"Tra il Festival, le organizzazioni promotrici e gli aquilani si è creato un legame particolare che in questi anni ha portato tanto valore a noi e speriamo anche alla città. Oggi si chiude un ciclo. Speriamo che lo spirito del festival possa continuare nell'attivismo, nel lavoro e nell'impegno civico dei cittadini aquilani".
Ad affermarlo è stato il segretario generale di ActionAid Italia Marco De Ponte a conclusione della quarta edizione del Festival della Partecipazione, svoltasi il 22 e 23 novembre all'Aquila.
Dopo quattro anni, il Festival – promosso da ActionAid e Cittadinanzattiva, con il supporto di Slow Food e Comune dell'Aquila e il patrocinio di Università dell'Aquila, Gran Sasso Science Institute e Consiglio regionale d'Abruzzo – lascerà la città, per dare inizio a una nuova fase.
"Il Festival" osserva il segretario generale di Cittadinzattiva Antonio Gaudioso "ci ha dato la possibilità di scoprire e far conoscere a tutto il Paese lo straordinario patrimonio di attivismo civico che esiste all'Aquila. Quella aquilana è una comunità resiliente, che in condizioni di enorme difficoltà è riuscita a produrre esperienze di partecipazione molto belle, esempi di come anche in contesti difficili si possano governare processi importanti e complessi, come può essere appunto quello della ricostruzione".
"Fin dall'inizio" continua Gaudioso "abbiamo detto che il Festival aveva scelto L'Aquila per la forte carica simbolica della città ma che era una realtà nazionale potenzialmente itinerante. Desidero ringraziare il Comune dell'Aquila per l'ospitalità che ci ha dato, specialmente l'assessore Francesco Bignotti che, anche in condizioni difficili, in quest'ultimo anno e mezzo ha dimostrato grande disponibilità. Le organizzazioni promotrici del Festival hanno impiegato sull'Aquila, in questi quattro anni, un'enorme quantità di risorse finanziarie e umane e hanno sviluppato un legame profondo, quasi fisico con la città. Per questo ci piacerebbe mantenere un presidio del Festival all'Aquila, perché, al di là delle situazioni contingenti, questa città è diventata un patrimonio per ognuno di noi".
"I borghi dall'abbandono alla rinascita" è stato il tema al centro dell'incontro svoltosi in apertura di giornata nella Main Lecture Hall del Gran Sasso Science Institute.
Da Favara, in Sicilia, a Colletta di Castelbianco in Liguria, passando da Cellere nel Lazio a Rocca Calascio in Abruzzo, sono state presentate alcune esperienze di riqualificazione di piccoli borghi in aree interne del Paese, nate dal basso grazie all'attivismo della comunità locale. I progetti di cui si è parlato sono gli stessi raccolti nel libro "Il riuso dei borghi abbandonati" a cura di Adriano Paolella, responsabile Ambiente e Territorio di Cittadinanzattiva, che ha introdotto l'incontro.
Sempre in mattinata, nell'aula magna del Dipartimento di Scienze Umane, è stato presentato il Dossier Immigrazione 2019 curato dal Centro studi e ricerche Idos (Roma) e promosso, per la sezione regionale abruzzese, dall'Università degli Studi dell'Aquila.
La situazione attuale dei migranti a livello regionale ha visto nel 2018 una presenza di 89.298 residenti (+2,6% rispetto al 2017), pari a un'incidenza del 6,8% sulla popolazione complessiva dell'Abruzzo (circa due punti percentuali in meno della media nazionale e oltre due punti in più di quella del Sud Italia), con un'importante componente femminile (53,4%), superiore alla media del Meridione (+3,3%) e anche a quella dell'intera Penisola (+1,7%).
A livello territoriale, la provincia dell'Aquila concentra il maggior numero di residenti stranieri (25.369), seguita dal Teramano (24.510), per un'incidenza sulla popolazione totale dell'8,5% nell'Aquilano, simile a quella registrata a livello nazionale, e dell'8,0% nell'altro comparto amministrativo. Nella provincia dell'Aquila, peraltro, si registra nell'ultimo decennio l'incremento di incidenza maggiore tra le province abruzzesi (+3,1%).
Meritano poi di essere messi in luce il non trascurabile livello delle acquisizioni di cittadinanza italiana nel Teramano (860), il peso della presenza femminile nella provincia di Pescara (57,0% su 17.679 stranieri residenti) e la quota significativa di minori nelle province di Teramo (19,3%) e Chieti (18,8%). Il numero maggiore di nuovi nati da genitori entrambi stranieri si registra nell'Aquilano (292), mentre la provincia di Teramo conta il numero più elevato di stranieri iscritti in anagrafe nell'anno (3.700, di cui 1.955 dall'estero).
L'ultima giornata del Festival ha visto nascere anche, a Palazzo Fibbioni, la Carta dell'Aquila, un manifesto-appello delle città delle aree interne con cui viene sollecitato il legislatore nazionale a intervenire per dare nuovo impulso ad asset strategici di realtà che quotidianamente si confronto con i problemi legati all'orografia dei territorio e alla complessità di politiche di rinascita a seguito di calamità naturali. Promotori della Carta sono il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi; Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, Gianluca Festa, sindaco di Avellino, e Alberto Belelli, sindaco di Carpi, rappresentato dall'assessore alla ricostruzione Riccardo Righi.
Nel pomeriggio, il GSSI ha ospitato la tavola rotonda "Usare i dati, chiedere trasparenza, partecipare: strumenti, politiche e diritti per prevenire e ricostruire", un'iniziativa promossa da ActionAid e Cittadinanzattiva, e la partner ship di OnData, Terremotocentroitalia.info e il Gran Sasso Science Institute, per facilitare lo scambio e il confronto tra politiche di trasparenza e apertura dati nell'emergenza e nella ricostruzione e su diverse esperienze nell'utilizzo dei dati: dalle piattaforme in fase di prevenzione e durante la risposta alle emergenze, alla creazione di un sistema unico di dati sulla ricostruzione post terremoto del Centro Italia.
A chiudere la giornata e il Festival, l'evento che si è svolto nell'auditorium del rettorato del GSSI al quale hanno partecipato i segretari generali delle organizzazioni promotrici, Edoardo Alesse e Eugenio Coccia, rettori, rispettivamente, dell'Università dell'Aquila e del Gran Sasso Science Institute.