A partire dalla formula del caffè culturale, si illustreranno in forma divulgativa questioni, opere e idee legate alla ricerca universitaria; inoltre si racconteranno recenti eventi, scoperte, premi internazionali nei vari settori della cultura umanistica, scientifica e tecnologica.
L’auspicio è di mettere al centro la cultura e la sua produzione in un linguaggio semplice ma non semplicistico, in un’atmosfera conviviale.
L’undicesima stagione dei mercoledì della cultura, nell’autunno 2019, vedrà gli interventi di:
> Francesco De Angelis, chimico all'Università dell’Aquila, sulla questione dell’etica nella ricerca chimica. È immaginabile un “Patto Sociale” fondato su basi etiche, per il quale i ricercatori, i cultori e gli operatori di Scienza s’impegnino a proteggere la Società e la Terra dal cattivo, fraudolento e dannoso impiego della conoscenza scientifica, in generale, e della chimica in particolare? Un chimico, verso il termine della sua carriera, si interroga, e pone il problema alle nuove generazioni di futuri scienziati (9 ottobre 2018).
> Roberto Cipollone, ingegnere all'Università dell’Aquila, sulle connessioni tra i consumi energetici, i cambiamenti climatici e la dimensione economico-finanziaria dell’uso delle fonti fossili. L’attuale situazione energetica mondiale vede il ruolo delle fonti fossili ancora dominante (circa l’80%) e una decisa riduzione di questa percentuale richiede massicci investimenti, lo sviluppo di tecnologie innovative e, soprattutto, un cambio di paradigma tecnologico e culturale che coinvolge anche comportamenti individuali e collettivi. Inoltre, è riconosciuta la correlazione tra uso delle fonti fossili e aumento della concentrazione di CO2 atmosferica. Il limite di salvaguardia è 450 ppm di CO2, ma non superarlo richiede azioni che determinano squilibri economico-finanziari sui mercati di approvvigionamento delle fonti fossili – squilibri ai quali occorre porre rimedio (13 novembre 2018).
> Simone Sisani, storico all'Università dell’Aquila, sul tema degli stranieri nell’antica Roma. Le conquiste territoriali costrinsero i Romani a confrontarsi con una conseguenza inevitabile della “globalizzazione”: la convivenza (giuridica e culturale) con gli stranieri, con quanti cioè non godevano della pienezza dei diritti politici e tuttavia si trovavano a intrattenere quotidianamente relazioni (pubbliche e private) con i cittadini romani – tanto a Roma (una metropoli affollata di immigrati) quanto nelle province. Le soluzioni via via adottate dallo stato romano dimostrano la capacità di adattare pragmaticamente le proprie strutture ai cambiamenti della società e possono aiutare a riflettere su un tema importante e di indubbia attualità (11 dicembre).