"In merito alla boutade avviata da Strada dei Parchi che vorrebbe imporre la chiusura del traforo del Gran Sasso, per la Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso fin dall'inizio non si dovevano assecondare i desideri della concessionaria, a partire dalla richiesta di un Commissario, ma, al contrario, metterla davanti alla sue responsabilità".
L'affondo è degli ambientalisti che giudicano positivamente la presa di posizione del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, con la diffida per scongiurare il blocco della viabilità sull'arteria strategica e, nel caso, ottenere la valutazione del ritiro della Concessione da parte del Ministero delle Infrastrutture.
"Era la risposta da dare fin dall'inizio agli annunci di Strada dei Parchi. Invece, la politica è andata dietro ai voleri del concessionario sul Commissario. Ora, come avviene sempre in questi casi, la società non si accontenta e alza ulteriormente l'asticella dello scontro", sottolinea la Mobiitazione per l'Acqua del Gran Sasso. "Ma dove si è mai visto che un soggetto posto sotto accusa da una Procura, per fatti specifici relativi alla normali precauzioni - a partire dai lavori di manutenzione - che avrebbe dovuto prendere nella gestione del tunnel rispetto alla qualità dell'acqua, utilizzi ora proprio questo bene pubblico, l'autostrada, gestito a prezzo carissimo per gli utenti, nella propria strategia processuale di autodifesa scaricando tutte le conseguenze sui cittadini e sull'economia del paese?".
D'altra parte, la Magistratura non ha posto sotto sequestro l'autostrada né imposto altre misure cautelari: "come si fa a parlare di 'reiterazione del reato'?", si domandano gli ambientalisti. Che aggiungono: "La politica non resti ostaggio dei voleri del privato ma alzi la testa, considerato anche lo stato generale della manutenzione dell'infrastruttura affidata al privato. Auspichiamo che tutte le amministrazioni e i portatori d'interesse attacchino le posizioni inaccettabili di questa società richiamandola alle proprie responsabilità. La sicurezza di acqua, tunnel e laboratori si ottiene ripartendo dai 10 punti elencati dalla Provincia di Teramo e dall'assemblea dei sindaci del teramano. Tra questi: tavolo di coordinamento nazionale con il Governo, reperimento dei 172 milioni di euro per i lavori, allontanamento delle 2.300 tonnellate di sostanze pericolose dai Laboratori, nessuna deroga alle norme poste a tutela di salute e ambiente".