Martedì, 17 Settembre 2019 17:32

Scuola, in Italia 1 giovane su 7 lascia gli studi prima del diploma. Dati positivi per L'Aquila: tasso di abbandono al 7.3% tra i giovani 18-24 anni, al di sotto della media nazionale

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"Ancora troppi studenti lasciano la scuola precocemente, senza completare il ciclo di studi: è questa una grave menomazione della vita sociale che penalizza soprattutto il mezzogiorno. Il tasso di abbandono scolastico va decisamente ridotto: è un impegno prioritario".

Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inaugurando a L'Aquila il nuovo anno scolastico.

Stando ai dati pubblicati da Openpolis [qui il report], in Italia circa un giovane su 7 lascia gli studi senza raggiungere il diploma o una qualifica professionale; la riduzione degli abbandoni scolastici precoci, dopo un netto miglioramento rispetto ai primi anni 2000, si è interrotta nell’ultimo triennio. Nel 2018, la media nazionale di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato prematuramente gli studi si attesta al 14.5%, mezzo punto percentuale in più rispetto al 2017; nel 2016 la media era del 13.8%, il minimo storico dal 2004 allorquando era arrivata al 23.1%.

"All'interno di questa dinamica nazionale - spiega Openpolis - la tendenza all'aumento dell'abbandono scolastico sembra essere particolarmente marcata nelle grandi città; nel 2014 si registravano più abbandoni scolastici nelle città medie e nelle zone rurali, con le grandi città che rappresentavano l’unica area del paese sotto la soglia del 15%. A distanza di 4 anni il dato si è invertito: le grandi città sono in testa sulla quota di abbandoni (15.3%)".

Da notare la crescita netta dell’abbandono nelle zone rurali tra 2017 e 2018: +1.4 punti percentuali in appena un anno.

Alla luce di queste tendenze, "al fenomeno dell'abbandono scolastico è necessario guardare anche da altri punti di vista" avverte Openpolis. "Esiste un forte gap tra nord e sud del paese, ed è questo l'elemento preponderante nel leggere il fenomeno; tuttavia, i dati indicano che è importante guardare anche al contesto urbano di riferimento, comune per comune. 

Ed in Abruzzo, che cosa raccontano i dati?

"L'informazione più omogenea di cui disponiamo - chiarisce Openpolis - è l'indicatore di 'uscita precoce dai percorsi di istruzione e formazione'; un'informazione rilevata al censimento 2011, calcolando la quota di ragazzi tra 15 e 24 anni con licenza media, ma che non frequentano né un corso regolare di studi, né la formazione professionale".

Ebbene, stando ai comuni capoluogo di Provincia, L'Aquila si attesta al 7.3% di abbandono scolastico, ben al di sotto della media nazionale che è esattamente il doppio; un risultato più che lusinghiero che si associa, tra l'altro, al tasso di laureati in provincia che è assai più alto della media. Il capoluogo di Regione fa meglio di Pescara, al 10.8%, Chieti (10.2%) e Teramo (12.3%).

Dei comuni di medie dimensioni, in provincia di Chieti la città di Vasto è al 10.7%, San Salvo al 15.8%, Lanciano al 9%, Guardiagrele all'11.7%, Francavilla al mare al 9.9%; nel pescarese, Montesilvano al 10.8%, Spoltore all'8%, Popoli all'11%, Penne al 14.6%; nel teramano, Giulianova al 9.3%, Atri al 16.2%, Roseto al 15.7%, Martinsicuro al 21.5%; in provincia dell'Aquila, infine, Sulmona è al 6.3%, Avezzano al 9.7%, Celano al 17.8%, Roccaraso al 13.3%, Castel di Sangro al 9%. 

Sfogliando i dati - scaricali qui - è evidente come le aree rurali della Regione, in via di spopolamento, abbiano dati assolutamente drammatici, in particolare nelle zone montane della provincia di Teramo. 

Ultima modifica il Martedì, 17 Settembre 2019 22:14

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