Sta facendo discutere il protocollo d'intesa che, nei giorni scorsi, è stato sottoscritto tra il Garante regionale dei detenuti Gianmarco Cifaldi, il Rettore della d'Annunzio Sergio Caputi e il direttore della Casa Circondariale di Chieti Franco Pettinelli.
L'accordo, infatti, mira a valutare le risposte comportamentali di alcuni detenuti sottoposti ad un determinato stimolo; in particolare, il progetto verrà svolto attraverso la collaborazione tra tre diversi Dipartimenti dell'Ateneo, ovvero il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociali nella persona del Professor Gianmarco Cifaldi, il Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche nella persona del Professor Michele D'Attilio e il Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche nella persona del Professor Arcangelo Merla.
Questo progetto avverrà in collaborazione con il carcere di Chieti e attraverso l'aiuto del garante dei detenuti d'Abruzzo.
"La ricerca - ha spiegato Gianmarco Cifaldi - volge a verificare i presupposti di un comportamento deviante mediante una metodica di stimolo-risposta attraverso una strumentazione non invasiva per verificare il grado di aggressività del detenuto. Gli stessi test verranno eseguiti su una popolazione esterna eterogenea come gruppo controllo. Si andrà a verificare se c'è o meno un cambiamento posturale in soggetti dotati di una particolare aggressività in funzione di stimoli somministrati attraverso immagini visive utilizzando apparecchiature non invasive: la pedana posturo-stabilometrica, uno strumento che rileva le variazioni del baricentro corporeo neo tre piani dello spazio; la termografia, uno strumento che rileva la temperatura dei muscoli superficiali del viso".
Il test – ha chiarito Cilfadi - sarà suddiviso in tre fasi: il soggetto, durante le registrazioni posturo-stabilometriche e termografiche, verrà sottoposto alla visione di immagini emotivamente significative ed emotivamente neutre; il soggetto verrà sottoposto ad un questionario di anamnesi medica ed odontoiatrica; il soggetto verrà testato col protocollo posturale del Prof. D'Attilio mediante pedana posturo-stabilometrixa e termocamera. "Il confronto statistico tra il gruppo test e controllo e tra i vari esami ci darà informazioni circa l'obiettivo del nostro studio. Il progetto - ha concluso Cifaldi - si è potuto realizzare anche grazie alla disponibilità del Ministero della Giustizia e del provveditore interregionale del DAP dott. Carmelo Cantone".
Sull'esperimento, però, ha inteso esprimere "stupore" il Garante nazionale dei detenuti. La ricerca in cantiere - è stato chiarito - avrebbe caratteristiche inaccettabili, in contrasto con standard e indicazioni anche del Comitato europeo contro la tortura (CPT) oltre che dei principi su cui si basa l’azione del Garante nazionale. Dunque, il Garante nazionale ha chiarito che non verrà consentita mai "l’attuazione di una ricerca che abbia caratteristiche in contrasto con gli standard internazionali e con il rispetto assoluto dei diritti delle persone private della libertà, anche considerando i limiti che la situazione soggettiva di tali persone determina relativamente alla genuinità del loro libero consenso". Contestualmente, il Garante ha detto di ritenere "perlomeno inopportuno che un’Autorità di garanzia si renda promotrice e attrice di iniziative che rientrano in realtà nella sfera del proprio controllo indipendente".
Durissimo il commento del segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, che ha chiesto le dimissioni di Cifaldi: "Nei giorni scorsi ho denunciato gli assurdi propositi annunciati dal nuovo Garante dei detenuti. La mia preoccupata protesta ha suscitato attenzione anche su quotidiani nazionali, dal Manifesto al Riformista al Giornale. In sintonia con la mia protesta si è espresso anche il presidente nazionale di Antigone, l’associazione nazionale che si occupa della condizione carceraria. Registro, invece, il silenzio dei partiti presenti in consiglio regionale che portano la responsabilità di aver eletto un Garante che non ha ben chiari i compiti che gli assegna la legge", l'affondo di Acerbo. Che ha aggiunto: "In qualità di promotore e autore della legge che ha istituito in Abruzzo la figura del Garante dei detenuti, ho sentito e sento il dovere di esprimere la mia indignazione: non ho proposto quella legge per introdurre in carcere sperimentazioni che fanno tornare in mente il film Arancia Meccanica di Kubrick".
Siamo dinanzi "alla palese distorsione del ruolo che dovrebbe avere il Garante - ha aggiunto Acerbo - che non è certo quello di retribuire un professore già stipendiato dall’Università per emulare Cesare Lombroso. Tra i compiti che la legge affida al Garante non c’è quello di trasformare i detenuti in cavie. Ho lottato per anni per ottenere l’istituzione del Garante affinché qualcuno si occupasse degli ultimi, dei senza voce, dei tanti poveri cristi che affollano le nostre galere. Con Marco Pannella lanciammo la proposta di Rita Bernardini che avrebbe potuto mettere a disposizione degli abruzzesi una vita di impegno e competenza sulla condizione carceraria. E c’erano tante altre persone di valore che da anni si occupano sul campo di condizione carceraria che hanno presentato la propria candidatura. Invece la destra e il M5S hanno impedito questa nomina autorevolissima per partorire con la benevola astensione del Pd questo capolavoro. Con il massimo rispetto per il professor Cifaldi, mi sembra che sia in una situazione evidente di conflitto di interessi. Si dimetta e poi presenti a un nuovo Garante le sue proposte di sperimentazione".
Sulla vicenda è intervenuta anche l'Arci che ha espresso "preoccupazione e dissenso: riteniamo che questa ricerca non rientri assolutamente nelle attività di difesa dei diritti dei detenuti ed evidenzi un preoccupante ritorno ad anacronistiche posizioni della vecchia psichiatria manicomiale; concordiamo con quanto affermato nel comunicato stampa del garante nazionale sulla 'perlomeno inopportuna iniziativa dell’autorità di garanzia regionale'. Altre sono le questioni che devono attivare l’intervento del Garante dei detenuti nell’ambito anche del rispetto della Legge 81 sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e l’istituzione delle Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, auspicando che il Garante voglia riflettere sul report che l’Osservatorio sul superamento degli OPG e sulle Rems per la salute mentale ha pubblicato circa l’ultima visita alle REMS di Barete dove si evidenzia come si sia andato a perdere la linea curativa riabilitativa a vantaggio, purtroppo, di atteggiamenti detentivi in contrasto con la stessa normativa di istituzione di tale struttura da considerare come unità operativa del Dipartimento di Salute Mentale, quale sistema organizzativo dei servizi, e quindi nella promozione di percorsi terapeutici riabilitativi personalizzati a gestione e responsabilità dei Centri di Salute Mentale di appartenenza territoriale".
Il comunicato dell'Arci è stato sottoscritto da Forum Salute Mentale Abruzzo, StopOPG Abruzzo, UNASAM Abruzzo, Osservatorio sul superamento degli OPG e sulle Rems per la salute mentale Abruzzo, 180amici L’Aquila, Associazione Regionale Percorsi, COSMA, Altri Orizzonti, Cittadinanzattiva Abruzzo, Tribunale per i diritti del malato L'Aquila, CGIL Abruzzo - Molise.