Un porta chiavi, un rotolo di dollari, sigarette, accendino, occhiali. E ancora: una scatola di sigari utilizzata come porta oggetti con dentro un cucchiaio e altri strumenti per l'utilizzo di eroina.
Vent'anni dopo la morte del leader della band dei Nirvana, Kurt Cobain, sono state rese pubbliche nuove foto scattate sulla scena della sua morte. Le ha sviluppate da una polaroid il detective Renee Witt, incaricato dalla polizia di Seattle di riguardare la documentazione per essere pronto a contrabattere alle inevitabili ricostruzioni alternative che il ventesimo anniversario della morte genererà.
Il materiale, con tanto di intervista video al detective, è stato pubblicato dalla tv locale Kiro 7 e, tanto per esser chiari, Witt giunge esattamente alle stesse conclusioni di vent'anni fa: si trattò di suicidio dopo l'iniezione di una grossa dose di eroina.
La generazione che ha visto sollevarsi davanti a sé il fulmineo fenomeno del grunge, forse l'ultima delle espressioni di massa del punk rock, conosce bene l'immagine del corpo di Cobain steso sul pavimento della stanza sopra il garage della casetta nel giardino.
Era il 5 aprile del 1994.
Ora l'emergere di queste nuove foto sembra non essere legato tanto, come sembra si voglia far credere, all'interesse verso possibili ricostruzioni alternative del suicidio di Cobain.
A destare l'interesse dei media sembra essere piuttosto il feticismo emerso verso le immagini stesse di quella morte, così shoccante per la generazione grunge e ultimo atto di una rock star che "star" non voleva essere.
Paradosso dei paradossi: anche il suo suicidio è stato inglobato da quella stessa macchina dello spettacolo da cui Cobain, sparandosi, voleva definitivamente uscire.
Le due foto degli oggetti rinvenuti nella stanza dove Cobain si suicidò nel 1994