E' iniziato il Ramadan, il mese sacro per i musulmani fatto di digiuno, penitenza, preghiera e condivisione.
A fare gli auguri di un digiuno che sia spiritualmente gratificante "a tutti i musulmani presenti nel nostro territorio e agli oltre 2milioni di fedeli in Italia è la consigliera straniera al Comune dell'Aquila, Edlira Banushaj.
"L’Islam può essere un valore aggiunto, per il paese e per il nostro territorio", le parole di Banushaj; "bisogna aprirsi da ambo le parti alla conoscenza reciproca e all’accoglienza dell’altro. Cristiani e musulmani devono insieme contrastare la violenza generata in nome della religione. Aprirsi alla conoscenza dell’altro ci aiuta a capire e a vedere le cose da un’altra prospettiva, cosi potremmo anche capire l’uso non corretto delle parole che a volte si fa tra gli organi d’informazione".
In alcuni casi, in effetti, si danno interpretazioni distorte delle parole: si pensi alla “Jihad”, per esempio, "identificata nel luogo comune come una parola che inneggia alla guerra santa. Jihad vuol dire sì 'combattere' ma per la quasi totalità dei musulmani non significa impugnare un’arma contro il 'nemico' bensì sforzarsi nella vita ad essere buoni praticanti dell’Islam, buoni cittadini, buoni studenti, buoni lavoratori e vivere in armonia con gli altri. Spero che la nostra comunità, e la nostra classe politica - l'auspicio della consigliera straniera - riescano a perseguire davvero una giusta via per l’integrazione".
Integrazio che passa anche e soprattutto dalla battaglia per non alimentare odio e disprezzo nei confronti dell'altro, aggiunge il presidente dell'associazione culturale Rilindja, Abdula (Duli) Salihi, componente del tavolo interreligioso del consiglio territoriale sull’Immigrazione, che ha voluto augurare un "buon digiuno" a tutta la comunità islamica che vive all'Aquila.
Il mese del Ramadan è usanza che, secondo il Corano, era in vigore già per i popoli pre-islamici: per mezzo del digiuno, il fedele acquisiva il timore di Dio. Ma il Ramadan è anche il mese dedicato alla preghiera, alla lettura del Corano, alle opere di bene e di carità, alla meditazione e all'autodisciplina. "Ricordo ancora una volta che le stime sul numero dei musulmani in Italia è di circa 2.5 milioni, ossia il 4% della popolazione; tuttavia, non si tratta di dati certi, in quanto non esistono banche dati che raccolgano la professione religiosa delle persone e l’unico elemento a cui si può fare riferimento è la confessione principale dei Paesi di provenienza", sottolinea Salihi.
La comunità musulmana più numerosa è quella italiana: circa un milione di musulmani in Italia sono cittadini italiani, il 37% dei quali naturalizzati italiani negli ultimi anni; i restanti 1,5 milioni sono musulmani di cittadinanza straniera, provenienti soprattutto da Marocco, Albania, Bangladesh, Pakistan, Egitto. Numeri ben inferiori a quelli di altri Paesi europei, come per esempio la Francia (qui i musulmani sono quasi 5 milioni), la Germania (4 milioni), il Regno Unito (3 milioni). In Europa si stima la presenza di circa 26 milioni di musulmani, più o meno il 5% della popolazione.
I musulmani in Italia sono distribuiti soprattutto al nord, in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. In Abruzzo vive l’1,7% dei musulmani presenti in Italia: a L'Aquila si contano oltre mille fedeli.
"Non bisogna alimentare odio e disprezzo nei confronti dell’altro, non bisogna alimentare l’idea che ogni guerra è santa - ribadisce Duli Salihi - basta far riferimento all’ottobre 1986 quando la Chiesa cattolica aprì una strada volta al dialogo attraverso l'incontro voluto ad Assisi da Giovanni Paolo II, proprio nella città di San Francesco; allora il Papa convocò i leader religiosi mondiali, patriarchi e pastori, rabbini e imam, scintoisti e buddisti per pregare per la pace. Voleva togliere ogni giustificazione alla violenza religiosa. La pace doveva tornare al cuore dell’impegno delle religioni: nessuna guerra è santa soltanto la pace lo è. La strada maestra da seguire c’è quindi, bisogna solo crederci ed opporsi a ogni forma di violenza e abuso della religione per giustificare la guerra e il terrorismo".
Di qui, la replica alle recenti affermazioni di Magdi 'Cristiano' Allam, il quale ha proposto provocatoriamente di 'mettere fuorilegge l'Islam'. "Sono parole destabilizzanti - l'affondo di Salihi - che alimentano la paura sociale. Non penso sia questa la soluzione più adatta in un'epoca segnata da guerre civili, guerriglie e terrorismo. Il Corano promuove l'amore interpersonale e il rispetto tra le fedi, non c'è alcuna affermazione nel Corano o nella Bibbia volta a incoraggiare le persone a odiarsi o combattere tra di loro. Anzi, si parla del rispetto reciproco e dell'armonia tra le persone. Gli anti-religiosi sono in realtà quelli che abusano della religione e, nel suo nome, provocano conflitti e guerre tra la gente. Rinnovo il mio invito - conclude dunque Salihi - ai centri culturali islamici in città e in Abruzzo ad aprire le porte, lavorare di più sull’informazione e sulla conoscenza di ciò che realmente è l’Islam, quali sono le visioni di questa religione sulle tematiche odierne: famiglia, rispetto delle donne, violenza, non lasciare che la paura o il pregiudizio prendano il sopravvento".