Martedì, 25 Giugno 2019 11:40

L'Aquila: un defibrillatore al Tribunale dei Minori nel nome di Giuseppe Ioannucci

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Una cerimonia sobria, partecipata, attraversata da una profonda commozione. 

Stamane, alla presenza delle massime autorità giudiziarie e cittadine, al Tribunale dei Minori dell'Aquila è stata inaugurata una postazione salvavita donata dalla famiglia Ioannucci in ricordo dell'imprenditore Giuseppe, colto da un malore fatale sul Gran Sasso il 25 aprile scorso, a 47 anni, e che ha lasciato in un inconsolabile dolore la moglie Sara, la figlia di 4 anni, la mamma Ivana, e i fratelli Domenico e Christian con cui gestiva un'autodemolizione.

L'installazione rientra nell'ambito della campagna dell'associazione Azimut "Io C'entro: L'Aquila Città Cardioprotetta" ed è stata realizzata grazie ad una collaborazione virtuosa portata avanti con il Cral Giustizia che aveva già consentito di installare altre due postazioni presso il Tribunale del capoluogo.

Si tratta dell'undicesimo strumento donato alla città da Azimut che, come ha spiegato a newstown il presidente Alessandro Maccarone, in occasione della inaugurazione del defibrillatore alla Villa Comunale nel nome di Paolo Di Napoli, ha avviato la sua campagna con l'idea di cardioproteggere l'asse centrale del centro storico: "siamo partiti dalla Fontana Luminosa, arrivando alla Prefettura per chiudere alla Villa comunale. Col tempo, però, il progetto si è allargato anche a quartieri e frazioni: il Torrione è già cardioprotetto, e così la zona del Tribunale, cardioproteggeremo a breve via Strinella grazie all'aiuto della Parrocchia; insomma, ci stiamo muovendo per fare in modo che la rete sia sempre più ampia. D'altra parte, parliamo di una problematica sottovalutata: pensate che ci sono 3.500 morti nelle aziende che non sono dotate di defibrillatori".

Alla inaugurazione ha partecipato il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. "Non potevo mancare a questa iniziativa. Il lavoro portato avanti da Azimut è un segnale di come deve cambiare la percezione della sanità nelle aree interne. Il nostro è un territorio difficile, aspro, in cui la rete dell'emergenza urgenza non è così capillare come dovrebbe proprio per la particolare conformazione dei luoghi che rende più difficile garantire l'assistenza sanitaria", ha sottolineato Biondi. "Non serve aprire nuovi ospedali, inventarsi nuove strutture: serve rilanciare sulla medicina del territorio e sui presidi che possono aiutare a prevenire vicende come quelle che hanno riguardato Giuseppe Ioannucci. Ovviamente, non basta l'installazione dell'apparecchio: c'è la necessità di una rinnovata consapevolezza nel loro utilizzo. La sanità che funziona parte dalla capacità del cittadino di sapersi, in primo luogo, prendersi cura di sè e degli altri". 

"Non posso che esprimere la gratitudine alla famiglia Ioannucci per questa iniziativa che ci privilegia consentendoci di essere un presidio di prevenzione", le parole della presidente del Tribunale dei Minori Vittoria Correa. "L'ho detto ieri, incontrando il fratello di Giuseppe: sono grata di questa generosità che, poi, è il modo dei vivi di ricordare chi non c'è più. Trovare la forza e il coraggio di pensare gli altri, nel lutto e nel dolore, è il modo più bello di trasformare l'esperienza di sofferenza in qualcosa che resterà, che aiuterà altre persone, che restituirà un senso, per quanto possibile, ad un evento così tragico".

Dunque, la presidente del Tribunale ha donato un mazzo di fiori alla mamma di Giuseppe Ioannucci, in prima fila con i familiari dello sfortunato imprenditore, molto noto in città. A prendere la parola per la famiglia è stato il fratello Domenico che, visibilmente commosso, con la voce rotta dal pianto, ha voluto ringraziare il presidente del Cral L'Aquila, nella persona del presidente Felice Flati, e l'associazione Azimut: "appena ci è stato proposto il progetto 'L'Aquila città cardioprotetta' l'ho condiviso con la mia famiglia, ed abbiamo deciso subito di passare ai fatti: Giuseppe dava priorità alle cose concrete. Con questo gesto, vogliamo onorare la memoria di mio fratello, una persona generosa ed altruista, sempre pronta ad aiutare gli altri. Siamo convinti che se ci fosse stato qualcuno vicino a Giuseppe, capace di intervenire nel primo soccorso con un defibrillatore, poteva anche lui avere una possibilità di restare in vita. Ed è per questo che crediamo che il suo cuore potrà tornare simbolicamente a battere se qualcuno verrà aiutato con questo defibrillatore, donato in suo nome, con accanto la sua immagine e il suo messaggio. E' importante avere una rete capillare di defibrillatori dislocati in città - ha aggiunto Domenico - nelle strutture pubbliche, negli impianti sportivi, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, anche in montagna, quella montagna che Giuseppe amava tanto. Che dire ancora? Mio fratello era una persona speciale e chi lo ha conosciuto lo sa". 

Ultima modifica il Martedì, 25 Giugno 2019 12:45

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