800 i frammenti di terracotta polverizzata raccolti all’indomani del sisma del 2009 dalle macerie nel Castello dell'Aquila, allora sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Erano della statua del 1512 di Saturnino Gatti, un Sant’Antonio abate, figura centrale nella devozione popolare, ritenuta irrecuperabile dai tecnici che si adoperarono al recupero delle opere già dal maggio del 2009.
Il primo step dell’ ex Soprintendenza BSAE fu appaltare la catalogazione dei frammenti. Fu il Consorzio Le Arti ad operare lo studio di fattibilità attraverso la ricomposizione appassionata e certosina dei frammenti e a restituire la scultura dopo un lavoro che ha impiegato una sofisticata struttura di sostegno ai tre moduli che compongono la statua.
Ne parlerà al MuNDA giovedì prossimo, 28 novembre, Antonella Amoruso alle ore 17.30. Entrata gratuita.
L’incontro è il VI del ciclo “Vive l’Arte a L’Aquila” organizzato dal Polo Museale dell’Abruzzo, diretto da Lucia Arbace, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila. Crediti per gli studenti: 2 CFU per 8 incontri, 1 CFU per quattro. Seguirà, per chi volesse, una cena di tre portate, al costo di 20 € bevande incluse, presso il ristorante “Le origini” alle 99 cannelle con ricette della cultura gastronomica contadina.
Intervento di restauro: Consorzio Le Arti (Antonella Amoruso, Elisabetta Biscarini, Giulia Cervi, Silvia Pissagroia); struttura di sostegno: Ing. Giovanni Santinelli. RUP Anna Colangelo, Direttore dei lavori Caterina Dalia.
I prossimi appuntamenti:
5 dicembre 2019 - Il restauro dei Santi Patroni di Giulio Cesare Bedeschini come metafora della rinascita cittadina - prof.ssa Valentina White
12 dicembre 2019 - Il restauro del San Girolamo di cartapesta di Pompeo Cesura - dott. Umberto Maggio
19 dicembre 2019 - Il restauro di un badalone ligneo quattrocentesco - dott.ssa Norma Carnicelli