossimo, da Milano a Taranto, da Torino a a Venezia, da L'Aquila a Parma. "Il nostro obiettivo è far uscire dal timido silenzio i governi occidentali, affinché il problema del surriscaldamento globale venga affrontato seriamente – spiegano gli organizzatori – Non esiste un coordinamento centrale, ognuno può presentarsi il venerdì con il proprio cartello di fronte ad un palazzo che rappresenti le istituzioni. Per coordinarci abbiamo però aperto un canale Facebook, ‘Fridays for Future – Italy’, in modo che i gruppi locali possano decidere insieme luoghi e orari".

La particolarità di questo movimento è proprio la capillarità delle iniziative spontanee. L’utilizzo delle piattaforme social per l’organizzazione di scioperi e manifestazioni non è nuovo, ma mai prima d’ora uno sciopero aveva avuto un’eco globale così forte. "Ho imparato che nella vita non si è mai troppo piccoli per fare la differenza – le parole di Greta Thunberg nel celebre discorso alla Cop24 in Polonia – la nostra biosfera viene ogni giorno sacrificata per permettere ai paesi più ricchi di vivere nel lusso. Forse un giorno i miei figli mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando c’era ancora il tempo di agire". Ebbene, il tempo di agire pare essere arrivato, grazie ai giovanissimi manifestanti in giro per il mondo.

Venerdì 15 marzo, lo sciopero globale per il clima 'Global Strike For Future' segnerà il primo deciso passo in questa direzione, per una mobilitazione vera e davvero 'dal basso'. L'appello non ha mezzi termini: il pianeta sta morendo e i governi devono agire. Gli obiettivi da rispettare sono quelli fissati dalla conferenza di Parigi del 2015: mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C entro il 2100, possibilmente sotto 1,5°, per evitare cambiamenti ambientali inarrestabili. Hanno aderito 196 paesi; tuttavia, secondo molti studi quasi nessuno sta facendo abbastanza per mantenere gli impegni presi. Che il patto non sia vincolante è evidente: basti pensare che in un paese strategico come il Brasile, il neopresidente Bolsonaro ha in cantiere politiche di deforestazione massiccia ed esprime opinioni negazioniste sul cambiamento climatico. E così accade negli Stati Uniti col presidente Trump. 

A questo si aggiunge anche la scarsa attenzione mediatica dedicata all’ambiente. Secondo una ricerca condotta dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), i media tendono a parlare del cambiamento climatico solo in concomitanza di eventi internazionali come la Cop 21. Col passare del tempo, si smette di affrontare l’argomento, e si rinuncia anche a spiegare i collegamenti tra il cambiamento climatico e conflitti, migrazioni e insicurezza. Il tema rimane dunque isolato, e questo non aiuta i cittadini a comprendere il suo impatto nella vita quotidiana. In Italia, se possibile, va ancora peggio. Basti pensare al fatto che, tra tutti i quotidiani, solo La Stampa aveva messo in prima pagina l’ultimo rapporto dell’IPPC. Tutto ciò, evidentemente, è il riflesso del fatto che da noi la coscienza ambientale non è viva come nel resto d’Europa.

La sfida è durissima ma i ragazzi leggono, si informano, scioperano. Greta è la voce di una generazione che vivrà sulla propria pelle gli effetti del cambiamento climatico e che non ha intenzione di stare a guardare. Non sorprende quindi che migliaia di giovani e giovanissimi in tutto il mondo si siano ritrovati nelle sue parole e abbiano deciso di agire.

Non resta che stargli vicino, e scendere in piazza il prossimo venerdì. Sono molti gli attivisti che stanno organizzando lo sciopero a L'Aquila, con il sostegno, tra gli altri, dell'Università degli studi dell'Aquila che ha aderito alla manifestazione: "I cambiamenti climatici riguardano tutti, perché sia le cause che le relative soluzioni possibili traducono in azioni reali ciò che siamo come società nel suo complesso, da come e cosa mangiamo, a come ci spostiamo, da come produciamo energia e beni, a cosa dedichiamo il nostro tempo. L'Università aderisce e invita tutti a partecipare all'evento 'Fridays for future - L'Aquila'".

Un consiglio: in linea con lo spirito dell'evento, raggiungete il luogo evitando l'uso dell'automobile privata. A venerdì!

 

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 14 Marzo 2019 22:26

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