"Ancora troppi studenti lasciano la scuola precocemente, senza completare il ciclo di studi: è questa una grave menomazione della vita sociale che penalizza soprattutto il mezzogiorno. Il tasso di abbandono scolastico va decisamente ridotto: è un impegno prioritario".
Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inaugurando a L'Aquila il nuovo anno scolastico.
Stando ai dati pubblicati da Openpolis [qui il report], in Italia circa un giovane su 7 lascia gli studi senza raggiungere il diploma o una qualifica professionale; la riduzione degli abbandoni scolastici precoci, dopo un netto miglioramento rispetto ai primi anni 2000, si è interrotta nell’ultimo triennio. Nel 2018, la media nazionale di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato prematuramente gli studi si attesta al 14.5%, mezzo punto percentuale in più rispetto al 2017; nel 2016 la media era del 13.8%, il minimo storico dal 2004 allorquando era arrivata al 23.1%.
"All'interno di questa dinamica nazionale - spiega Openpolis - la tendenza all'aumento dell'abbandono scolastico sembra essere particolarmente marcata nelle grandi città; nel 2014 si registravano più abbandoni scolastici nelle città medie e nelle zone rurali, con le grandi città che rappresentavano l’unica area del paese sotto la soglia del 15%. A distanza di 4 anni il dato si è invertito: le grandi città sono in testa sulla quota di abbandoni (15.3%)".
Da notare la crescita netta dell’abbandono nelle zone rurali tra 2017 e 2018: +1.4 punti percentuali in appena un anno.
Alla luce di queste tendenze, "al fenomeno dell'abbandono scolastico è necessario guardare anche da altri punti di vista" avverte Openpolis. "Esiste un forte gap tra nord e sud del paese, ed è questo l'elemento preponderante nel leggere il fenomeno; tuttavia, i dati indicano che è importante guardare anche al contesto urbano di riferimento, comune per comune.
Ed in Abruzzo, che cosa raccontano i dati?
"L'informazione più omogenea di cui disponiamo - chiarisce Openpolis - è l'indicatore di 'uscita precoce dai percorsi di istruzione e formazione'; un'informazione rilevata al censimento 2011, calcolando la quota di ragazzi tra 15 e 24 anni con licenza media, ma che non frequentano né un corso regolare di studi, né la formazione professionale".
Ebbene, stando ai comuni capoluogo di Provincia, L'Aquila si attesta al 7.3% di abbandono scolastico, ben al di sotto della media nazionale che è esattamente il doppio; un risultato più che lusinghiero che si associa, tra l'altro, al tasso di laureati in provincia che è assai più alto della media. Il capoluogo di Regione fa meglio di Pescara, al 10.8%, Chieti (10.2%) e Teramo (12.3%).
Dei comuni di medie dimensioni, in provincia di Chieti la città di Vasto è al 10.7%, San Salvo al 15.8%, Lanciano al 9%, Guardiagrele all'11.7%, Francavilla al mare al 9.9%; nel pescarese, Montesilvano al 10.8%, Spoltore all'8%, Popoli all'11%, Penne al 14.6%; nel teramano, Giulianova al 9.3%, Atri al 16.2%, Roseto al 15.7%, Martinsicuro al 21.5%; in provincia dell'Aquila, infine, Sulmona è al 6.3%, Avezzano al 9.7%, Celano al 17.8%, Roccaraso al 13.3%, Castel di Sangro al 9%.
Sfogliando i dati - scaricali qui - è evidente come le aree rurali della Regione, in via di spopolamento, abbiano dati assolutamente drammatici, in particolare nelle zone montane della provincia di Teramo.