A dicembre il servizio Istruzione della Giunta regionale perfezionerà la proposta del nuovo ridimensionamento scolastico che verrà sottoposta all'approvazione della Giunta regionale.
Lo ha annunciato l'assessore alle Politiche del Lavoro, Piero Fioretti, al termine del tavolo regionale sul dimensionamento scolastico che si è tenuto ieri a Pescara. La procedura prevede che saranno le Province a raccogliere le singole decisioni dei tavoli provinciali e ad inviare i propri deliberati alla Regione Abruzzo che entro la fine dell'anno adotterà la nuova geografia scolastica regionale a partire dall'anno 2020-2021. "L'iter è ormai alla fase finale - ha spiegato l'assessore Fioretti - e dalle Province attendiamo le decisioni del territorio. Il tavolo regionale ha lavorato molto bene perché ha avuto il merito di portare a discussione tutte le problematiche connesse al nuovo dimensionamento scolastico. Il lavoro non è agevole perché Regione, Province e Direzione scolastica regionale devono cercare il punto di equilibrio tra le istanze dei territori, rappresentate dai sindaci, e il rispetto dei parametri che ci chiede il ministero dell'Istruzione".
Le problematiche affrontate sono state diverse, anche se gran parte della discussione è stata assorbita dal problema delle deroghe da concedere a quegli istituti scolastici che non sono in linea con i parametri ministeriali. "Il nuovo dimensionamento - ha detto Fioretti - porterà ad una riduzione delle deroghe che interessano quegli istituti cosiddetti sotto dimensionati. Attualmente ne sono 16 ma il nuovo piano ne prevedrà molti di meno, facendo attenzione alle specificità degli istituti e dei territori che li ospitano. Il vero problema è la continua contrazione del numero degli iscritti, direttamente collegata al calo demografico e delle nascite. È una tendenza ormai in atto da anni che non si riesce ad invertire e che interessa tutto il territorio nazionale. Ci saranno dunque delle aggregazioni che comporta un aumento degli istituti comprensivi. D'altro canto è importante sottolineare - conclude l'assessore all'Istruzione - che questo non comporterà una riduzione dei servizi scolastici sul territorio ma solo modifiche di carattere amministrativo che non incideranno sulla vita delle famiglie".
Di fatto, con il tavolo di ieri a Pescara è stato sancito il sì anche al piano di dimensiomanto delle scuole cittadine approvato dalla Giunta comunale dell'Aquila su proposta dell'assessore Francesco Bignotti che prevede, in sostanza, la verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l’aggregazione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado in sei Istituti Comprensivi con la soppressione delle Direzioni didattiche e delle scuole secondarie di primo grado non aggregate.
E' rimasta inascoltata, insomma, la mobilitazione del mondo della scuola aquilana, la protesta di studenti, genitori, insegnanti, corpo docenti e sindacati che sono arrivati a scrivere una lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e al Ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, chiedendo che il provvedimento fosse sospeso almeno fino a quando non fossero stati ricostruiti gli edifici scolastici e non fosse terminata la mobilità demografica. "E’ vero che L’Aquila è andata in deroga in questi anni rispetto al dimensionamento - è stato ribadito giovedì sera, allorquando i manifestanti si sono ritrovati all'Emiciclo per denunciare la loro contrarietà al dimensionamento imposto dalla Giunta - ma crediamo che si capisca benissimo il perché e che si possa sospendere l’attuale provvedimento, almeno per consentire alle varie parti di conoscere, di confrontarsi, di condividere, di proporre: ci sta calando dall’alto un provvedimento che causerà 'un terremoto affettivo', così come si sono espressi i genitori presenti alla partecipatissima assemblea sindacale di lunedì 21 ottobre, perché temono di perdere quella continuità didattica e relazionale sulla quale abbiamo lavorato insieme in questi 10 anni".
Ed ora, si sta vagliando l'ipotesi di un ricorso al Tar: i sindacati, infatti, non sono affatto convinti della legittimità dell'iter procedurale che ha portato al dimensionamento, considerato che il provvedimento è stato approvato dalla Giunta comunale e non è passato dal Consiglio comunale. In effetti, la norma non è chiara ma la strada del ricorso è davvero strettissima.
Stante le cose, dal settembre 2020 il primo ciclo di istruzione verrà verticalizzato in sei Istituti comprensivi, ciascuno con il suo preside, che, per il momento, prenderanno il nome della scuola media di riferimento (una per ogni Istituto).
Si parte dall’Istituto Scuola Media Patini, geograficamente identificato nell’area da Arischia a Pettino, che ingloberà:
- l’infanzia di Coppito (50 alunni);
- l’infanzia di Pettino (197 alunni);
- l’infanzia di Cansatessa (35 alunni);
- l’infanzia Giulio Beccia di Arischia (12 alunni);
- la primaria Buccio di Ranallo di Coppito (107 alunni);
- la primaria di Arischia (18 alunni);
- la primaria Mariele Ventre di Pettino (459 alunni);
- la scuola secondaria di primo grado Patini (331 alunni).
Indicativamente, l’Istituto avrà 1.209 alunni.
L’Istituto Scuola Media Mazzini sarà territorialmente definito dai quartieri di Pile, Santa Barbara, San Sisto; ingloberà:
- l’infanzia di Pile (24 alunni);
- l’infanzia I° maggio di Pile (45 alunni);
- l’infanzia di Santa Barbara (44 alunni);
- l’infanzia di San Sisto (49 alunni);
- l’infanzia Giovanni XXIII (28 alunni);
- la primaria di viale Giovanni XXIII (110 alunni);
- la primaria di Pile (271 alunni);
- la primaria S. Barbara e S. Sisto (136 alunni);
- la scuola secondaria di primo grado Mazzini (447 alunni).
In totale, gli studenti saranno 1.154.
L’Istituto comprensivo scuola media di Sassa sarà di riferimento per la zona di Sassa, Preturo, Bagno e Roio. Ingloberà:
- la scuola dell’infanzia Pagliare di Sassa (20 alunni);
- l’infanzia di Preturo (51 alunni);
- l’infanzia di Roio Poggio (45 alunni);
- l’infanzia di Sassa Scalo (38 alunni);
- l’infanzia San Benedetto di Bagno (20 alunni);
- l’infanzia di Pianola (43 alunni);
- la primaria di Preturo (13 alunni);
- la primaria di Sassa (200 alunni);
- la primaria di Pianola (92 alunni);
- la primaria di Roio (69 alunni);
- la scuola media di Sassa (130 alunni).
Indicativamente, gli studenti dovrebbero essere 721.
E ancora: l’Istituto Carducci, quello del centro storico per intenderci, ingloberà:
- l’infanzia Carlo Collodi di Vallepretara (28 alunni);
- la scuola dell’infanzia di San Bernardino (138 alunni);
- la primaria Celestino V di Vallepretara (75 alunni);
- la primaria De Amicis (393 alunni);
- la scuola media Carducci (277 alunni).
Il totale è di 911 studenti.
L’Istituto scuola media Dante Alighieri abbraccerà i quartieri del Torrione e di San Francesco. Ingloberà:
- l’infanzia via Capo della Croce (43 alunni);
- l’infanzia Carla Mastropietro (53 alunni);
- l’infanzia Colle Capocroce (92 alunni);
- l’infanzia Gianni Di Genova (27 alunni);
- la primaria Gianni Di Genova di Colle San Giacomo (52 alunni);
- la primaria Torrione/San Francesco (283 alunni);
- la scuola media Dante Alighieri (486 alunni).
Indicativamente, gli studenti dovrebbero essere 1.036.
Infine, l’Istituto scuola media Paganica che coprirà la zona di Bazzano, Paganica, Tempera, Gignano e Torretta. Ingloberà:
- l’infanzia L’albero dai mille colori di Paganica (96 alunni);
- l’infanzia di Tempera (25 alunni);
- l’infanzia La scatola delle esperienze di Bazzano (109 alunni);
- l’infanzia Arcobaleno di Gignano (49 alunni);
- la primaria della Torretta (220 alunni);
- la primaria di Paganica (324 alunni);
- la scuola media Dante Alighieri (187 alunni).
Si prevede un totale di 1.010 studenti.
Ai sei Istituti comprensivi va aggiunto il Cipia, il centro d’istruzione provinciale per adulti, equiparato, di fatto, ad una scuola media e che conta oltre 1000 iscritti, adulti che non hanno ottenuto l’attestato di scuola media, cittadini di origine straniera che seguono corsi di italiano e così altri studenti interessati a corsi di inglese o di informatica.