Giovedì, 19 Settembre 2019 12:14

L'Aquila, approvato il piano di dimensionamento scolastico. Soppresse Direzioni didattiche, verticalizzazione primo ciclo d'istruzione in 6 Istituti comprensivi

di 

La Giunta comunale ha approvato la proposta di dimensionamento della rete scolastica del Comune dell’Aquila che, in sostanza, porterà alla verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l’aggregazione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado in sei Istituti Comprensivi con la soppressione delle Direzioni didattiche e delle scuole secondarie di primo grado non aggregate.

A presentare le novità contenute nel provvedimento, che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico, è stato l’assessore Francesco Cristiano Bignotti che detiene la delega alle politiche educative e scolastiche.

“Il piano di dimensionamento viene a valle del lavoro svolto dal tavolo tecnico istituito lo scorso anno e al quale hanno preso parte i presidi, i sindacati della scuola, i referenti di Provincia, Ufficio scolastico regionale e Comune dell’Aquila, oltre ad un rappresentante delle scuole superiori individuato nella preside del Convitto nazionale ‘D. Cotugno’, Serenella Ottaviano”, ha precisato Bignotti.

Chiari i principi che hanno ispirato il lavoro: “innanzitutto, il mantenimento di sei funzioni e, dunque, di sei presidenze; poi, la verticalizzazione dell’offerta educativa passando dalle vecchie Direzioni didattiche a Istituti comprensivi, dalla scuola dell’infanzia alla scuola media; inoltre – ha proseguito l’assessore - abbiamo tenuto conto del principio della territorialità considerando, altresì, la presenza dei Musp stante i tempi lunghi della ricostruzione dell’edilizia scolastica. Non solo. Si è stabilito di preservare i piccoli plessi, penso alle scuole primarie di Bagno e Arischia, come presidi sul territorio per evitare lo spopolamento. Ovviamente si è lavorato sui numeri, per fare in modo che non venissero a costituirsi macro organismi ingestibili di 1500, 1700 alunni, tenendoci però lontani dalle soglie dei 600 studenti che metterebbero gli Istituti a rischio di sottodimensionamento”.

In questo senso, Bignotti ha lanciato alla politica regionale la proposta di considerare L’Aquila, per le sue caratteristiche, un Comune montano così che la soglia minima possa essere abbassata a 400 alunni: “così, ci sarebbe la possibilità di cogliere risultati ancor più importanti”.

Sta di fatto che, dal prossimo anno scolastico, ci saranno sei Istituti comprensivi per un totale di 6.041 studenti, ciascuno con il suo preside, che, per il momento, prenderanno il nome della scuola media di riferimento (una per ogni Istituto).

Si parte dall’Istituto Scuola Media Patini, geograficamente identificato nell’area da Arischia a Pettino, che ingloberà:

  • l’infanzia di Coppito (50 alunni);
  • l’infanzia di Pettino (197 alunni);
  • l’infanzia di Cansatessa (35 alunni);
  • l’infanzia Giulio Beccia di Arischia (12 alunni);
  • la primaria Buccio di Ranallo di Coppito (107 alunni);
  • la primaria di Arischia (18 alunni);
  • la primaria Mariele Ventre di Pettino (459 alunni);
  • la scuola secondaria di primo grado Patini (331 alunni).

Indicativamente, l’Istituto avrà 1.209 alunni.

L’Istituto Scuola Media Mazzini è territorialmente definito dai quartieri di Pile, Santa Barbara, San Sisto; ingloberà:

  • l’infanzia di Pile (24 alunni);
  • l’infanzia I° maggio di Pile (45 alunni);
  • l’infanzia di Santa Barbara (44 alunni);
  • l’infanzia di San Sisto (49 alunni);
  • l’infanzia Giovanni XXIII (28 alunni);
  • la primaria di viale Giovanni XXIII (110 alunni);
  • la primaria di Pile (271 alunni);
  • la primaria S. Barbara e S. Sisto (136 alunni);
  • la scuola secondaria di primo grado Mazzini (447 alunni).

In totale, gli studenti saranno 1.154.

In questo caso, si è discusso sulla collocazione della scuola Giovanni XXIII, storicamente collocata in centro storico che, tuttavia, resterà ancora a lungo nel Musp alle Casermette e, per questo, è stata inglobata nell’Istituto comprensivo Mazzini.

L’Istituto comprensivo scuola media di Sassa sarà di riferimento per la zona di Sassa, Preturo, Bagno e Roio. Ingloberà:

  • la scuola dell’infanzia Pagliare di Sassa (20 alunni);
  • l’infanzia di Preturo (51 alunni);
  • l’infanzia di Roio Poggio (45 alunni);
  • l’infanzia di Sassa Scalo (38 alunni);
  • l’infanzia San Benedetto di Bagno (20 alunni);
  • l’infanzia di Pianola (43 alunni);
  • la primaria di Preturo (13 alunni);
  • la primaria di Sassa (200 alunni);
  • la primaria di Pianola (92 alunni);
  • la primaria di Roio (69 alunni);
  • la scuola media di Sassa (130 alunni).

Indicativamente, gli studenti dovrebbero essere 721.

E ancora: l’Istituto Carducci, quello del centro storico per intenderci, ingloberà:

  • l’infanzia Carlo Collodi di Vallepretara (28 alunni);
  • la scuola dell’infanzia di San Bernardino (138 alunni);
  • la primaria Celestino V di Vallepretara (75 alunni);
  • la primaria De Amicis (393 alunni);
  • la scuola media Carducci (277 alunni).

Il totale è di 911 studenti.

L’Istituto scuola media Dante Alighieri abbraccerà i quartieri del Torrione e di San Francesco. Ingloberà:

  • l’infanzia via Capo della Croce (43 alunni);
  • l’infanzia Carla Mastropietro (53 alunni);
  • l’infanzia Colle Capocroce (92 alunni);
  • l’infanzia Gianni Di Genova (27 alunni);
  • la primaria Gianni Di Genova di Colle San Giacomo (52 alunni);
  • la primaria Torrione/San Francesco (283 alunni);
  • la scuola media Dante Alighieri (486 alunni).

Indicativamente, gli studenti dovrebbero essere 1.036.

Infine, l’Istituto scuola media Paganica che coprirà la zona di Bazzano, Paganica, Tempera, Gignano e Torretta. Ingloberà:

  • l’infanzia L’albero dai mille colori di Paganica (96 alunni);
  • l’infanzia di Tempera (25 alunni);
  • l’infanzia La scatola delle esperienze di Bazzano (109 alunni);
  • l’infanzia Arcobaleno di Gignano (49 alunni);
  • la primaria della Torretta (220 alunni);
  • la primaria di Paganica (324 alunni);
  • la scuola media Dante Alighieri (187 alunni).

Si prevede un totale di 1.010 studenti.

Ai sei Istituti comprensivi va aggiunto il Cipia, il centro d’istruzione provinciale per adulti, equiparato, di fatto, ad una scuola media e che conta oltre 1000 iscritti, adulti che non hanno ottenuto l’attestato di scuola media, cittadini di origine straniera che seguono corsi di italiano e così altri studenti interessati a corsi di inglese o di informatica.

“Credo che l’accordo sul piano sia un risultato importante che il Comune dell’Aquila è finalmente riuscito a cogliere dopo anni”, le parole di Bignotti; “l’auspicio è che la verticalizzazione porti ad un maggior raccordo tra i vari livelli di istruzione, con programmi condivisi e così via, e ad una ‘fidelizzazione’ degli studenti che, in un unico Istituto comprensivo potranno frequentare gli anni della scuola, dall’infanzia e fino alle medie. Evidentemente, bisognerà verificare i flussi scolastici nei prossimi anni”.

Bignotti ha colto l’occasione per ribadire che si sta lavorando per dare risposta anche a genitori e studenti dei 3 plessi (su 17) che non sono in grado, al momento, “e per ragioni esclusivamente tecniche, legate alla mancanza di personale”, il servizio di pre e doposcuola. Ha poi assicurato che, da lunedì, partirà il servizio mensa: “si tratta di un procedimento complesso”, ha spiegato; “le scuole mandano al Comune i dati definitivi sui nuovi ingressi, e quest’anno sono più di mille, dunque gli uffici debbono elaborarli per fornire le credenziali d’accesso al sistema di prenotazione alle diverse scuole che, a loro volta, debbono girarle ai genitori. Considerate che vengono erogati più di 500mila pasti all’anno. Ecco spiegati i motivi del ritardo che, tuttavia, è fisiologico” ha precisato l’assessore alle politiche scolastiche.

Che è poi tornato sulla “diffusa morosità” da parte degli utenti del servizio di refezione scolastica: “la vecchia amministrazione ha deciso di sostituire i buoni cartacei con quelli digitali, una scelta al passo coi tempi che, tuttavia, ha favorito la morosità: in sostanza, il sistema prevede che i genitori, acquistato un certo numero di pasti, prenotino poi telematicamente, giorno per giorno, e segnalino, eventualmente, se il bambino non è presente o non vuole fruire del servizio. Tuttavia, ci siamo accorti che oltre 1.300 utenti, su un totale di circa 3.000, avevano maturato dei debiti che andavano da qualche centesimo, ed è assolutamente fisiologico, fino a 30-35 euro con punte addirittura di 700 euro”.

Ora, si tenga presente – ha ribadito Bignotti – che il servizio offerto dal Comune dell’Aquila ha costi assai contenuti: l’importo di ogni pasto viene parametrato sull’Isee della famiglia dello studente, si va dal pasto gratis per Isee bassi ad un costo di 2.88 euro a pasto per la fascia più alta, oltre i 35mila euro di Isee. “Se si considera un tempo pieno, con 5 rientri settimanali, per maturare un debito di 30 euro significa che la famiglia non ha pagato il servizio di mensa per 2 settimane. Evidentemente, non è accettabile: stante i casi di difficoltà conclamata che, tuttavia, vengono affrontati con i servizi sociali, abbiamo deciso di intervenire con una circolare che, di fatto, impone la regolarizzazione delle posizioni prima di far partire il servizio per il prossimo anno scolastico: in questo modo, abbiamo già dimezzato il debito accumulato di circa 100mila euro nel giro di due settimane, recuperando circa 1000 euro al giorno. Restano in piedi alcune situazioni debitorie che stiamo analizzando con attenzione”.

Alcuni genitori, intanto, lamentano il costo eccessivo della ricarica dei carnet telematici con bollettino Mav, pari a 1.20 euro. “La passata amministrazione – ha spiegato Bignotti – aveva stretto accordi con alcuni esercizi commerciali per la ricarica gratuita, puntando sul vantaggio che i commercianti avrebbero avuto dalla frequentazione di potenziali clienti. Tuttavia, si sono verificate alcune situazioni che sono al vaglio delle autorità inquirenti e, dunque, per salvaguardare gli interessi dell’amministrazione, si è deciso di ricorrere esclusivamente alla ricarica Mav. D’altra parte, anche i bollini cartacei avevano un costo. E’ chiaro che sei i genitori ricaricano 100 o 200 euro, il costo di 1.20 euro incide davvero poco; al contrario, se si ricarica, di volta in volta, 10 o 20 euro il discorso cambia. Sta di fatto che stiamo provando a venire incontro ai cittadini lavorando alla individuazione di un punto di ricarica gratuito, sul territorio, di gestione comunale o paracomunale. Non è affatto semplice, ma ci stiamo provando. Cerchiamo di essere collaborativi il più possibile, ma chiediamo ai cittadini di fare altrettanto”.

 

Ultima modifica il Giovedì, 07 Novembre 2019 13:14

Articoli correlati (da tag)

Chiudi