Domenica, 24 Novembre 2019 14:15

Centro antiviolenza dell'Aquila: l'Italia non è un paese per donne

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di Simona Giannangeli* - Il 25 novembre 1960, le sorelle Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal furono trucidate nella Repubblica Dominicana posta sotto la dittatura militare del generale Trujillo. Furono uccise perché lottavano per la libertà e l’autodeterminazione del popolo, per la libertà delle donne da ogni forma di oppressione maschilista e patriarcale.

Il 25 novembre è una data segnata dalle loro vite, dalla loro scelta di ribellarsi contro la dittatura in nome della libertà e dal loro assassinio.

Domani sarà di nuovo il 25 novembre e in Italia si svolgeranno tante iniziative per parlare di violenza maschile. Il Centro Antiviolenza per le Donne dell’Aquila concorda con quanto scritto in questi giorni, ovvero che l’Italia non è un paese per donne e sottolinea che questo non è un paese nel quale possiamo esercitare il diritto all’autodeterminazione, senza rischiare di essere uccise per mano degli uomini.

In questo paese gli uomini ci maltrattano, ci violentano, ci uccidono perché non accettano la libertà femminile di autodeterminarsi.

Il Centro Antiviolenza dell’Aquila opera da dodici anni sul territorio ed è un luogo riconosciuto istituzionalmente, in cui le operatrici svolgono attività di accoglienza delle donne, attraverso la definizione di percorsi individuali per superare la violenza maschile subita. Oltre e dopo i colloqui di accoglienza, le donne che si rivolgono al Centro possono avvalersi anche di consulenze psicologiche, legali e di orientamento al lavoro. Il Centro è il luogo in cui è fondamentale la relazione tra operatrici e donne accolte e, a partire da questa straordinaria risorsa, scopriamo ogni volta quanto sia potente e trasformatrice nella vita di tutte noi.

Il Centro Antiviolenza è dotato di un numero di telefono attivo 24 ore su 24, collegato al 1522, istituito dal Ministero Pari Opportunità e fa parte della Rete Nazionale DI.RE., che riunisce i Centri Antiviolenza per le Donne.

Il Centro Antiviolenza per le Donne porta avanti in modo incessante la pratica di contrasto della violenza maschile, auspicando e concorrendo a promuovere una visione della relazione tra i generi fondata sul rispetto e sul riconoscimento concreto della libertà femminile. Il Centro Antiviolenza è un progetto politico femminista, perchè vuole modificare lo stato di cose esistente, nella relazione tra i generi e nella sua evidente asimmetria. Non forniamo servizi, non curiamo, ma proviamo a rimettere in circolo i desideri e le volontà delle donne accolte, il valore di se stesse con il nostro, per costruire insieme un orizzonte di rotttura della violenza maschile.

Fiducia e assenza di giudizio sono le coordinate fondamentali, dentro le quali operiamo. Utilizziamo la metodologia dell’accoglienza, coniugata ad un alto senso di responsabilità e di fiducia. La donna accolta è l’attrice principale del suo percorso e le operatrici strutturano con lei e, non per lei, un progetto di ridefinizione della propria vita.

Questa è la nostra pratica politica, coniugata all’attività di sensibilizzazione e di promozione di una cultura differente all’esterno del Centro. Fin dall’inizio abbiamo perseguito l’obiettivo di costruire una rete con le Forze dell’Ordine, con le Procure Ordinaria e Minorile, con il Tribunale per i Minorenni, con il Pronto Soccorso dell’Ospedale, con il Servizio delle Assistenti Sociali, con il Comune dell’Aquila, con la Regione, con l’Università e con gli istituiti di scuola media superiore. Il 25 novembre 2017, all’Aquila, presso l’Auditorium del Parco, abbiamo celebrato i dieci anni di attività del Centro Antiviolenza. Il 25 novembre 2018, abbiamo ricevuto il Premio Solidarietà della Fondazione Carispaq, quale riconoscimento dell’attività svolta sul territorio.

Oggi, 24 novembre 2019, il Centro parteciperà ad un’iniziativa organizzata dall’associazione DMunda, presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, intitolata “Sono caduta dalle scale…”. Domani, 25 novembre, parteciperemo ad un evento organizzato presso la Regione Abruzzo dal titolo “Il calcio è Rispetto e Uguaglianza: stop alla violenza sulle donne” per discutere di violenza maschile dentro il focus delle discriminazioni di genere nel mondo del calcio.

Non parteciperemo, invece, all’evento organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila, per la giornata del 25 novembre, perché i Centri Antiviolenza provinciali sono stati invitati ad intervenire a margine, in una “tavola rotonda” posta alla fine della giornata. Riteniamo che invitare i Centri Antiviolenza a prendere la parola in questo modo sia riduttivo ed irrispettoso del ruolo centrale e insostituibile che gli stessi occupano nel contrasto della violenza maschile.

Sottolineiamo, infine, che il Centro Antiviolenza è ancora in attesa di vedersi assegnare dal Comune dell’Aquila la casa rifugio in emergenza.

*Simona Giannangeli, presidente Assoc. Donatella Tellini - Centro Antiviolenza per le Donne

Ultima modifica il Domenica, 24 Novembre 2019 14:28

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