Mercoledì, 05 Febbraio 2014 00:13

Campo Imperatore, verso la cancellazione dell'ordinanza che vieta fuori pista

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L'ordinanza comunale che vieta i fuori pista, promulgata dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente all'indomani della valanga che ha ucciso il giovane medico aquilano Mario Celli - nella zona dei Valloni a Campo Imperatore - verrà cancellata. L'ordinanza in realtà era già stata annullata dal Prefetto per alcuni vizi formali.

Al suo posto comunque la "commissione valanghe", riunitasi ieri presso il Comune dell'Aquila, ha ritenuto questa volta più opportuno "puntare sulla prevenzione e l'informazione e non sul proibizionismo" come riferisce uno dei partecipanti, Giovanni Lolli, ex parlamentare e noto appassionato di sci alpinistico tra le vette del Gran Sasso.

A lui il Sindaco Massimo Cialente, dopo un breve saluto, ha dato mandato di tenere le fila della commissione che ha visto la partecipazione anche di guide alpine e alcuni tra i maggiori conoscitori locali della montagna.

Oltre a Lolli infatti erano presenti, tra gli altri, il direttore tecnico del Centro Turistico del Gran Sasso Marco Cordeschi, il presidente del Collegio regionale Guide Alpine della regione Abruzzo Agostino Cittadini, lo scalatore Marco Iovenitti ela guida alpina Tony Caporale, vari esponenti del corpo alpino e delle forze di Polizia già impegnate a Campo Imperatore oltre che al Consigleire comunale Giuliano Di Nicola e l'ex dirigente comunale ma ancora consigliere del Centro turistico del Gran Sasso, Mario Di Gregorio.

La commissione ha confermato il divieto solo per quei fuori pista adiacenti le piste di Campo Imperatore. Quelli cioè dai quali potrebbero staccarsi slavine che finirebbero direttamente sulle piste, da applicare comunque solo quando l'indice di pericolo fornito dal servizio meteomont è uguale o superiore al livello 3.

Per il resto si prospetta finalmente una piccola rivoluzione culturale con l'introduzione di metodi e sistemi di cui alcuni operatori e appassionati parlavano ormai da anni, ma che di fatto non erano stati ancora recepiti dall'Amministrazione.

Evidentemente questa volta, dopo l'ennesima tragedia, si sente la necessità di cambiare approccio tenendo conto di quelle che sono le reali caratteristiche del Gran Sasso: la tanta neve e i fuori pista. Caratteristiche molto più reali delle annuali ordinanze anti-fuori pista quasi impossibili da far appliccare.

Ma come si declinano allora informazione e prevenzione? Prima di tutto c'è da specificare che gli impegnativi fuori pista dei Valloni e di Valle Fredda, dai quali in nessun modo è possibile far staccare neve verso le piste, sono però in qualche modo serviti dagli impianti di risalita e quindi accessibili a chiunque, anche ai meno esperti (a differenza di altri come quelli su Monte Aquila o la Portella).

Per questo, secondo la commissione, la priorità è che il Ctgs si doti di un piano di sicurezza così come tante altre stazioni sciistiche. "In base al Piano, di cui si occuperà il direttore Cordeschi insieme agli altri tecnici ed operatori del settore coinvolti - racconta Lolli al termine della commissione - si potrà avere un'informazione più raffinata rispetto la scala di pericolosità valanghe da 1 a 5 attualmente prodotta dal servizio meteomont. Le condizioni della neve e il rischio che ne consegue - continua l'ex parlamentare - possono infatti variare da pendio a pendio".

Per prima cosa allora la commissione ha pensato che bisogna rifare la cartellonistica per indicare in maniera più appropriata le condizioni del manto nevoso "Abbiamo preso in considerazione - riferisce sempre Lolli -  di apporre cartelli luminosi  in cui si possa accendere una spia quando la condizione è sconsigliata. Altro provvedimento di cui si è parlato - aggiunge l'esponente del Partito Democratico appassionato di montagna -  è quello di porre un cancellato fuori la funivia che suoni se non hai l'ARVA, l'apparecchio di ricerca delle vittime di valanga".

Nello specifico dei Valloni e di Valle fredda la commissione valanghe ha pensato di fare uno studio per la messa in sicurezza tramite il Gaz ex, già utilizzato in molte altre stazione sciistiche.

Il Gaz ex prevede un deposito di bombole standard di ossigeno e propano, posizionato in zona sicura, collegato tramite una tubazione in polietilene o acciaio ad un esploditore posto nella zona di intervento.
Tramite la detonazione della miscela di ossigeno e propano all'interno dell'esploditore, la cui estremità aperta è orientata verso il manto nevoso, viene generata un'onda d'urto localizzata che può portare al distacco del manto nevoso.

Si tratta insomma di causare volontariamente le valanghe laddove si creano gli accumuli, qualcosa di cui si parla da almeno dieci anni a Campo Imperatore ma che la politica non è mai riuscita ad attuare. "I soldi ora ci sono - assicura Lolli - sono quelli provenienti dal 5% della ricostruzione destinati alle attività produttive". Circa 15milioni più altri finanziamenti regionali, che dovrebbero servire al rilancio turistico della montagna: "Il Gran Sasso - aggiunge l'ex parlamentare - viene definito il paradiso del free ride e se ci dovessimo basare solo sugli impianti si farebbe prima a chiudere".

Se per i Valloni la commissione ha pensato di posizionare tre o quattro Gaz ex fissi, uno dei quali sicuramente sotto lo "scontrone" - dove lo scorso 28 gennaio è morto il giovane rider aquilano - per Valle fredda la soluzione sarebbe quella di un altro tipo di Gaz Ex, mobile e portato appositamente sul posto.

Altra iniziativa importante presa in considerazione dalla commissione è l'adesione a l'Aineva, l'associazione delle Regioni e Province autonome dell'arco alpino italiano, costituita al fine di consentire il coordinamento delle iniziative che gli Enti aderenti svolgono in materia di prevenzione ed informazione nel settore della neve e delle valanghe. Una struttura affiliata alla Protezione civile e che si trova in tutte le regioni del Nord, ma anche nelle Marche, e che fornisce un servizio molto più approfondito di quello meteomont. "Questa però è una questione regionale - specifica Lolli - e che non può fare il solo Comune dell'Aquila".

Di certo però le intenzioni non bastano, bisogna "far presto". C'è da recuperare infatti un ritardo culturale complessivo verso la montagna disarmante. Anche volendo essere ottimisti i tempi non saranno brevi. Di certo non sarà possibile infatti fare i lavori per impiantare il Gaz ex in inverno, e la stagione ancora deve terminare. Fare cose concretamente utili d'altronde richiede più tempo delle ordinanze proibizionistiche.

"Di queste cose ci si dovrebbe occupare in condizioni ordinarie - ammette l'ex deputato Giovanni Lolli - invece finisce che ci se ne occupa dopo una tragedia. Almeno speriamo che questa possa servire a qualcosa".

Parole su cui riflettere.

Aggiornamento 7/2/2014 ore 16: E' stata appena promulgata l'ordianza numero 20 che modifica ed integra la numero 13 di stampo ancora proibizionista. Con la nuova non è più vietato fare i fuori pista sul terreno di avventura.

Aggiornamento 5/2/2014 ore 16: Fonti comunali riferiscono che la nuova ordinanza frutto dell'ultima riunione della commissione valanghe, raccontata in questo articolo, è pronta e deve solo essere firmata dal Sindaco. Si precisa però che attualmente è ancora in vigore l'ordinanza numero 13 del 31 gennaio che reitera quella del 29 gennaio annullata dal Prefetto, e che nella sostanza riprodice il classico divieto dei fuori pista.  Il tutto comunque dovrebbe risolversi entro il prossimo 7 febbraio con l'entrata in vigore della nuova ordinanza che annullerà quella precedente. Seguono aggiornamenti.

 

Ultima modifica il Venerdì, 07 Febbraio 2014 18:14

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