Giovedì, 30 Gennaio 2020 00:02

L'Aquila, Biondi illustra le linee guida della candidatura della città a Capitale italiana della cultura: "Municipalità si presenti unita e concorde". Sacco curerà il dossier

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E’ fissato per le ore 15, nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni, l'incontro pubblico con la cittadinanza in vista della definizione del dossier di candidatura della città dell'Aquila a Capitale europea della cultura 2021. Finalità della riunione è l’illustrazione e la condivisione dei principali elementi caratterizzanti la candidatura e risponde alla volontà d’interpellare i privati cittadini sin dalle prime fasi di preparazione e della messa a punto del documento.

Delle fasi già esperite e di ciò che ci sarà da fare, il sindaco Pierluigi Biondi ha parlato ai consiglieri comunali martedì, sottoponendo alle forze di maggioranza e di opposizione una mozione che avrebbe dovuto sancire in modo unanime l’adesione dell’assise alla candidatura; come noto, il provvedimento non è arrivato a votazione essendo venuto meno il numero legale al momento della discussione sulla delibera d’acquisizione dei terreni occupati illegittimamente dal Comune per realizzarvi Piazza Italia.

Sta di fatto che il primo cittadino ha fornito indicazioni interessanti sul percorso intrapreso.

Il bando per l’assegnazione del titolo è stato pubblicato nel novembre 2019, e prevedeva una scadenza ravvicinata, il 16 dicembre, per la manifestazione d’intesse: “a differenza degli anni passati – ha spiegato Biondi – i tempi sono serrati: entro il 2 marzo va predisposto e presentato il dossier. Delle 41 città rimaste in lizza – nel frattempo alcuni Comuni hanno fatto un passo indietro, tra gli altri Ascoli Piceno che ha aderito alla candidatura dell’Aquila – ne verranno selezionate 10 che saranno chiamate ad illustrare il dossier, a chiarire la proposta e i contenuti. All’esito di questa fase, verrà indicata la Capitale italiana della cultura 2021: per la città selezionata, ci saranno 6 mesi di tempo per organizzare il cartellone delle manifestazioni”.

La candidatura dell’Aquila non è affatto estemporanea, ha tenuto a chiarire Biondi; anzi, “arriva a chiusura del primo ciclo di programmazione Restart, e speriamo ce ne sia uno nuovo, come una sorta di consuntivo delle iniziative fatte e come opportunità per ricalibrare una programmazione che era stata stilata in fretta e furia. Ricorderete che la delibera Cipe dell’agosto 2016 fu pubblicata nel febbraio 2017, e si prevedeva dunque una annualità già superata dagli eventi. Si fece una sorta di programmazione a sanatoria. Ora, va rimessa in campo una strategia che consenta di utilizzare al meglio le risorse disponibili”.

A tal fine – ha proseguito il sindaco dell’Aquila – “le fasi iniziali della programmazione del dossier sono seguite, anche economicamente, dal Dipartimento della Coesione territoriale, per il tramite di Invitalia, grazie ad un’azione di sistema attivata proprio con l’idea di valorizzare il patrimonio culturale della città dell’Aquila”. E’ stata Invitalia dunque, di concerto con il Comune, ad individuare le figure che stanno lavorando al progetto, “che si conforma pienamente con l’agenda europea della cultura: non a caso, il coordinatore del dossier L’Aquila è il professor Pier Luigi Sacco, tra coloro che hanno collaborato alla stesura dell’agenda.

Sostanzialmente, “l’agenda europea della cultura poggia su 4 assi: coesione sociale, innovazione, ambiente, giovani. D’altra parte, la nostra candidatura si configura come risultante di uno dei 4 filoni che abbiamo individuato quando, insieme al Dipartimento della coesione e ad Invitalia, abbiamo scritto la Carta dell’Aquila con i sindaci di Ascoli, Avellino e Carpi; dato che a conclusione del percorso, alla fine di marzo, si terrà un convegno dell’Ocse con l’idea di riprendere il lavoro fatto nel 2012/2013, allorquando venne pubblicato il famoso progetto per L’Aquila, ho chiesto che sui 4 filoni indicati nella Carta – innovazione, formazione, cultura, turismo – si realizzino proposte concrete. Ebbene, una delle proposte concrete è proprio la candidatura dell’Aquila a Capitale italiana cultura”.

Come accennato, i ritmi serrati hanno compresso la fase di partecipazione: tuttavia, Biondi ha ribadito che ciò non ha impedito “di incontrare innanzitutto le istituzioni che beneficiano del Fus, tanto quelle dello spettacolo dal vivo quanto quelle del cinema; dunque, è seguito un confronto con le altre realtà istituzionalmente riconosciute che, a vario titolo, concorrono all’attività culturale cittadina, ed in particolare Munda, Maxxi L’Aquila, Conservatorio, Accademia di Belle Arti, Soprintendenza, Segretariato. Non è mancato un momento di riflessione con le istituzioni pubbliche, Università, GSSI, Laboratori del Gran Sasso e Comuni del cratere. Continueremo il confronto con i cittadini, con la Curia e l’Ufficio scolastico”.

Per ogni incontro è stato predisposto un format, curato dal GSSI, per raccogliere proposte da inserire all’interno delle linee guida che, in linea con l’agenda europea, si è deciso di calare nel dossier. “Abbiamo indicato che la candidatura non è dell’Aquila ma dell’Aquila città territorio – ha sottolineato Biondi – ribadendo che il nostro non sarà un dossier usa e getta, bensì un vero e proprio strumento di pianificazione, di rilancio territoriale attraverso l’elemento cultura. Altro tema al centro del dossier sarà il coinvolgimento dei giovani e il ruolo dell’innovazione nella città che percorre la strada della conoscenza, senza dimenticare i temi ambientali”.

Sarà una sfida complicata, ma affascinante: concorrono, infatti, realtà importanti. “Volterra, per esempio, ha commissionato il dossier a Paolo Verri, che ha già curato la candidatura e le attività di Matera come Capitale europea della cultura, e poi Genova e Taranto, città che hanno vissuto momenti di crisi importanti, oltre a Verona, Bari e così via. Tuttavia, credo che alla luce degli esiti non proprio positivi della candidatura a Capitale europea – ha aggiunto Biondi – questo potrebbe rappresentare un momento di riscatto per L’Aquila, oltre che un elemento di consolidamento di alcune cose che stanno già accadendo, come la ritrovata attenzione per la città sulla stampa nazionale e non per ragioni legate esplicitamente al terremoto. Per non parlare del riconoscimento della Perdonanza, e così della transumanza e dell’alpinismo, come patrimoni immateriali dell’Unesco”.

Alle scadenze che incombono – ha concluso Biondi – “la municipalità deve presentarsi unita e concorde, ed in particolare nella sua massima espressione che è l’assise civica; naturalmente, è data piena facoltà ai consiglieri comunali di formulare proposte e suggerimenti dentro un percorso aperto sebbene indicato da regole rigide”.

E ci auguriamo davvero che così andrà: la candidatura a Capitale italiana della cultura è una intuizione intelligente, rappresenta una straordinaria occasione per avviare, finalmente, la seconda fase della ricostruzione, quella immateriale, sociale e culturale, accelerando meccanismi che si sono già messi in moto, sebbene a fatica. Ecco perché la città è chiamata a sposare appieno la candidatura, a condividerla e sostenerla: l’auspicio è che le tensioni tra le forze di maggioranza, almeno su questo progetto, possano essere messe da parte, e che le forze di opposizione, per quanto possibile, collaborino alla predisposizione del dossier. Ci sono momenti in cui le divisioni, pure legittime, debbono lasciare il posto ad una progettualità pienamente condivisa: in questo senso, la presenza del professor Pier Luigi Sacco è garanzia della serietà del processo avviato.

Ultima modifica il Giovedì, 30 Gennaio 2020 08:29

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