Si terrà nel pomeriggio, alle 17:30 presso la sala Corradino D’Ascanio della sede pescarese di Regione Abruzzo, in piazza Unione, una riunione del coordinamento regionale sanità del Partito Democratico, alla presenza, tra gli altri, del segretario Michele Fina e del capogruppo dem all’Emiciclo Silvio Paolucci, già assessore dell’esecutivo D’Alfonso.
La riunione cade in un momento particolarmente delicato per la sanità regionale, “per la totale paralisi che manifesta la Giunta Marsilio da ormai otto mesi, paralisi perentoriamente e pesantemente condannata dalla relazione del tavolo tecnico riunito, presso il ministero della Sanità, il 30 luglio” l’affondo di Massimo Cialente, già sindaco dell’Aquila, responsabile sanità dei democratici.
Cialente denuncia la “pericolosa marcia indietro rispetto al lavoro fatto negli anni passati dal governo regionale di centrosinistra: con l’uscita dal commissariamento, si erano create le condizioni per avviare una nuova programmazione, una politica di investimenti nel capitale umano ed edilizio, ragionando su come mettere la sanità realmente al servizio dei bisogni dei cittadini, soprattutto dei malati cronici e degli anziani. Ed invece, per la prima volta - dopo anni - non abbiamo presentato un piano sanitario”.
Al tavolo di monitoraggio, spiega Cialente a newstown, “è stata consegnata soltanto una bozza di piano sanitario, priva dell’attesa riorganizzazione della rete ospedaliera; d’altra parte, il centrodestra ha condotto una campagna elettorale, piazza per piazza, promettendo tutto a tutti: ora, ha un problema politico rispetto a quei territori e ai loro amministratori”.
La mancata riorganizzazione della rete sanitaria ha, come conseguenza, il blocco delle assunzioni, “per le quali erano state trovate le risorse: se il governo non approva il piano di riordino, secondo le previsioni del Decreto Lorenzin, non fa partire il piano di assunzioni; d’altra parte, il tavolo tecnico vuol sapere quanti reparti verranno mantenuti, e in quali presidi, quante unità operative complesse, quante semplici e così via”. Una impasse che sta portando disagi terribili ad un personale oramai esausto, con l’aggravarsi della vergogna delle liste d’attesa. “Direte: come mai il piano non è stato istruito dalla Giunta precedente? Si doveva prima uscire dal commissariamento per iniziare la programmazione, e intanto il piano era stato abbozzato, con tutte le contraddizioni del caso sia chiaro, da Sulmona ad Atessa. Con l’avvento della giunta Marsilio si è fermato tutto”.
Si è fermato il piano di riordino della rete ospedaliera e, così, “della medicina territoriale che accentua i problemi degli ospedali, dei Pronto soccorso soffocati da ricoveri incongrui. La sanità in Abruzzo – sottolinea Cialente – è ospedalocentrica: l’80% delle prestazioni quotidiane non sono ospedaliere ma attengono piuttosto alla cura dei malati cronici e degli over 65 che richiederebbero il ricovero soltanto per gravi riacutizzazioni. Al contrario, qui si fa tutto tramite ospedale. E’ necessario un salto culturale. Non siamo più in grado di reggere un sistema del genere. Usciti dal commissariamento, avevamo iniziato a ragionarne con la passata amministrazione regionale: purtroppo, la destra ha cavalcato qualsiasi tigre e ora non sa come uscirne”.
E’ ferma anche la riorganizzazione della medicina privata, a seguito della bocciatura della delibera istruita dalla giunta Marsilio “completamente sbagliata sia politicamente che dal punto di vista giuridico: non vogliamo fare la ‘guerra’ alla sanità privata – chiarisce Cialente – ma va ricondotta a complementarità con la sanità pubblica. Anche i privati hanno dovuto sopportare il piano di rientro che, oggi, non li mette in condizione di competere con la concorrenza delle regioni vicine. Inoltre, hanno posti letto e specialità che risalgono alla fine del secolo scorso: la medicina, però, è profondamente cambiata. La risposta della giunta Marsilio, la totale deregulation del settore, non era adeguata e, a dire il vero, sembrava piuttosto un regalo ai privati più che un tentativo di riordino non derogabile. Provo a spiegarmi: se in un dato territorio la sanità privata fa un'ottima ortopedia, che senso ha che gli ospedali pubblici facciano ortopedia mancando, magari, di altre specialità? Ecco cosa intendo quando insisto sulla complementarità: d’altra parte, la sanità abruzzese patisce la maggiore mobilità passiva verso i privati fuori regione e, dunque, che senso ha danneggiare il nostro sistema abruzzese? Piuttosto, va fatta una attenta programmazione che ne esalti l’importanza in termini di offerta liberando la sanità privata da un’impostazione programmatica oramai superata”.
In più, c’è un altro problema di cui si tiene poco conto: “già sfondiamo i tetti di spesa, in futuro la sanità sarà sempre più costosa. Stanno uscendo farmaci ad personam, che ridisegnano, di fatto, il modo di fare assistenza. In questo quadro, l’Abruzzo sta patendo un calo demografico drammatico, perdiamo 10mila cittadini l’anno. Se tenete conto che, di media, lo Stato trasferisce alle Regioni 2.500 euro l’anno a residente, capite la dimensione del problema”.
Cialente lo ribadisce: “abbiamo bisogno di un salto culturale, capace di avviare la programmazione di una sanità moderna, in grado di stare al passo con le profonde modifiche che la medicina offre oggi in termini diagnostici, terapeutici, farmacologici. E’ un percorso lungo, ma obbligato. Riteniamo che nessuno sia depositario della verità: è per questo che invitiamo all’incontro di stasera tutti coloro che sono interessati a partecipare. Più teste, più sensibilità, più saperi, aiutano tutti noi e la nostra gente”.