Oltre duecento persone hanno partecipato, ieri sera, al presidio di solidarietà alle popolazioni curde sotto attacco del regime di Erdogan nel Rojava siriano.
I manifestanti si sono ritrovati alla Fontana Luminosa. Presenti alcuni membri della comunità curda locale e della Rete Kurdistan Italia, tra cui Erol Aydemir che ha condiviso la sua testimonianza sulla vicenda: "Anche all'Aquila, è un dovere per tutte e tutti sollevarsi e mobilitarsi in difesa del Rojava, contro l'Isis e il regime turco, chiedendo che il governo italiano prenda una posizione decisa su questa drammatica situazione, con un sostegno esplicito alla Federazione Democratica della Siria del nord".
Sette anni fa nella regione del Rojava ha avuto inizio una rivoluzione: le curde e i curdi, liberandosi dell'oppressione siriana, iniziarono a organizzarsi autonomamente in consigli, comuni e cooperative, con l'organizzazione autonoma delle donne a fare da forza motrice della rivoluzione sociale. Anche attraverso la lotta all'ISIS, negli anni è cresciuto un progetto multietnico e multireligioso dai tratti unici, che fino ad oggi ha garantito un'inedita convivenza pacifica di milioni di persone curde, arabe, cristiane.
La Federazione Democratica Siria del Nord e dell'Est è un modello per la visione di un Medio Oriente pacifico e democratico, e per questo è sempre stata una spina nel fianco sia per le potenze regionali sia per l'Occidente. Negli ultimi giorni il tentativo di distruggere la Federazione Democratica Siria del Nord e dell'Est minaccia questa esperienza e le popolazioni che ne sono protagoniste.
Il regime turco di Erdogan ha invaso il Rojava, con l'obiettivo della sostituzione etnica, delle violenze, degli omicidi e della guerra. E con il fine ultimo della riabilitazione dei miliziani dell'Isis, isolati ed emarginati dagli stessi curdi anche per conto dell'Occidente, oggi inerme e silente di fronte alle violenze della Turchia. Per questo ovunque, e anche all'Aquila, è un dovere per tutte e tutti sollevarsi e mobilitarsi in difesa del Rojava, contro l'Isis e il regime turco, chiedendo che il governo italiano prenda una posizione decisa su questa drammatica situazione, con un sostegno esplicito alla Federazione Democratica della Siria del nord.
È necessario che la comunità internazionale attui alcune misure fondamentali quali l'istituzione di una "no fly zone" (una chiusura dello spazio aereo sull'area), la creazione di corridoi umanitari a sostegno della popolazione per mettere fine agli accordi che consentono a Erdogan di usare i profughi come armi, l'immediato riconoscimento come corpo diplomatico degli esuli curdi in Europa, oltre alla cessazione della vendita di armamenti alla Turchia anche per i contratti in essere. Senza queste misure, qualsiasi annuncio di possibili sanzioni o condanne ipocrite e tardive - peraltro solo sulla carta - diventano facile e inutile propaganda, mentre inermi civili continuano a morire sotto le bombe.
In queste ore l'accordo raggiunto tra Stati uniti e Turchia per una tregua di cinque giorni legittima di fatto l'invasione turca, imponendo alle forze curde il ritiro immediato e realizzando così il disegno criminale di Erdogan. Non possiamo più restare a guardare!