Illustri studiosi provenienti da cinque università italiane si sono riuniti stamane all’Aquila, nella Sala Ipogea di Palazzo dell'Emiciclo, sede del Consiglio regionale, per ricordare la figura di Ferdinando Bologna, scomparso lo scorso aprile all'età di 94 anni.
Allo storico dell'arte, una delle colonne della vita culturale dell'Aquila, è stato dedicato il convegno "L'Abruzzo l'Europa. Gli studi di storia dell'arte abruzzese di Ferdinando Bologna", organizzato dalla casa editrice Textus Edizioni.
"La giornata - affermano gli animatori dell'iniziativa - vuole essere un omaggio e un’occasione di riconoscenza collettiva nei confronti di una personalità che ha lasciato una traccia indelebile nella comunità internazionale degli studiosi e che ha collocato la storia dell’arte della città dell’Aquila e dell’intera regione in una visione globale e senza confini".
Di "momento prezioso nella narrazione della ricostruzione, che contribuisce alla crescita di consapevolezza e identità della comunità aquilana", hanno parlato, negli interventi di apertura del convegno che ha visto la partecipazione di alcune classi del Liceo classico Cotugno, il consigliere regionale Americo Di Benedetto, la Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell'Aquila Alessandra Vittorini, la dirigente scolastica Serenella Ottaviano e il doecente dell'Università degli studi dell'Aquila Mauro Bologna, figlio dello studioso.
"L'Aquila da sette secoli crolla e risorge su se stessa con complesse fasi di ricostruzione con cui si sanano ferite, si colmano perdite, si risarcisocno vuoti e si riannodano fili nella storia della ricostruzione e della conoscenza - le parole della Soprintendente Alessandra Vittorini che ha curato la prefazione del volume La Fontana della Rivera all’Aquila detta delle Novantanove cannelle (collana editoriale Ricostruenda) presentato nell'ambito dell'iniziativa dalla storica dell'arte Biancamaria Colasacco e dai professori dell'Universita degli Studi di Napoli Federico II, Arturo Fittipaldi e Francesco Aceto.
"Il volume delle Novantanove Cannelle - ha ricordato Vittorini - è un esempio di come la città ricostruisce se stessa ma anche i legami con la sua storia e il suo passato. Nella prima edizione mirabilmente curata da Ferdinando Bologna si condensava lo spessore e l'approfondimento scientifico della prima ricerca monografica sistematica su uno dei luoghi simbolo della città, il più antico dei monumenti civili e il primo ad essere restituito nel post sisma. Una ricerca fatta a conclusione di un importante intervento di recupero e restauro sostenuto, all'epoca, da un mecenatismo privato. Il sisma ha provocato distruzione e ferite, ma da quelle crepe e dai quei crolli si stanno affacciando pagine di storia e immagini emerse da un passato rimosso. Contesti architettonici e decorativi che raccontano storie inedite e che ci chiamano ad un quotidiano impegno per la loro decifrazione, interpretazione e valorizzazione, per metterle a disposizione di una città che, oggi più che mai, dimostra uno straordinario bisogno di riappropriazione della sua storia".
Quindi il riferimento alla nuovo assetto in cui la Soprintendenza dell'Aquila ha iniziato ad operare dopo il sisma del 2009. "Sono dieci anni che la soprintendenza aquilana opera nel nuovo assetto di Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per L'Aquila e il cratere, portando avanti attività che, pure se svolte in condizioni di urgenza e di esiguità di risorse umane e strumentali, hanno prodotto risultati diffusi e visibili - ha sottolineato Vittorini - Tutto questo, oggi, compone uno scenario di diffusa crescita di consapevolezza e identità che solo nel costante racconto di questa ricostruzione può trovare nuova linfa. E a riflessione odierna ne costituisce un momento importante prezioso".
Una ricostruzione, quella della identità della comunità, che passa anche per quella fisica delle scuole cittadine, come ha evidenziato la dirigente scolastica del Liceo classico Cotugno, Serenella Ottaviano. "La scuola a L'Aquila non ha edifici ricostruiti ma da dieci anni ricostruisce persone, continua ad avere un filo costante tra memoria e futuro. Oggi inizia una collaborazione di ricostruzione vera degli studenti che hanno diritto e dovere di conoscere in modo approfondito la loro città e di portare il loro contributo, anche se hanno quindici anni e non sono ancora a livello di approfondimento universitario e accademico".
Ottaviano ha quindi annunciato che l'istituo Cotugno e licei annessi, ha siglato una convenzione con la casa editrice Textus finalizzata a coinvolgere gli studenti nelle iniziative culturali, tavole rotonde e presentazione dei libri. "La convenzione permetterà ai nostri studenti di portare il loro contributo in queste attività di condivisione e approfondimento, tavole rotonde e presentazioni di libri. Dalla prossima volta tra illustri studiosi, che ringrazio per l'opportunità che danno oggi ai nostri ragazzi di apprendere con qualità un punto di vista di eccellenza su Ferdinando Bologna -ha annunciato Ottaviano- anche i nostri studenti saranno chiamati a portare il loro punto di vista. Se la scuola è attiva e viene coinvolta nella costruzione della cultura, avremo cittadini e cittadine più consapevoli anche del bene comune artistico".