Tre nuovi defibrillatori pubblici per il primo soccorso cardiaco sono stati donati, nell'ambito del progetto "L'Aquila cardioprotetta", gestito dall'associazione Azimut, da amici e familiari dell'avvocato Paolo Di Napoli e degli imprenditori Giuseppe Ioannucci e Giuseppe Barattelli, scomparsi di recente.
Il primo strumento è stato inaugurato ieri pomeriggio, alle 18, allo chalet della Villa Comunale su iniziativa degli imprenditori Dino Serpetti, Pardo Franceschelli ed Ettore Barattelli, alla memoria di Paolo Di Napoli, scomparso all'improvviso, nei mesi scorsi, all'età di 55 anni e che proprio ieri avrebbe festeggiato il compleanno. All'evento hanno presenziato l'assessore comunale Fabrizio Taranta e il consigliere Francesco De Santis.
Si tratta del decimo defibrillatore installato in città da Azimut. "Un risultato eccezionale - il commento del presidente dell'associazione Alessandro Maccarone - nel ricordo dell'avvocato Di Napoli; il defibrillatore che inauguriamo oggi sta dentro la nostra campagna con questa speciale finalità. Sarà un baluardo di memoria e prevenzione a L'Aquila, città cardioprotetta. E' il decimo: speriamo di poterne installare altri con l'aiuto dei privati, degli Enti che ci hanno supportato fino ad oggi arrivando a comporre una rete di cardioprotezione più ampia possibile".
La missione di Azimut era di cardioproteggere l'asse centrale del centro storico: "siamo partiti dalla Fontana Luminosa, arrivando alla Prefettura per chiudere qui alla Villa. Ma stiamo lavorando anche sui quartieri e sulle frazioni: il Torrione è già cardioprotetto, e così la zona del Tribunale, cardioproteggeremo a breve via Strinella grazie all'aiuto della Parrocchia; insomma, ci stiamo muovendo per fare in modo che la rete sia sempre più ampia. D'altra parte, parliamo di una problematica sottovalutata: pensate che ci sono 3.500 morti nelle aziende che non sono dotate di defibrillatori".
Oltre allo strumento installato alla Villa Comunale, ne sono previsti altri due che saranno già attivi nei prossimi giorni: uno al centro commerciale Barbarossa, in viale Corrado IV, voluto dai fratelli Ettore, Carlo e Raffaella Barattelli alla memoria del padre Giuseppe, e l'altro presso il Tribunale dei minorenni, in via Panella, alla memoria di Giuseppe Ioannucci, scomparso per un malore sul Gran Sasso a 47 anni, su iniziativa della moglie Sara, della figlia, della mamma e dei fratelli. "Per darti la possibilità di una seconda vita, quella che non ho avuto. Ioannucci Giuseppe", questa la scritta che comparirà accanto allo strumento salvavita.