Venerdì, 20 Dicembre 2019 17:51

Univaq, si chiude con successo il progetto Horizon 2020 Rubicon

di 

Il progetto Horizon 2020 Rubicon (http://rubicon-network.org/), finanziato dall’Unione Europea con circa 600 mila euro e coordinato dalla professoressa Anna Maria Teti presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche (Discab), sta per concludersi con successo.

Il progetto è volto alla formazione di giovani ricercatori di talento, mediante soggiorni presso istituzioni europee e internazionali, impegnati in ricerche sulle interazioni molecolari e biochimiche nelle malattie dei tendini, delle ossa e della cartilagine.

Nell’ambito del progetto, l’Università degli Studi dell’Aquila ha formato ricercatori provenienti da India e Sudafrica ed ha inviato, a sua volta, propri giovani ricercatori negli USA, in Sudafrica, in Australia e a Hong Kong.

“La nostra formazione - affermano i dott. Maurizi e Ucci - è avvenuta presso il Murdoch Childrens Research Institute di Melbourne, dove abbiamo imparato alcune tecniche innovative per studiare gli stress cellulari che ci hanno consentito di conoscere meglio una malattia delle ossa, denominata osteopetrosi, da anni studiata nel nostro laboratorio qui a L’Aquila La dott.ssa Ucci è stata anche ospite presso l’Università di Hong Kong per approfondire le conoscenze sulle alterazioni degenerative dei dischi intervertebrali mediante tecnologie che sta attualmente utilizzando nei modelli animali di patologie genetiche delle ossa. “La mia esperienza” - afferma il dott. Cappariello - “si è sviluppata a New York presso la Icahn School of Medicine at Mount Sinai, dove ho appreso le tecniche di studio delle tendinopatie calcifiche, tipiche dell’invecchiamento e di alcune malattie genetiche come il morbo di Marfan. È stato un soggiorno di grande utilità per me stesso e per il gruppo di ricerca diretto dalla Prof.ssa Teti”.

A completamento degli studi sulle tendinopatie, il dott. Ponzetti riferisce invece di essersi recato presso l’Università di Cape Town “dove ho studiato le modificazioni genetiche che predispongono gli individui alle malattie dei tendini imparando a studiare fenomeni relativi al loro ritmo circadiano. Ho trovato un ambiente cordiale, recettivo e di alto livello scientifico e tecnologico”.

In totale, Rubicon ha formato circa 40 ricercatori provenienti dalle 10 istituzioni europee ed internazionali coinvolte nel progetto che hanno viaggiato fra Regno Unito, Danimarca, Olanda e India, Usa, Australia e Sudafrica. “La rete globale istituita da Rubicon ha pertanto dato un contributo notevole all’immagine internazionale dell’Università dell’Aquila”, dice la Prof.ssa Anna Maria Teti, “rafforzando il ruolo formativo del Discab e consentendo alle nuove generazioni di scienziati di raggiungere livelli di eccellenza in competizione con le migliori istituzioni internazionali”.

“Sono fiero –afferma il prof. Roberto Giacomelli, Direttore del Discab- del compito svolto dalla prof.ssa Teti nella formazione dei nostri giovani talenti ed auspico che per il futuro possano essere finanziati ulteriori progetti internazionali per continuare sulla strada che ha condotto agli ottimi risultati ottenuti nel contesto di Rubicon. Sono consapevole -continua il prof. Giacomelli- che a conclusione del progetto Rubicon, le collaborazioni internazionali da esso instaurate potranno continuare a dare risultati positivi a beneficio dell’offerta formativa post-laurea del nostro Ateneo”.

Ultima modifica il Venerdì, 20 Dicembre 2019 18:00

Articoli correlati (da tag)

Chiudi